Crescere trans. La testimonianza di Luna, tra consapevolezza e comunità
Testimonianza di Luna LeFort rilasciata a Zosia Bielski, pubblicata sul sito del quotidiano The Globe and Mail (Canada) il il 16 luglio 2015, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Originaria di Cape Breton in Nuova Scozia, la diciannovenne Luna LeFort ha appena terminato il suo primo anno all’università di Moncton, dove studia musica. Ha fatto il suo coming out a 16 anni e ha cominciato a presentarsi come una ragazza un anno fa.
Prima dei 12 o 13 anni, a dire il vero, il genere non era un problema. Era poco importante con chi giocavi. Ho finito per frequentare di più le ragazze. A 14 anni non ero interessata allo sport né andavo dietro alle cose maschili. Avevo circa 16 anni quando ho fatto una ricerca su Google e ho trovato una parola: transgender. Fu allora che capii tante cose. Stavo cercando il posto giusto per me e l’avevo trovato. Volevo essere a mio agio.
Cominciai a uscire allo scoperto con le mie amiche: alcune mi sostennero con entusiasmo, altre non avevano idea di cosa si trattasse. Ho dovuto spiegare molte cose. Alcune di loro avevano già in testa una mia immagine ed ecco che, improvvisamente, quell’immagine cambiava. Dissi loro: “Sono sempre stata una ragazza, solo che non lo sapevate”. È un po’ come Plutone, che non è mai stato un pianeta: prima ci eravamo sbagliati.
Mio padre, che lavora nell’esercito, mi ha sostenuto da subito, appena gliel’ho detto. Lui è il tipo di persona che dice “Non pretendo di capire, ma ti sosterrò”. Mia madre mi ha accettato, ma con esitazione. Per un po’ è stata il classico elefante nella stanza. Non l’ho mai detto al mio fratello più giovane e alla mia sorella più anziana, ma dopo un po’ hanno capito. Una volta che vedi tuo fratello vestito in abiti femminili ti dici “Sta succedendo qualcosa”. Ora mi presento come una donna il 50% del tempo. Se oggi mi sento femminile, mi vestirò di conseguenza. Il giorno dopo sono pigra e mi metto jeans e maglietta. Non odio il mio aspetto.
Se mi presento come un uomo, uso la toilette maschile. Se mi presento come donna, quella femminile. Nelle toilette femminili ho causato un po’ di scompiglio, molte mi hanno guardato male, ma ho imparato ad affrontare la cosa. Se tu, trans, sei spaventata, prendi con te qualcuno che ti difenda. È abbastanza triste, anzi, frustrante. Noi giovani trans vogliamo solo vivere la nostra vita.
Per la mia piccola comunità la cosa più importante dovrebbe essere l’istruzione, insegnare ai giovani trans, dare loro gli strumenti di cui hanno bisogno. Io ho imparato da Internet, una risorsa senza pari per un’adolescente trans. Più tardi ho trovato un gruppo di supporto dove posso parlare di persona con persone simili a me, invece di dover spiegare tutto dall’inizio. È importante trovare una comunità che ti sostiene e ti accetta, per essere al sicuro. Il numero aiuta.
Testo originale: Growing up trans: Six teens open up about discovering who they really are. Luna LeFort