Crescere con i segreti. “Con chi esci?”
Riflessioni di Marta*, semplicemente una madre
“Stasera sera non ceno a casa”. E’ così raro che (mio figlio) esca, che non gli faccio di sicuro dei problemi. “Va bene, così io mi organizzo per conto mio”, gli dico subito. Bisogna pur cominciare con l’autonomia, e si inizia un po’ alla volta, ci si allena un po’ alla volta. I figli ad uscire, i genitori a tollerare le uscite. E’ così per tutti. Non è certo un problema. Tutti i figli fanno più o meno così. Poi mi vengono i dubbi. Malefici. Li conosco. So che sono dubbi inutili, fatti solo per rendere tormentosa la mia solitudine.
“E con chi esci?”, gli chiedo, con un sorriso che mi scappa da tutte le parti. Sembra quasi non avere voglia di rispondere. Poi io gli sorrido, lo rassicuro, ma allo stesso tempo lo sfido: “Puoi anche raccontarmi una balla, tanto non ho modo di verificare.”.
Così, un po’ seriamente un po’ non, mi risponde: “Con i compagni del liceo.”. Sarà vero? Non lo so. E non lo saprò mai. Già. Sono una genitrice un po’ strana, io. So che non lo saprò mai davvero, ma so anche che va bene così. L’autonomia, l’autonomia è l’obiettivo.
Del resto io mica racconto tutte le mie faccende a mia madre, no? E con l’altro figlio, il più grande, che vive cinque giorni alla settimana via da casa, mica so che cosa fa? Certo, Whatsapp è una gran cosa: mi permette di avere notizie sulla sua esistenza in vita ogni sera. Ma nulla di più. Devo farmela bastare.
Sostanzialmente mi fido dei miei figli, so più o meno cosa fanno, e non sono preoccupata. Non lo ero, almeno. Una volta non lo ero. Ma non posso nascondere che per Marco le cose sono cambiate.
Chissà con chi esce davvero stasera! Una volta avrei sperato di conoscere prima o poi una sua qualsivoglia compagna, o fidanzata, o innamorata … una volta lo pensavo. Ma adesso so che non è più così. E’ passato un anno da quando ce lo ha detto(che è gay). Un anno.
A volte mi chiedo perché non ne abbia più parlato. Poi mi rispondo che a me tocca la pazienza. Che è già tanto che ce l’abbia detto. Oppure quando mi ha detto che sarebbe uscito, speravo intavolasse il discorso più approfonditamente? Forse, forse lo speravo.
Così, come tante al tre volte, in questo ultimo anno, ripercorro la sua vita, quella che ho conosciuto, che ho creduto di conoscere. E la luce della rivelazione illumina in modo nuovo anche i ricordi.
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* Conosco Gionata.org ormai da anni. È stato il luogo che più ho frequentato in internet per cercare di capire un’altra vicenda fondamentale nella mia vita. Qui ho conosciuto persone molto belle. E ho avuto modo di conoscere di persona anche i webmaster.
Giorni fa, parlando con Innocenzo, gli ho detto che mi piacerebbe scrivere di queste mie vicende su Gionata, ma che non so neppure da dove cominciare, tanto è un groviglio, che non è facile dipanare.
“Fallo a puntate”, mi ha risposto. E allora, se volete, questa può essere una puntata, un po’ diario, un po’ ricordo. Un racconto in itinere. Che un po’ va avanti, e un po’ torna indietro, per cercare di capire, e trovare il filo di una vicenda normale, perché normale è innamorarsi e amare, anche se l’orientamento non è quello normalmente considerato normale.
Non ho idea di come andrà a finire, perché si sta ancora svolgendo. E io non ho ancora compreso tutto. Anzi, a volte mi pare di non aver capito niente.