Alberto Maggi: “Cos’è il peccato?”
Riflessioni bibliche di Alberto Maggi* pubblicato sul sito www.cdbitalia.it
Riportiamo di seguito la risposta che padre Alberto Maggi ha dato a una domanda al termine di una conferenza. Anche se il testo non è stato rivisto dall’autore siamo comunque convinti che valga la pena leggerlo e diffonderlo.
Nella religione il peccato è la trasgressione alla legge di Dio, nei suoi comandamenti, nei suoi precetti, nelle sue prescrizioni. Come faccio a sapere se sono o no in grazia di Dio, in buon rapporto con Dio? Se osservo la sua legge sono a posto, se la trasgredisco sono nell’errore. Ebbene con Gesù tutto questo è finito. Gli evangelisti, nell’uso attento che fanno dei termini, evitano tutti quei termini che indicano peccato come trasgressione alla Legge, disobbedienza, violazione, questi li evitano.
E adoperano essenzialmente due termini: uno che indica letteralmente direzione sbagliata, di strada che precede sempre l’incontro con Gesù. Quindi il termine che noi traduciamo con peccato, appare solo in chi ancora non conosce Gesù, incontra Gesù e orienta diversamente la propria vita, la conversione.
Se fino allora hai vissuto solo per te ora vivi per gli altri; se c’è questo cambi orientamento alla propria esistenza questo peccato viene cancellato completamente. Quindi il termine che impropriamente significa peccato è sempre per chi vive senza aver conosciuto Gesù; l’incontro con Gesù e la conseguente conversione, cioè orientare diversamente la propria esistenza cancellano questo peccato.
Dopo cosa rimane? Perché naturalmente siamo in un cammino di crescita, ma siamo imperfetti, pieni di limiti. Quello che dopo accade sono quegli errori che noi commettiamo, ma mai gli evangelisti li chiamano peccati, li chiamano colpe, sbagli, mancanze, che vengono cancellati nella misura che noi siamo capaci di cancellare le colpe, gli sbagli, le mancanze degli altri.
Se il peccato non riguarda Dio, Gesù non invita mai a chiedere perdono a Dio. Il peccato per Gesù innanzitutto non è una offesa a Dio: Dio è amore e l’amore non si può offendere.
Il peccato è una offesa che l’uomo fa a se stesso. Il Concilio Vaticano su questo punto ha avuto una bella definizione: il peccato è un limite che l’uomo mette alla propria crescita. Il peccato non è la trasgressione di un comandamento, di una regola, di un precetto: il peccato è una azione volontaria con la quale danneggi l’altro e danneggiando l’altro, danneggi te stesso.
Per sapere quali sono i peccati secondo Gesù, c’è la lista nel cap. 15 di Matteo – la polemica di Gesù con i farisei – dove Gesù dice: “non è quello che ti entra che ti rende impuro, ma quello che ti esce”. Non sono le situazioni esterne all’uomo che ti possono rendere impuro, ma quello che esce da te verso l’altro: quello ti rende impuro.
Faccio un esempio u po’ scioccante, ma che rende. Una donna può rimanere vergine anche se viene violentata da un branco di bestie, mentre invece può essere illibata dal punto di vista fisico, ma una gran prostituta se dal suo interno esce solo malignità: quindi non quello che entra ma quello che esce.
Vediamo comunque la lista secondo Gesù. Nella lista di Gesù nessuno degli atteggiamenti indica il rapporto con Dio: allora il peccato non dipende dal rapporto con Dio, non dipende se hai osservato o no questa legge, se hai osservato o no questa pratica; Dio è escluso dalla sfera del peccato.
Qual è il peccato? Lo dice Gesù: dal cuore vengono pensieri malvagi e sono tutte azioni che tolgono, limitano o danneggiano la vita altrui o la propria vita. Quali sono? “Omicidi, adulteri, prostituzioni”, attenzione quando Gesù parla di prostituzioni, non pensiamo alle prostitute e quindi noi uomini siamo fuori, prostituzione significa tutti quelli che si vendono per denaro e ce ne sono, altro che prostitute. Tutte le persone che per denaro, per l’ambizione, per la carriera, per il successo vendono la propria dignità: ahi voglia!
“.. furti, false testimonianze”, la falsa testimonianza non è la bugia; la bugia non è che sia da ammirare, ma il termine falsa testimonianza è l’accusa con la quale in un processo facevi mettere a morte una persona. Quindi è la calunnia che porta alla morte della persona anche se la morte è solo morale. “..diffamazione”. Ecco questi sono gli atteggiamenti che secondo Gesù rendono impuro l’uomo e questo è il peccato secondo Gesù.
Nel Vangelo di Marco c’è una lista differente, dove c’è l’unico peccato e io che sono prete da 27 anni, del quale nessuno si è mai accusato. La lista del vangelo di Marco è simile a quella del vangelo di Matteo: “..cattivi pensieri, prostituzione, furti, omicidi, adulteri, cupidigia, malvagità, frode, lascivia, sguardo invidioso, calunnia, superbia, stupidità”. Messo per ultimo, ma non per dargli minore importanza, ma proprio invece per farlo risaltare, cosa abbiamo: la stupidità.
La stupidità non è compatibile con l’essere cristiano. Gesù ci vuole buoni fino in fondo, ma tonti neanche un po’ e purtroppo la storia tragica del cristianesimo ha fatto sì che per un malinteso senso della carità i cristiani diventassero cretini. Sapete che la parola cretino deriva dal francese cretèn che significa cristiano? I cristiani chi erano: erano dei cretini.
La stupidità quindi è compresa, nel Vangelo di Marco, nell’elenco dei peccati, cioè nell’elenco di quello che rende impuro l’uomo. Anche qui, nell’elenco dei peccati, non c’è nulla di quello che riguarda il rapporto con Dio, ma tutti atteggiamenti volontari che tu hai voluto per nuocere a qualche persona e nocendo agli altri hai nuociuto a te stesso.
* Alberto Maggi (Ancona, 6 novembre 1945) è un teologo, biblista cattolico e religioso dell’Ordine dei Servi di Maria italiano. Ha studiato nelle Pontificie facoltà teologiche “Marianum” e Gregoriana di Roma e all’École biblique et archéologique di Gerusalemme. Dal 1995 dirige il Centro studi biblici Giovanni Vannucci a Montefano (MC), dove insieme al confratello Ricardo Perez Marquez si dedica alla divulgazione degli studi biblici attraverso incontri, pubblicazioni e trasmissioni radiotelevisive. Scrive per la rivista «Rocca» e ha condotto per la Radio Vaticana la trasmissione «La Buona Notizia è per tutti!».