Cronache di ordinaria omofobia nel 2020
Riflessioni di Massimo Battaglio
L’anno scorso, nei due articoli “Cronache di ordinaria omofobia” avevamo esaminato (su gionata.org) i numeri del fenomeno omofobo secondo due parametri. Da una parte avevamo visto “i luoghi della discriminazione“.
Si notava una diversa distribuzione degli episodi emersi tra nord, centro e sud. Il nord sembra più omofobo ma solo perché, al sud, si denuncia meno.
Nei grandi centri si registrano molte vittime, ma solo perché la popolazione è maggiore e, in particolare, perché le persone lgbt tendono a migrare verso le grandi città.
Dall’altra parte avevamo riflettuto su le vittime della discriminazione. Si registrano più maschi che femmine perché la nostra società è ancora molto maschilista e non sopporta che un uomo “si degradi” al ruolo di donna. Si registrano più giovani che anziani perché questi ultimi sono abituati a vivere la loro sessualità in modo più nascosto.
Quest’anno vorrei proseguire le Cronache riflettendo su un particolare fenomeno che tocca maggiormente un’associazione come la Tenda di Gionata, e cioè l’omofobia religiosa.
L’omofobia dei preti
Nei sette anni e mezzo in cui ho osservato l’evolversi del fenomeno omofobo, ho registrato circa 1050 vittime (dico circa perché i numeri sono in continua evoluzione). In ben dieci di essi, il colpevole è un sacerdote. E non parliamo di prediche infervorate contro l’omosessualità o di battute sprezzanti o ancora, nell’aver ospitato conferenze omofobe in parrocchia. Si tratta proprio di episodi di violenza, fisica o psicologica; cose perseguibili penalmente.
Si va dal cacciare a pedate due fidanzate dall’oratorio, all’escludere una ragazza lesbica dall’essere madrina. Clamoroso quel parroco vicino a Gorizia, che pretese che gli scout del paese destituissero il loro capo perché si era unito civilmente con un consigliere comunale. Ma ancora più gravi sono i casi di sacerdoti che si prestano a esorcizzare giovani gay, convinti che l’omosessualità non sia altro che una possessione demoniaca.
Dieci su mille sembra poco. In fondo fa solo l’un per cento. Solo che i preti non sono l’un per cento della popolazione. In Italia abbiamo un prete ogni circa tremila abitanti. Il che significa che la probabilità di incontrare un omofobo tra i preti è trenta volte più alta di quella di trovarlo tra i laici. La dico ancora più chiara: i preti sono trenta volte più omofobi dei laici!
Ora: è comprensibilie avere un’opinione molto negativa dell’omosessualità. Una disattenzione, una lettura superficiale del magistero, una paura del tema dovuta alla consapevolezza che molti propri confratelli son gay nascosti, si possono capire. Pedate e atteggiamenti discriminatori, no. E men che meno prestarsi a pratiche devastanti come l’esorcismo.
L’esorcismo è la forma estrema di sacralizzazione dell’omofobia.
Le cronache ci avvertono che, abbastanza spesso, i preti non si limitano combinare disastri in confessionale. A volte consigliano il ricorso a terapie riparatibe o almeno “a un buono psicologo”; altre volte fanno in proprio, sentendosi esperti di sessuologia e psicologia. Troppo spesso si lanciano in pratiche esorcistiche.
Il primo caso clamoroso emerse nel 2017 grazie alla trasmissione “Le Iene“. Ebbe una discreta eco giornalistica. Subito dopo, diversi gay e lesbiche tersimoniarono di essere stati sottoposti a trattamenti simili. Un’indagine su neg.zone riporta quattro diverse testimonianze di ragazzi che, dopo il coming out in famiglia, sono stati trattati come indemoniati. E sempre si è trovato il prete disponibile a intervenire per “liberarli”. Altre quattro storie erano state raccolte da SPYit.it in un servizio del 2018. La figura dell’esorcista è evocata molto spesso dai genitori di giovani gay.
Questi sono gli episodi venuti alla luce. Non riesco a immaginare la reale portata del fenomeno. Mi domando solo se in Italia ci siano davvero preti così ignoranti o se agiscano in malafede.
Religione e politica
L’anno scorso avevo osservato che le cronache di episodi omofobi erano aumentate a dismisura con l’instaurarsi del governo leghista. Qualcuno aveva obiettato che fosse una nota un po’ di parte. E’ però singolare che, subito dopo la caduta dello stesso governo, i numeri dell’omofobia sono tornati nella media. Evidentemente non avevo tutti i torti.
C’è un rapporto stretto tra l’esaltazione della forza come strumento politico, e il dilagare dell’odio e della violenza in tutte le sue forme, compresa quella omofoba. E temo che lo stesso dilagare dell’omofobia abbia qualcosa a che fare con l’esibizione di una religiosità come quella di Salvini. Una religiosità all’antica, mista di superstizione, piegata al servizio del potere.