«Cosa volete che io faccia per voi?» (Mc 10, 35-45)
Riflessioni bilbliche di Annie Marie tratte dal sito dell’MCC Montpellier (Francia), liberamente tradotte da Francesca S.
Giacomo e Giovanni si avvicinano a Gesù e si rivolgono a lui con queste parole: «Noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». In questa richiesta s’intuisce una preghiera e l’espressione di una volontà personale. Domandano e Gesù dovrebbe fare…
In questa richiesta possiamo riconoscere le nostre preghiere, in essa sembrano confondersi il nostro desiderio di vivere e la nostra volontà di successo immediato.
«Cosa volete che io faccia per voi?».
Gesù non rifiuta a priori la loro domanda. Non è forse scritto in un altro passo del vangelo: «Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto»? Credo che forse, nelle nostre vite, non diamo il giusto pesto a queste parole. Gesù ci chiede cosa vogliamo, cosa vogliamo che faccia per noi…
Dobbiamo solo chiedere e credere che qualcosa sia possibile. Credere davvero che la nostra preghiera possa cambiare i giorni della nostra vita, che possa esaudire i nostri desideri più profondi, i quali, tuttavia, non sono sempre quelli che comprendiamo subito e nel modo più chiaro. E’ POSSIBILE che le nostre richieste siano esaudite ma non sempre nella maniera in cui avevamo immaginato. Perché ci sono così tanti modi di bussare alla porta !
«Cosa volete che io faccia per voi?».
E così Giacomo e Giovanni esprimono senza esitare il loro desiderio : sedere uno alla destra e l’altro alla sinistra del Cristo glorioso! Anche se abbiamo delle difficoltà a capire queste immagini e parole molto ricorrenti nei testi biblici come la gloria, il trono di gloria, il regno… anche se abbiamo delle difficoltà a capire tutti questi «concetti», possiamo, comunque, vedere con chiarezza che quanto Giacomo e Giovanni vogliono condividere con Gesù sono la vittoria, lo stare bene, la luce, la riconoscenza, forse l’onore, la certezza di essere dalla « parte » favorevole. Sembrano chiederlo come un privilegio.
Vorremmo così tanto essere già arrivati alla luce, alla pace, alla vita senza ombre, senza turbamenti, senza dubbi…
Ma la destinazione finale a cui Giacomo e Giovanni ambiscono, alla quale anche noi aspiriamo – non può essere raggiunta senza percorrere il cammino e TUTTI i cammini che vi conducono – il cammino che Gesù stesso ha percorso.
«Voi non sapete ciò che domandate »
Quello che chiediamo a Dio di sicuro NON va oltre il limite della NOSTRA comprensione della situazione, non va oltre la nostra incapacità di intravvedere il fedele accompagnamento del Cristo, a intravvedere la direzione inattesa del cammino che ci è proposto.
Gesù non risponde che è impossibile ma fa capire loro che quello che domandano supera tutto ciò che possono immaginare. Non conoscono il cammino che può condurli al loro desiderio. Queste parole ci ricordano quello che Gesù ha detto in punto di morte: « Perdona loro perché non sanno quello che fanno ».
Potete bere lo stesso calice che io berrò? E ricevere lo stesso battesimo che io riceverò? Siete pronti a passare attraverso la rinuncia? Attraverso la morte di fronte ai vostri desideri immediati? Siete pronti a donare voi stessi, lontano dai cammini che credete di avere intravvisto?
Non otteniamo dei privilegi, né del bene ottenuto per semplice adesione. Non troviamo la luce, non incontriamo il Dio della vita, non ci avviciniamo allo Spirito Santo firmando un documento, proclamando delle parole, aderendo a una Chiesa… Certamente così facciamo un primo passo… ma non basta chiedere.
Bisogna domandare ancora e ancora. Questo momento fa parte del cammino. E qual è il cammino che ci viene proposto?
« Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. »
La vittoria passa per l’annullamento di sé, il grande passa per il piccolo. Non un ruolo da piccoli, una funzione da piccoli perché anche diventare piccoli ci sfugge…
Il cammino verso la vita che ci ha portati fino a qui e che ci conduce ancora più lontano rispetto a questa vita è, quindi, un cammino d’azione, dove l’azione rifiuta ogni forma di superiorità e di dominio sugli altri.
Privilegi ? Gesù non mangia di questo pane. Quello che Gesù ci invita a mangiare è il pane della fedeltà, il pane di colui che è umile e si veste di stracci, che a volte può non sembrare all’altezza, che non ottiene l’approvazione di tutti. Il pane che lui stesso ha mangiato accettando di scomparire sotto i colpi della gelosia di coloro i quali si fanno forti della loro ortodossia.
Accettare di scomparire? Accettare che i nostri desideri più superficiali scompaiano per far posto a un’altra volontà, quella che ci chiede di intraprendere una vita interiore sconosciuta a noi, che ci trascende sempre e che, tuttavia, ci guida. Spesso ci guida perfino dove non sappiamo di voler andare.
Anche il testo di Isaia ci ripete che la nostra vita con Dio è un passaggio dalla sterilità ai clamori della gioia, dal mancato riconoscimento così come dalla vergogna a una discendenza numerosa. Noi non sappiamo, eppure cerchiamo.
Dio fedele, preservaci nella certezza che, giorno dopo giorno, sei qui con noi. Nella certezza che la nostra preghiera trasforma nostri desideri, toglie gli ostacoli dal cammino che ci porta a te e ci conduce passo dopo passo verso la vita terna al servizio di tutti.
Dal Vangelo di Marco 10, 35-45
E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». 39 E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Testo originale: Marc 7, 31-37