Cristiani e omofobia: ce la possiamo fare?
Riflessioni di Massimo Battaglio
Il rapporto tra cristiani e omofobia sembra sempre più complicato. Mentre celebriamo le nostre veglie, si moltiplicano le aggressioni e gli atti discriminatori. L’ultima è di mercoledì 20 maggio a Milano: un ragazzo sfigurato perché mangiava pane e nutella col suo compagno. Quella precedente, sempre a Milano la settimana prima, aveva avuto come vittima lo youtuber Iconize. Nell’intervallo tra le botte, due signori sui quaranta, intervistati da Repubblica, si erano trovati al centro di una valanga di insulti via web.
Nel frattempo, il cristianissimo Adinolfi aveva festeggiato la Giornata Mondiale contro l’Omofobia con una delle sue uscite: “L’Italia non è un Paese Omofobo. Conte dia piuttosto risposte alle famiglie con figli che sono alla fame”. A parte l’evidente distorsione della realtà, c’è da chiedersi dove sia la contraddizione tra crisi economica post coronavirus e questione omosessuale.
E va bene. Mi sarei stupido del contrario. Mi stupisco un po’ di più nel vedere le dichiarazioni adinolfiane riportate sulla pagina facebook di un prete della mia diocesi che si dà del fine teologo esperto in pastorale vocazionale. Ma è possibile? Dove studiano i fini teologi di oggi? Non riescono proprio, tra un san Tommaso e un san Pio V, a trovare anche il tempo per guardare fuori dalla finestra? Ci vorrebbero corsi di educazione sessuale per preti, ma anche per laici, per tutti. E che siano corsi scientifici; non come quelli intitolati “gender e vaccini, l’umano sotto attacco”, che lo stesso fine teologo di cui sopra promuove nella sua parrocchia.
Nelle stesse ore, Gionata pubblica un contributo di padre James Martin sull’accoglienza delle persone lgbt nelle scuole cattoliche. Il pezzo rimbalza su alcune pagine social e raccoglie alcune reazioni da persone che si professano cristiane. Lascio perdere quelle dei blog più blasonati (che non citerò mai a meno che non paghino molto bene) e mi concentro su qualche commento più anonimo. Come quello del signore che, sotto il titolo “Le scuole cattoliche devono imparare ad ascoltare gli studenti LGBT”, scrive:
“Soprattutto a spiegargli che non si comprano i bambini”
gli chiedo cosa intende dire e lui, che non vedeva l’ora, mi sciorina una risposta evidentemente già pronta:
“….ovvio che ascoltare una persona gay … non significa indottrinarlo alla ideologia LGBT che prevede utero in affitto pseudomatrimoni …ma aiutarlo a trovare un equilibrio”.
Ok, capito: “utero in affitto“, pseudomatrimoni… questo provoca. Chiudiamola qui. Inutile discutere con chi adora i propri pregiudizi e accusa altri di ideologismo. In questi casi, le possibilità sono due: o l’interlocutore soffre di solitudine, o si vergogna della propria omosessualità. E non è con un altro post su Facebook, che si entra in dialogo. Cristiani e omofobia sono un binomio che richiede ben altri strumenti per essere sgretolato.
Strano: come può, chi crede in Cristo, coltivare sentimenti d’odio o anche solo di paura nei confronti dei propri fratelli solo perché sono un po’ diversi da lui?
Eppure vale la pena riportare un passaggio di un insigne professore di diritto penale, Mauro Ronco, udito il 21 maggio dalla Commissione Giustizia della Camera a proposito della legge contro l’omofobia, che dovrebbe finalmente andare in aula a luglio. L’esperto, presidente dell’organizzazione di stampo cattolico “Centro studi di Livatino”, chiamato in causa dalla Lega, dice così:
“Siamo di fronte a (…) dottrine che vogliono staccare identità sessuale a identità biologica. Non siamo su una normativa sull’omofobia. Ma su una normativa che vorrebbe censurare le critiche contro potenziali orientamenti sessuali considerati espressioni di disturbi di carattere sessuale: voyeurismo, masochismo, sadismo. La censura di tutta una serie di opinioni che ritengo valide di critiche forti che potrebbero essere alla base di atteggiamenti violenti”.
E niente: ringrazio il professore che mi ha aiutato a scoprirmi voyeurista, masochista e sadico. In cinquantaquattro anni, non ci avevo mai fatto caso. Cristiani e omofobia sono termini che continuano a fare troppo rima. Ce la potremo fare?