Cosa vuol dire la parola “queer”?
Articolo di Sara Schmidt-Kost* pubblicato sul sito My Kid is Gay (Stati Uniti), liberamente tradotto da Stefania Solivardi
“Queer” è un termine un tempo offensivo, oggi riappropriato con orgoglio, che si utilizza per definire tutti quegli orientamenti sessuali e/o identità di genere che non ricadono nelle definizioni di eterosessuale e/o cisgender. Può anche essere utilizzato come termine onnicomprensivo e inclusivo per le persone LGBTQIA: ad esempio, si parla di teoria queer, letteratura queer e studi queer.
Spiegazione
Non è semplice definire il termine “queer”, perché è molto ampio e ha definizioni diverse per diverse persone. È un termine ombrello che include molte identità della comunità LGBTQIA, un’identità personale e un termine accademico, il tutto in una sola parola. Può addirittura essere un termine denigratorio e offensivo, se utilizzato con quell’intenzione. A livello accademico, “queer” viene utilizzato anche come termine ombrello molto ampio per definire l’area di studi sulla comunità LGBTQIA, specialmente nell’ambito degli studi queer o nelle lezioni di letteratura queer.
Nell’acronimo LGBTQIA, la Q può avere due significati: “queer” e “questioning”. Entrambi i significati della Q sono importanti per la nostra comunità. Sono ampi e inclusivi, e di conseguenza soddisfano le esigenze di tutte quelle persone che non s’identificano come gay, lesbiche, bisessuali o transgender, o che non sanno ancora come identificarsi con esattezza.
La parola “queer” porta con sé una lunga storia. Nei secoli, è passata dal voler dire disallineato, non etero, strano e peculiare al definire un’identità importante nella nostra comunità. È stato anche usato come termine denigratorio, e infatti, negli anni ’50 e ’60, le persone LGBT lo percepivano unicamente come un insulto utilizzato dalle persone eterosessuali contro di loro. Durante l’epidemia di AIDS, negli anni ’80, il termine “queer” è stato riappropriato da alcuni attivisti che lo proponevano come termine radicale, provocatorio, ribelle e ricco di carica politica. In quegli anni, gli attivisti necessitavano di una parola che funzionasse da richiamo alle armi per le masse. Da questo bisogno nasce la famosa frase We’re here, we’re queer…
Durante gli anni ’90, la parola “queer” ha iniziato a entrare negli studi, nelle teorie e nella letteratura della comunità LGBTQA come termine accademico, ed è diventata di uso sempre più comune. È stata addirittura usata nella cultura pop, come nel caso della serie TV “Queer Eye for the Straight Guy”.
Quando si utilizza il termine “queer” è importante tenere in considerazione il contesto. “Queer” è stato e continua a essere usato come insulto: se qualcuno urla “Queer!” a una persona LGBT o dice “Mamma mia, che queer”, si tratta di un contesto denigratorio, ma se qualcuno dice “Mi identifico come queer”, allora il termine diventa un marcatore d’identità.
La società tende a dividere tutto in categorie e rigide definizioni: maschio, femmina, gay, lesbica, etero, nero, bianco, ecc. “Queer” non rientra in nessuna categoria: è flessibile, ampio e d’impatto. Ha una storia radicale che gli ha garantito la validità che ha oggi come identità. Viene ancora vista come una parola denigratoria da alcuni, ecco perché affermare di avere un’identità queer può ancora essere considerato come un atto di coraggio radicale.
L’identità queer può essere qualcosa di molto personale. Mentre identità come gay e lesbica sono abbastanza facili da definire, “queer” non lo è. “Queer” assume il significato che gli viene dato da ogni singolo individuo. Queer è per te, per loro, per noi. Queer è per le persone queer.
Se tuo figlio fa coming out come queer, non dare per scontato il significato che lui dà questa parola. L’identità queer è così personale che, spesso, ha significati diversi per persone diverse. Incoraggia sempre la comunicazione a cuore aperto, e lasciati guidare da lui. Se ne senti il bisogno, fai domande!
* Sara Schmidt-Kost è un’educatrice apertamente queer che vive a Minneapolis, in Minnesota. Per cinque anni è stata leader di organizzazioni scolastiche LGBT alla St. Cloud State University, dove si è laureata in studi sociali per la scuola secondaria. Oggi, Sara è co-organizzatrice di eventi doposcuola e curriculari di gruppi LGBTQ alla scuola media dove lavora, ed è grata per l’opportunità di sostenere i suoi studenti e studentesse nella loro crescita verso il diventare adulti perfettamente integrati. Ha anche ideato un seminario di formazione sui problemi delle persone LGBT nelle scuole, e l’ha presentato a gruppi di insegnanti di studi sociali, ad altri educatori e a studenti.
Testo originale: Defining: Queer