Cos’è per me essere un traduttore di Buona Novella
Testimonianza di Giacomo Tessaro, volontario del progetto Gionata
Mi chiamo Giacomo, ho 31 anni e sono eterosessuale. Fin da bambino, in famiglia e nella cerchia dei coetanei, ho conosciuto l’incomprensione, talvolta il disprezzo, riservata a chi, come me, è di indole introversa e poco socievole, nonostante provi dei sentimenti intensi nei confronti della vita e delle altre persone. Ho cominciato a interrogarmi piuttosto presto sul perché la gente (io compreso!) fatica ad accettare certi comportamenti e modi di essere e non altri. Ma le risposte le potevo solo intuire; non ero in contatto con qualcuno che mi potesse aiutare a fare luce.
La realtà omosessuale stava cominciando ad emergere dalle catacombe durante la mia infanzia, per quello che mi ricordo; a scuola talvolta “saltava fuori” l’argomento, l’atteggiamento del professore che ne accennava non era mai di disprezzo.
Tra noi ragazzi venivano talvolta presi in giro i “ricchioni”, quando si voleva deridere qualcuno, o farlo arrabbiare, lo si dipingeva come tale, anche a me è successo più volte.
Già allora però, come ho detto, mi interrogavo sui temi dell’esclusione e del disprezzo, per quanto ne sapevo i gay subivano molti rifiuti da parte della società e questo me li rendeva in qualche modo “simpatici”.
Quando ormai avevo abbandonato l’adolescenza, un amico che frequentavo da anni, F., scoprì gradualmente di essere omosessuale, ebbe una relazione con un uomo e cominciò a frequentare amici e locali gay. Da principio fu molto cauto nel parlarcene, temeva sicuramente di perdere la nostra amicizia, piano piano si aprì e ci fece conoscere prima i suoi amici e poi quello che diverrà il suo compagno di vita.
La cosa mi colpì, prima del suo coming out io e F., per divertirci, avevamo spesso fatto finta di “essere gay” o di essere una coppia di fidanzati. Accolsi comunque la cosa con naturalezza, felice che F. avesse scoperto una dimensione di se stesso prima ignorata.
Mi spiegò un po’ di cose sul mondo gay; cominciai anche a pormi qualche domanda sul mio orientamento, vista la mia persistente solitudine sentimentale, ma senza mai scoprirmi diverso da quello che ero sempre stato. Quando ho iniziato a conoscere Internet, qualche anno dopo, è iniziata una nuova fase della mia vita, ricchissima di scoperte ed esperienze che prima mi erano precluse.
Mi sono interessato sempre di più alle tematiche dell’introversione e della fede, una dimensione quest’ultima che fino a poco tempo fa avevo sempre rifiutato, pur sentendomene attratto.
Un’altra mia passione sono le lingue straniere; grazie a Internet ho potuto cominciare l’attività di traduttore non solo per Gionata ma anche per altri siti, sempre in ambito cristiano.
Quando un anno e mezzo fa ho visto l’annuncio “Cercasi traduttori di Buona Novella” ho pensato perché no… l’argomento mi interessa e posso conoscere cose nuove…
L’esperienza con Gionata ha arricchito la mia fede (che dopo la frequentazione del mondo protestante, del resto mai interrotta, è approdata al cristianesimo antitrinitario) e la mia conoscenza del mondo LGBT che ora, pur non facendone parte, sento anche un po’ mio.
Sono convinto che i credenti liberali di qualsiasi fede, che credono nell’evoluzione della loro religione, senza per forza doversi sempre adattare ad un mondo che raramente è “giusto”, debbano accogliere la sfida di ripensare il tema dell’omosessualità e dell’accoglienza, non solo di gay, lesbiche e transgender.
Nel mio piccolissimo, grazie ad un mio talento, so di incidere poco o tanto su chi legge gli articoli che traduco, tra cui ci possono sempre essere persone “che contano” e che possono diffondere il messaggio a loro volta. Una forma di preghiera e di apostolato: ecco cos’è per me essere Traduttore di Buona Novella