Cos’è “l’ideologia del gender” per le persone transgender?
Articolo di padre James Martin SJ* pubblicato sul sito LGBTQ cattolico Outreach (Stati Uniti) il 17 maggio 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte quarta
Se leggiamo i documenti [delle diocesi cattoliche dedicati alle persone transgender], troviamo molto spesso il concetto di “ideologia del gender” o “teoria del gender”, quasi sempre presentata come un grave pericolo. In “Maschio e femmina li creò”, un documento scritto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e destinato quindi principalmente alle scuole, piuttosto che alla società nel suo complesso, la “teoria del gender” è menzionata diverse volte.
Si tratta comunque di termini vaghi, che possono significare molte cose. Come scrive il teologo cattolico Daniel Horan OFM, “Tra i molti aspetti problematici di questa espressione offensiva e dell’agenda sottostante, dobbiamo menzionare l’ambiguità stessa del termine. Non esistono due fonti che siano d’accordo in tutto e per tutto su cosa significhi esattamente ‘ideologia del gender’”.
Il termine può significare: che il genere di una persona non ha nessuna connessione con il suo sesso biologico; che il genere ha la priorità sul sesso biologico; che si può scegliere di cambiare il proprio genere; che sia desiderabile abolire il concetto stesso di “genere” e sostituirlo con uno “spettro”; che il genere è una scelta, e che i corpi fisici non hanno significato; che non esiste una verità oggettiva, data da Dio.
Ma non tutte le persone transgender sono d’accordo con tali assunti, o con alcuni di essi: “Ci può essere qualcuno che aderisce a queste convinzioni, ma certamente è possibile essere transgender e non essere d’accordo con nessuna di esse. La maggior parte delle persone transgender (non tutte) si considerano maschio o femmina, e sono felici della loro identità. Non conosco nessuna persona che sia transgender perché crede che il genere vada eliminato, o perché crede che le differenze sessuali non esistano” dice un mio amico, un uomo transgender cattolico laureato in teologia, che vuole rimanere anonimo perché non ha ancora rivelato pubblicamente la sua transizione.
Tutte le persone transgender adulte con cui ho parlato negano che la “ideologia del gender” possa aver influenzato la loro scelta. Se forse gli adolescenti possono venire influenzati dai coetanei o dai media, le persone transgender adulte negano con decisione di essere il risultato di un’ideologia, con la quale peraltro non concordano: “Non avevo mai sentito parlare di ‘ideologia del gender’ prima che cominciasse a parlarne la Chiesa” dice Christine Zuba; il termine è quindi spesso usato come arma contro le persone transgender.
Alcuni sostengono che le convinzioni delle persone transgender possono e dovrebbero venire valutate in base alla loro coerenza logica e al loro valore metafisico ed epistemologico, analogamente a quanto accade per il femminismo.
Mi scrive un sacerdote: “Le donne non sono state create dal femminismo; il femminismo è un sistema di idee che afferma di descrivere la realtà e l’esperienza degli esseri umani femmine. Il femminismo è un sistema di idee, e quindi, in quanto tale, è una ideologia, [ma] è possibile, ed è anzi desiderabile, mantenere distinti, anche se collegati, l’esperienza delle donne da una parte, e il femminismo come ideologia dall’altra”.
La maggior parte delle persone transgender, in ogni caso, non tentano di fare affermazioni metafisiche o epistemologiche, ma chiedono semplicemente alla Chiesa di prendere sul serio la loro esperienza. Si potrebbe replicare che, dichiarandosi transgender, queste persone implicitamente fanno affermazioni di quel tipo, ma la maggior parte delle persone transgender cattoliche vi diranno che alla Chiesa non chiedono altro che di ascoltarle e fidarsi di loro.
Le persone transgender con cui ho parlato non pensano di stare promuovendo, incarnando o diffondendo un “sistema di idee”; forse qualcuno la vede in questo modo, ma chi guarda a queste persone da un punto di vista puramente intellettuale dovrebbe essere invitato ad ascoltare e camminare con loro. Le persone transgender ci invitano a considerarle individui meritevoli di essere ascoltati, non categorie o stereotipi, o portabandiera di un’ideologia.
Ray Dever, un diacono cattolico padre di una figlia transgender, ha scritto queste righe, che ho citato a papa Francesco durante il nostro incontro nel 2019: “Chiunque abbia una sia pur minima esperienza con le persone transgender non può che rimanere perplesso di fronte all’idea che esse siano in qualche modo il frutto di un’ideologia: è un fatto storico che, molto prima che esistessero gli studi di genere e che venisse coniata l’espressione “ideologia del gender”, le persone transgender esistevano ed erano riconosciute positivamente in alcune culture”.
Anche Hilary Howes, fondatrice di Transcatholic, un gruppo di sostegno per le persone transgender cattoliche, contesta l’idea secondo cui le persone trans siano il risultato della “ideologia del gender”: “Tutto prova che [le persone transgender] sono sempre esistite, in ogni cultura. Non sono un prodotto di teorie recenti, bensì è la cultura del XXI secolo, che esalta la sincerità e l’apertura, ad averci permesso di venire riconosciute nel nostro mondo moderno”.
Secondo Kay, madre di un figlio transgender, la cui storia è stata inclusa in uno studio commissionato dall’Associazione Sanitaria Cattolica (Catholic Health Association), la “ideologia del gender” non ha niente a che fare con suo figlio; rimase scioccata quando, all’età di due anni, la sua bambina le disse “Sono un maschio”, e all’età di quattro anni suo figlio pianse quando gli dissero che era una femmina come la mamma.
Dopo anni passati a cercare di capire come aiutarlo, seguendo anche il consiglio di uno psicologo, il quale prescriveva che il figlio si comportasse come una ragazza (“Quando va a una festa, deve prendere il palloncino rosa”), Kay vide suo figlio sprofondare nella depressione. Più tardi cominciò a identificarsi pubblicamente come maschio, una decisione che Kay ha accettato. Oggi il ragazzo è “un giovane molto solare, felice e ben equilibrato”.
Ma il loro vescovo ordinò che l’ospedale cattolico, in cui il figlio stava seguendo le terapie, cessasse di fornirle, affermando che la sua identità era il risultato della “cultura moderna” e “un desiderio momentaneo provocato da impulsi emotivi” dettati da una volontà egocentrica; “La mia storia dimostra che [tale] opinione non potrebbe essere più sbagliata” dice Kay.
Il termine “ideologia del gender”, perciò, non riflette l’esperienza delle persone transgender, e non dovrebbe venire usato per comprenderle o valutarle, men che meno come arma contro di loro. Suor Jeannine Gramick SL, fondatrice di New Ways Ministry, che ha recentemente ricevuto gli auguri da parte di papa Francesco per i suoi cinquant’anni di ministero tra le persone LGBTQ cattoliche, afferma: “La ‘ideologia del gender’ è una ferita per le persone transgender, perché sono parole che non rispettano le loro vite e sofferenze concrete. Dobbiamo smetterla di usare quelle parole offensive”.
* Il gesuita americano James Martin è editorialista del settimanale cattolico America ed autore del libro “Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt” (Editore Marcianum, 2018). Padre James ha portato un contributo sull’accoglienza delle persone LGBT nella Chiesa Cattolica all’Incontro Mondiale delle Famiglie Cattoliche di Dublino e ha portato una sua riflessione anche al 5° Forum dei cristiani LGBT italiani (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018).
Testo originale: The church and the transgender person