Costui è l’erede. Su, uccidiamolo! (Matteo 21,33-43)
Riflessioni bibliche di don Andrea Bigalli*
Le simbologie evangeliche non sempre sono trasparenti, ma per lo più si fanno illuminare dalla luce che sgorga dall’esperienza umana, soprattutto quella quotidiana, della vita usuale di lavoro, servizio, comunicazione. Se alcune pagine ci sembrano difficili è perché nel frattempo alcuni elementi del mondo sono cambiati; per fare esegesi occorre riconsiderare quanto è stato e quanto, al fondo anche di cambiamenti epocali, resta immutato nella realtà umana, quanto non può cambiare perché radicato nel cuore umano, non certo nelle strutture sociali o tecnico scientifiche.
Il racconto di questo brano evangelico rimanda alla vigna come segno del popolo di Dio, ambito di comunicazione e di incontro tra Egli e gli esseri umani. Noi non abbiamo molta dimestichezza con piante di viti o altro a meno di non fare questo lavoro da agronomi o vivere in campagna; ma sappiamo intuire la necessità di cura e passione per la propria coltivazione, quanto amore occorra per far crescere vita. In questa vigna coloro che dovevano amministrare secondo il cuore e la logica divina – quindi secondo giustizia e verità – hanno rinnegato il loro compito e non corrispondono al sogno che ci sia nel mondo una vendemmia di pace e di gioia. La venuta dei profeti non ha consentito alla gerarchia del tempo un cambiamento, il volgersi a Dio della coscienza: e anche il Figlio sembra essere travolto dalla crudeltà umana, che rifiuta il dono di amore di tale raccolto.
La durezza della reazione del proprietario della vigna è espressione del dolore per le vite spezzate ed il lutto che infesta la Terra; chi semina violenza, da questa scelta di morte sarà travolto. Se una generazione fallisce rifiutando di collaborare al progetto divino, un’altra prenderà il suo posto, sullo scarto del mondo Dio costruisce quella casa in cui tutti gli amati nello Spirito (quindi non certo quelli confinati nei recinti delle logiche umane od ecclesiali, prescritti secondo i sensi della conformità che segna inclusione o espulsione dalla chiesa stessa) troveranno dimora. La citazione dal salmo 118 al versetto 42 è applicata nel Nuovo Testamento a Gesù, che risorge da morte mostrando come Dio operi lo sconvolgimento delle categorie umane, dando ragione a ciò che è rifiutato e negato.
Se la tristezza del lutto ci appare evidente nel racconto della durezza di cuore dei contadini, c’è una esultanza nello spirito in questo passaggio di Resurrezione che ci consola e ci consente di non cedere mai allo spirito (qui scritto minuscolo) del mondo, che emargina e rattrista. Noi siamo figlie e figli della gioia del Cristo, in tale gioia risplenderanno i giusti. Chi pretese di distruggere la vita del Signore, vide annullati i propri progetti di morte il giorno dopo il sabato, al sepolcro vuoto.
.
Vangelo di Matteo 21, 33-43.45
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
.
* Andrea Bigalli, prete diocesano dal 1990, parroco di Sant’Andrea in Percussina, a San Casciano val di Pesa (Firenze) dal 1999. Giornalista pubblicista, critico cinematografico, referente regionale di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie per la Toscana. Accolto dalle amiche e gli amici di Kairos già da diversi anni, presta anche da loro il suo servizio di ministro e le\li ringrazia molto per tutto quanto di bello e di importante gli hanno insegnato nel frattempo.