Costruendo insieme la Chiesa sinodale
Documento finale redatto dall’assemblea “Costruendo insieme la Chiesa sinodale”* nell’Assemblea nazionale della rete sinodale (Assisi, 22-23 febbraio 2025)
L’assemblea nazionale “Costruendo insieme la Chiesa sinodale”, promossa ad Assisi il 22-23 febbraio dalla rete di una trentina di associazioni, gruppi e comunità riunitisi nel 2021 per partecipare insieme al Cammino sinodale delle Chiese in Italia, presenta le proposte e le riflessioni emerse dai tavoli tematici nella speranza che siano ascoltate e accolte dalla Seconda assemblea sinodale.
1) Centralità di Gesù il Cristo nella pratica personale e comunitaria del Vangelo
Promuovere una con-vocazione pastorale (in base alla comune vocazione battesimale che è diaconia-servizio), costruendo nella quotidianità della pratica comunitaria una Chiesa popolo di Dio, e favorendo la circolarità, dall’architettura istituzionale alle relazioni, e la centralità di Gesù il Cristo che supera ogni discriminazione, violenza e clericalismo.
Sottolineare la relazione Vita-Parola-Vita, che aiuta a uscire dall’“io” verso il “noi” nell’esperienza di Circoli Biblici attraverso il metodo della Lettura Popolare della Bibbia, che possa esprimersi nelle Celebrazioni della Parola e dell’Eucaristia.
Considerare anche come “segni dei tempi” i ministeri istituiti di donne e uomini, persone laiche fedeli, nell’Accolitato e nel Lettorato, nel respiro missionario della Parola, nella sequela di Gesù il Cristo e nel servizio del Popolo di Dio-Chiesa in uscita.
Ancorare saldamente l’omiletica alla comprensione della Parola di Dio nel legame con la vita di un popolo, di una comunità, ecc.
2) Responsabilità ecclesiale e pastorale delle donne nella Chiesa
Incentivare una corretta traduzione dei passi biblici senza manipolazioni filtrate da una visione patriarcale.
Utilizzare un linguaggio inclusivo e non sessista nei documenti ecclesiali, nelle omelie, nella catechesi e nella liturgia.
Sviluppare la formazione iniziale e permanente sulla questione di genere nelle comunità parrocchiali, nei seminari, negli istituti di Scienze religiose e nelle facoltà teologiche, garantendo la presenza di teologhe e la diffusione dei loro studi e ricerche.
Inserire nella liturgia i passi delle Scritture che rendono visibile l’autorevole presenza delle donne.
Aprire l’accesso a tutti i ministeri a donne e uomini in virtù dello stesso Battesimo, che conferisce pari dignità.
Valorizzare le esperienze comunitarie già in atto, in cui lo spezzare il pane e la Parola viene vissuto insieme da donne e uomini, esperienze alle quali la Chiesa può attingere nel suo cammino di ricerca di linguaggi più autentici.
Prestare ascolto all’esperienza e al pensiero delle donne sulla sessualità, riconoscendone il valore imprescindibile per la riflessione ecclesiale. Ciò permetterebbe anche di superare definitivamente la visione denigratoria della donna, maturata nei secoli ma estranea al messaggio evangelico.
3) Visione della sessualità e presenza delle persone LGBT+
Riconoscere pienamente le persone LGBT+ nella Chiesa e aiutare i genitori affinché la nascita di un figlio LGBT+ sia vista come una benedizione, promuovendo a tutti i livelli ecclesiali iniziative pastorali “con” le persone coinvolte e sostenendo (finché necessario) i gruppi e le associazioni di persone LGBT+, dei loro familiari e degli operatori pastorali che li accompagnano.
Organizzare tavoli di ascolto e confronto diocesani (Uffici per le Famiglie, ecc.) e nazionali per accrescere nei presbiteri la conoscenza delle persone LGBT+ e delle loro famiglie ed educarli ad accoglierle e accompagnarle senza pregiudizi e nel dialogo.
Identificare come abuso psicologico, spirituale e di coscienza e condannare senza ambiguità ogni “terapia riparativa” o “di conversione”.
Fornire adeguati strumenti di comprensione della realtà LGBT+ a preti, comunità, educatori e catechisti, e promuovere un’educazione all’affettività e alla sessualità anche nelle scuole, negli oratori e nei gruppi giovanili.
Diffondere l’esegesi biblica e la riflessione teologica più aggiornate e valorizzarle in vista di un deciso e chiaro aggiornamento della dottrina circa le persone LGBT+.
Eliminare dalla comunicazione della Chiesa ogni espressione offensiva verso le persone LGBT+, valorizzando le veglie per le vittime dell’odio omotransfobico e per il superamento di ogni discriminazione.
Predisporre percorsi di preparazione e accompagnamento per le coppie dello stesso sesso e una liturgia comunitaria di ringraziamento per quelle che si impegnano in un progetto di vita insieme.
Diventare spazio di cura e protezione per chi rischia di essere vittima di ingiustizia, in particolare per le persone con varianza di genere.
Ecco il documento finale con la revisione ortografica completa, inclusa la parte mancante:
4) Rinnovamento delle modalità celebrative
Recuperare e valorizzare le sperimentazioni che collocano la liturgia domenicale nel contesto del piccolo gruppo e della casa come chiesa domestica, realizzate nella pluridecennale esperienza celebrativa delle comunità di base e delle piccole parrocchie che celebrano in assenza del presbitero.
Promuovere la creazione di gruppi liturgici locali che ripensino l’eucaristia a partire dalla consapevolezza che è celebrazione della Vita donata, in cui l’assemblea è protagonista, adattando gli spazi, i simboli e i canti a questa dimensione.
Riconoscere a laiche e laici l’autorità di tenere l’omelia e favorire una maggiore partecipazione dell’assemblea nella proclamazione del Vangelo e nella riflessione comunitaria.
Stimolare le comunità a esprimere professioni di fede che partano dall’esperienza collettiva dell’incontro con Gesù, cogliendo l’occasione del 1700° anniversario del Simbolo di Nicea.
5) Abusi di potere, coscienza e sessuali sulle persone vulnerabili
Ripensare la dottrina sulla sessualità e il ministero ordinato: l’aura di sacralità attorno ai ministri consacrati può legittimare abusi. Il vero problema è la struttura di potere della Chiesa e il clericalismo.
Assicurare trasparenza attraverso l’istituzione di una commissione indipendente e il libero accesso agli archivi ecclesiastici, senza termini di prescrizione per gli abusi.
Prevedere risarcimenti per le vittime di abusi per danni fisici, morali ed economici.
Garantire pari diritti ai lavoratori e alle lavoratrici presso gli enti religiosi.
Introdurre una formazione permanente all’affettività, alla corporeità e al rispetto reciproco, gestita da professionisti neutrali.
Sensibilizzare le comunità alla corresponsabilità nella prevenzione e denuncia degli abusi.
Attuare misure di prevenzione per gli abusi di potere nei percorsi spirituali coperti da segretezza (foro interno).
6) Impegno per la pace, la giustizia e l’integrità del creato
Mettere al centro l’educazione alla nonviolenza, intesa come cura delle relazioni personali e globali.
Superare la centralità della dottrina sacrificale nella teologia della pace e sviluppare una comprensione più profonda delle cause economiche e culturali dei conflitti.
Abolire l’ordinariato castrense (cappellani militari) e operare per politiche di disarmo, compresa l’adesione al Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari.
Spingere per la costituzione dei Corpi civili di pace e promuovere il diritto internazionale attraverso un’ONU riformata.
7) Rapporto con la politica e laicità dello Stato
Promuovere la formazione all’impegno politico basata sul Concilio e sulla Costituzione, con la scelta preferenziale per gli ultimi come criterio di base.
Creare un Osservatorio su economia e disuguaglianze per monitorare politiche fiscali, del lavoro e previdenziali, e un Osservatorio sulla democrazia per studiare leggi elettorali e processi decisionali.
Superare i residui di confessionalismo nella società italiana, a partire dalla sostituzione dell’insegnamento confessionale della religione cattolica nelle scuole statali con un insegnamento laico e obbligatorio di storia delle religioni.
8) Centralità delle persone impoverite nella vita ecclesiale e presenza delle comunità immigrate
Mettere al centro della comunità cristiana l’accoglienza delle persone impoverite (per reddito, disabilità, genere, migrazione, orientamento sessuale, ecc.).
Accettare che la Chiesa si faccia povera per seguire il Vangelo, dove il povero non è un accessorio, ma il cuore della comunità.
Offrire spazi e sostegno concreti ai più vulnerabili, mettendo a disposizione strutture di proprietà ecclesiastica per iniziative di accoglienza.
9) Pluralismo religioso, dialogo ecumenico e interreligioso
Praticare e insegnare un ecumenismo attivo, riconoscendo l’azione dello Spirito in tutte le Chiese.
Aprirsi all’ospitalità eucaristica come segno che l’Eucaristia è dono di Dio e non proprietà di una Chiesa.
Creare Consigli delle Chiese cristiane locali e un Consiglio nazionale delle Chiese cristiane.
Promuovere la conoscenza e il dialogo interreligioso all’interno della Chiesa cattolica.
10) Organizzazione delle comunità cristiane, processi decisionali nella Chiesa, ministeri ecclesiali, trasparenza delle finanze e gestione dei beni ecclesiastici
Superare il modello ecclesiale rigidamente gerarchico e favorire comunità di relazioni partecipative.
Dare identità giuridica alle comunità e affidare l’amministrazione a laici e laiche, alleggerendo il ruolo del parroco.
Rendere obbligatori i Consigli parrocchiali con potere decisionale, eletti democraticamente.
Pubblicare i bilanci di parrocchie e diocesi, certificandoli esternamente.
Rinunciare alle quote non espresse dell’8 per mille e riformare il sistema di finanziamento della Chiesa.
Coinvolgere la comunità nelle decisioni sui beni ecclesiastici, da destinare a scopi sociali.
Ripensare il ruolo del presbitero e aprire il ministero ordinato alle donne.
Riesaminare la possibilità di ordinare viri probati e riammettere i presbiteri sospesi o dispensati per matrimonio.
Modificare il Codice di diritto canonico per renderlo più funzionale a una Chiesa sinodale.
Ripensare (o abolire) il Dicastero per la Dottrina della Fede.
23 febbraio 2025
*L’assemblea “Costruendo insieme la Chiesa sinodale”, è stata promossa dalla rete Sinodale a cui aderiscono: Adista, Associazione comunità Emmaus, Cammini di speranza, Centro italiano femminile-Lombardia, Centro interconfessionale per la pace-Cipax, Comunità cristiane di base, Comunità di via Germanasca – Torino, Coordinamento 9 marzo-Milano, Coordinamento teologhe italiane, Costituzione, Concilio e cittadinanza – C3dem, Decapoli, Donne per la Chiesa, Fraternità Arché, Il faro, Il foglio-Torino, Il gibbo, La tenda di Gionata, Noi siamo Chiesa, Noi siamo il cambiamento, Ordine della sororità, Pax Christi, Per una Chiesa diversa, Ponti da costruire-Napoli, Preti operai, Pro civitate christiana, Progetto adulti cristiani LGBT, Progetto giovani cristiani LGBT, 3VolteGenitori, Viandanti.