Costruire santuari. Preghiere attorno alla Croce per riconciliarci con chi abbiamo escluso nelle nostre chiese
Testo tratto dal libretto “Prayer and Reflections – Facilitators Guide” (Guida per imparare a facilitare l’inclusione nelle chiese delle persone LGBT+) realizzata dal progetto Creating Sanctuary* (Gran Bretagna), liberamente tradotto da Diana, parte settima
Sessione 4 (Preghiere attorno alla Croce)
Create una croce con delle candeline disposte sul pavimento, o distribuite a ogni partecipante una candela.
Come nelle settimane precedenti, dopo il tempo dedicato a esprimere i propri pensieri e le proprie riflessioni, portate il gruppo attorno alla Croce per una breve preghiera. Il facilitatore potrà porre delle candeline sul pavimento a forma di Croce ed accenderle all’inizio di questa sessione, oppure invitare i partecipanti ad accendere la propria candela e a fare insieme il segno della croce.
1. Parole dalla Croce
Gesù disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. (Luca 23:34)
Le parole di Gesù a sua madre e al discepolo amato mostrano il profondo affetto che lo legava a loro. Ecco il patto d’amore in azione: la madre di Gesù e il discepolo amato gli erano accanto nelle ore più buie della sofferenza e del rifiuto, e al tempo stesso Gesù si rivolgeva a loro, nel dolore, per esortarli ad essere sempre presenti l’uno per l’altra.
2. Pausa di riflessione
Gesù ha compassione della folla. C’erano molti gruppi nella folla, ma il testo evangelico non fa alcuna differenza tra di loro. Dobbiamo presumere che l’evangelista abbia messo a fuoco ogni gruppo: i soldati, i governatori romani, i capi religiosi giudaici, gli amici e i discepoli. Tutti agivano, in modi differenti, spinti dall’ignoranza e dal pregiudizio. A ognuno di essi Gesù offre empatia e perdono. Come ci parla questo testo in questa discussione? Per esempio, abbiamo appena evidenziato dei punti da approfondire: come si collegano con la preghiera di Gesù?
Prendetevi ora un momento individuale per offrire a Dio quello che avete scoperto. Poi, in gruppo, dedicate del tempo a riconoscere il bisogno di essere empatici verso chi viene rifiutato, il bisogno di riconciliarci con Dio e con coloro che, a pelle, vorremmo rifiutare o escludere.
3. Preghiere di perdono e riconciliazione
Invitate il gruppo a leggere in silenzio queste preghiere, o sceglietene una da leggere ad alta voce. Potete anche invitare a fare preghiere spontanee, se può essere utile.
Preghiera 1
O Dio, sappiamo di non essere stati all’altezza.
Voltiamo le spalle quando potremmo abbracciarci,
rimaniamo in silenzio quando potremmo parlare,
parliamo quando dovremmo ascoltare,
chiudiamo la porta quando dovremmo spalancarla,
giudichiamo quando dovremmo cercare di capire,
siamo avari quando dovremmo dare.
Perdonaci, Signore, per essere a volte troppo umani,
e aiutaci a continuare a crescere per diventare come tu ci hai creat*
tramite Cristo nostro Signore. Amen
Preghiera 2
Dio grande e misericordioso
Per l’apatia
per la meschinità
per la noia
per l’orgoglio
per il giudizio
per il disprezzo
per tutti i modi in cui ti facciamo del male ferendo noi stessi e gli altri, perdonaci. Portaci verso di te, guariscici e completaci. Per questo ti preghiamo. Amen
Preghiera 3
Ci sono delle volte, o Signore, in cui il nostro più grande peccato non è ciò che facciamo, ma quanto non facciamo. Per tutte le volte in cui non abbiamo alzato la voce; per tutte le volte in cui non abbiamo agito; per quelle volte in cui non abbiamo reagito, perdonaci.
Dacci il coraggio di nominare ciò che è sbagliato quando lo vediamo.
Dacci la fiducia per fare ciò che è difficile.
Dacci la grazia di andare verso gli altri anche quando ci spaventa o è scomodo.
Per questo ti preghiamo nel nome di Gesù. Amen
Preghiera 4
Signore Dio, siamo un popolo imperfetto, e abbiamo bisogno del tuo amore.
Perdonaci quando ignoriamo i tuoi figli che gridano angosciati.
Perdonaci quando scegliamo di non vedere coloro che ci spaventano, o ci disturbano, o ci ricordano troppo noi stessi.
Perdonaci quando mettiamo le regole davanti alle persone, e preferiamo la legalità alla tenerezza, e il giudizio alla misericordia.
Rendici capaci di vedere come tu vedi, spalancat* alla possibilità della compassione e della grazia. Amen
4. Canto di chiusura
Si può suonare In Christ Alone di Keith Getty e Stuart Townend a conclusione delle preghiere, o dopo la sessione, per ricordare la centralità della Croce nel perdono e nella riconciliazione.
Solamente in Cristo si trova la mia speranza,
Lui è la mia luce, la mia forza, il mio canto,
una pietra angolare, un terreno sicuro,
fermo attraverso le più feroci tempeste e siccità.
Quali altezze d’amore, quali profondità di pace
quando le paure si acquietano, quando gli sforzi cessano.
Mio Consolatore, mio tutto in tutto,
sono nell’amore di Cristo.
Solamente in Cristo! che si fece carne
la pienezza di Dio in un bimbo indifeso.
Un dono d’amore e di giustizia,
disprezzato da coloro che venne a salvare,
finché su quella croce Gesù morì,
e l’ira di Dio fu soddisfatta.
Ogni peccato su di Lui posto
qui nella morte di Cristo io vivo.
Là sul suolo giace il Suo corpo,
la luce del mondo massacrata dalle tenebre:
poi, irrompendo nel giorno glorioso,
Egli risuscitò fuori dalla tomba,
e si erge vittorioso.
La maledizione del peccato ha perso la sua presa su di me,
perché io sono Suo ed Egli è mio
riscattato dal prezioso sangue di Cristo.
Nessuna colpa in vita, nessun timore nella morte,
questo è il potere di Cristo in me,
dal primo grido in vita fino all’ultimo respiro,
Gesù comanda il mio destino.
Nessun potere dell’inferno, nessun piano dell’uomo,
potrà mai strapparmi dalla Sua mano
finché non tornerà, o mi chiamerà a casa
rimarrò in potere di Cristo.
* Creating Sanctuary è un progetto inglese che ha beneficiato del sostegno di molte persone ed organizzazioni che s’impegnano a far si che le nostre chiese siano sempre dei luoghi sicuri per le persone LGBT+ piene dell’amore inclusivo di Dio.
Scrivono nel sito del progetto Creating Sanctuary: “Qualunque siano le nostre convinzioni teologiche, crediamo che le nostre chiese vogliano essere luoghi più sicuri – dei santuari se credete – per tutti. È particolarmente importante che le nostre chiese siano luoghi più sicuri per la cura e il benessere di coloro che hanno subito ferite, rifiuto o emarginazione. Quando a Gesù fu chiesto quale fosse il più grande comandamento, ne diede due: “Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e con tutte le tue forze”. Il secondo è questo: “Ama il prossimo tuo come te stesso. Non c’è comandamento più grande di questi”. (Marco 12:30-31).
Testo originale (PDF): Prayer and Reflections – Facilitators Guide
> Guida per imparare a facilitare l’inclusione nelle chiese delle persone LGBT+