Cristiana e lesbica. Non è una contraddizione e non lo sei neanche tu
Riflessioni tratte dal blog sisterfriends-together del 13 febbraio 2008, liberamente tradotte da Marta
Quando ho scritto questa frase, un po’ di tempo fa, e anche ora, mentre scrivo questo post, sto pensando a te, che credi non esista affatto una “lesbica cristiana”.
Tu la ritieni una contraddizione in termini e, ancor di più, un’offesa al Vangelo. Sei convinta che se qualcuno si ritiene cristiano, chiederà perdono per la propria omosessualità e cercherà di fare tutto il possibile per cambiare.
Nel caso ciò non fosse possibile, si impegnerà almeno a non praticare l’omosessualità. Sto pensando anche a te che, pur dubitando dell’esistenza di una “lesbica cristiana”, a volte hai confessato a te stessa di desiderare, anche mentre ami Cristo e sei impegnata a vivere una vita cristiana, una relazione intima e amorevole con una donna.
A causa di questo apparente conflitto ti sembra che alla fine dovrai prendere una decisione: o allontanarti dalla tua fede in Dio oppure negare, rifiutare o provare a cambiare la tua attrazione nei confronti delle donne.
Che sia il primo paragrafo oppure il secondo a descrivere la tua situazione, io sto scrivendo come qualcuno che la conosce bene, perché un tempo mi trovavo nella tua stessa posizione. Per gran parte della mia vita ho creduto che l’omosessualità fosse un peccato che allontanava le persone buone dalla vera fede in Dio.
Guardavo talk-show cristiani e ringraziavo coloro che condividevano storie di liberazione dallo “stile di vita gay”.
Non esitavo a condividere le mie convinzioni con gli amici d’università che si aprivano con me parlandomi delle loro battaglie con la sessualità, perché li amavo e non volevo vederli incamminarsi lungo una strada che li avrebbe portati lontano da quel luogo dove pensavo che Dio li volesse.
Un paio d’anni dopo, fui io ad essere impegnata in un conflitto interiore come mai ne avevo conosciuti prima e che mai avrei potuto immaginare.
La mia fede in Cristo significava tutto per me e il mio più grande desiderio era quello di vivere in modo tale da onorare Dio, ma improvvisamente mi resi conto che quei sentimenti senza nome che m’accompagnavano da una vita intera erano proprio ciò che avrebbe maggiormente deluso l’amore di Dio.
La mia paura e vergogna erano così grandi che non ne parlavo con nessuno e passavo le serate a invocare Dio, con preghiere ricche di promesse. Cambierò. Farò qualsiasi cosa sia necessaria.
Non farò mai nulla che possa disonorarti. Morirò piuttosto che farlo. E con preghiere di supplica. Ti prego, perdonami per qualsiasi cosa io abbia fatto per far sì che tutto ciò accadesse. Cambiami. Aiutami. Non lasciarmi. Ti prego, non odiarmi.
In quei momenti guardavo la strada del mio futuro e non vi vedevo nulla di buono. Ci sono davvero passata. Ho davvero detto, fatto e sentito tutto questo, ma il primo o il secondo paragrafo non rappresentano più ciò che sono, o ciò in cui credo.
La mia posizione rispetto entrambe le parti della mia vita, quella di essere cristiana e quella di essere lesbica, è diversa.
Sono cristiana
C’è stato un momento nella mia vita in cui ho deciso volontariamente di dire sì ad una relazione con Dio attraverso Cristo, riconoscendo che era tramite la vita, la morte e la resurrezione di Gesù che la presenza salvifica di Dio era comparsa nel mondo.
Ero una bambina la prima volta che dissi sì e, anche se nei miei giorni migliori vivo il mio sì in modo imperfetto, scelgo sempre di dire sì ogni giorno della mia vita.
Sì, amo Dio sopra ogni cosa. Sì, seguirò il volere di Dio. Sì, cercherò d’amare gli altri proprio come amava Cristo. Sì, sarò la Grazia di Dio nel mondo.
Non sono cristiana perché seguo i miei principi morali, ma perché seguo i principi morali di Dio e l’opera compiuta di Cristo, data liberamente a tutti. (Giovanni 11:25, 5:24, 20:31. Lettera ai Romani 1:16. Lettera agli Efesini 2:8, 9. Lettera ai Colossesi 1:21 – 23) La salvezza non dipende da nient’altro. Non dipende dall’aderenza alla tradizione della chiesa, né dal credere alle dottrine o alle opinioni religiose.
La sicurezza della mia fede ha le sue basi in Cristo e in Cristo soltanto, e aggiungere condizioni o obblighi a questa realtà significa sottintendere che la morte e la resurrezione di Gesù non è stata sufficiente, che Gesù si sbagliava quando disse, sulla croce “Tutto è compiuto”.
Se una chiesa potrà anche affermare “Credi come crediamo noi e fa’ come facciamo noi, e così potrai unirti a noi”, Gesù invece accoglie tutti coloro che si basano in nient’altro che non sia l’amore e la grazia di Dio.
Sono lesbica
Se è vero che mi ricordo esattamente il luogo e il momento in cui a 5 anni diventai cristiana, non c’è mai stato invece un singolo momento in cui ho scelto coscientemente di essere lesbica, e accetto con un misto di leggero divertimento e di irritazione che alcune persone sostengano che si è trattato di una scelta.
E’ incredibile e sì, a volte anche esasperante, che persone che non conoscono personalmente me o altre persone lesbiche, gay, bisex, trans e queer (LGBTQ) possano essere così presuntuose da credere di conoscere la realtà delle nostre vite più di quanto la conosciamo noi stessi.
La mia Diletta ed io stiamo insieme da quasi nove anni. Ci siamo sposate in una chiesa piena di amici e in presenza di Dio.
Non c’è nulla della nostra vita insieme che sembrerebbe strano, o insolito, se la persona che amo fosse un uomo, e se la nostra relazione fosse eterosessuale. Io preparo la colazione. Lei rifà il letto. Ci facciamo la doccia, ci vestiamo e andiamo a lavoro. Durante la giornata ci chiamiamo per dirci quanto ci amiamo, o per ricordare all’altra di prendere del latte ritornando a casa.
Dopo cena i piatti vengono rigovernati, guardiamo la televisione o giochiamo con i nostri gattini, oppure giochiamo a golf attorno a casa, finché non è ora di andare a dormire, momento in cui ci addormentiamo l’una a fianco dell’altra. Non c’è nulla di stravagante nella nostra vita.
Nulla di insolito. Qualcuno potrebbe addirittura considerarla noiosa, io invece custodisco ogni giorno come una benedizione gioiosa e stupefacente.
E tuttavia, c’è qualcosa di molto diverso nell’essere lesbica in un mondo come questo. Essere lesbica significa sapere che in certe parti del mondo non puoi tenere la mano della partner in pubblico, come invece fanno le coppie etero senza correre il rischio di venire ridicolizzate, assalite o imprigionate.
Essere lesbica significa afferrare il giornale ogni mattina o guardare il telegiornale ogni sera per sentire la notizia di qualche nuova legge che si sta dibattendo e che se fosse accettata avrebbe un impatto negativo sulla tua vita.
Essere lesbica significa ascoltare falsi stereotipi venire usati dagli evangelisti televisivi per ritrarre te e le persone che ami, ogni Domenica mattina, tutto nel nome di Dio.
Essere lesbica significa cercare di spiegare agli estranei l’inesistenza dello stile di vita gay e l’inesistenza di un programma di promozione dell’omosessualità a scapito dell’eterosessualità. Ma essere lesbica significa anche di più. Essere lesbica significa celebrare la gioia di essere una donna.
Essere lesbica significa dare piena espressione alla profondità dell’amore che è in te. Essere lesbica significa vivere saldamente con l’approvazione di Dio, piuttosto che con l’approvazione degli altri.
Essere lesbica significa essere solidali con coloro che vengono lasciati in disparte, sia che si tratti dei poveri, dei malati, degli anziani o di qualsivoglia creazione di Dio che la maggioranza non ritiene accettabile. Essere lesbica significa scoprire la propria forza d’animo e vivere con coraggio.
Essere lesbica significa incontrare il coraggio di un’altra donna quando prende la vostra mano in una stanza piena di estranei o quando mostra il proprio anello di matrimonio con orgoglio, senza imbarazzo o senza curarsi di quello che gli altri penseranno.
Io sono cristiana. Questa è la mia fede. Io sono lesbica. Questo è il mio orientamento sessuale. Non chiedo perdono per essere una di queste due cose, e se dopo tutto quello che è stato detto e fatto io rimango una contraddizione agli occhi di certa gente, beh, va bene così.
Non posso evitare che qualcuno non accetti la presenza di Dio nella mia vita, o che chiami pervertito l’amore tra me e la mia compagna, o che neghi la salvezza attraverso la sola fede, pretendendo che io sia eterosessuale per riceverla.
Allo stesso modo, nessuno può togliermi la fede in Dio, o rovinare l’amore che ho avuto la grazia di condividere con la mia Diletta, o dire o fare qualcosa che mi separerà dall’amore di Dio che ho per Gesù Cristo.
Amo essere cristiana e amo essere lesbica, perché per me l’importante è vivere una vita di integrità e gratitudine per tutto ciò che Dio ha fatto attraverso Cristo, e per tutto ciò che Dio sta compiendo in me.
Testo originale: Christian. Lesbian. It’s not a contradiction. Neither are you