Da Aosta a Palermo, tante veglie di preghiera contro l’omofobia
“Ascolto, comprensione e accoglienza” sono le “tre parole chiave che ci fanno veri imitatori di Gesù”. E “come lo era per Gesù, anche per noi deve essere importante una cosa, il prossimo che ci sta di fronte, ascoltarlo, capirlo e accoglierlo”, senza temere le differenze culturali e affettive.
Questo il cuore della predicazione tenuta il 17 maggio scorso da Valentino Coletti della segreteria Refo-Rete Evangelica Fede e Omosessualità, durante la celebrazione ecumenica romana in occasione della V Giornata mondiale contro l’omofobia.
La condizione necessaria dell’amore evangelico sta, secondo Coletti, nella capacità di “includere”, soprattutto quelle persone che la tradizione culturale e religiosa del nostro Paese ha storicamente messo ai margini, impedendo loro una vita serena e la possibilità di crescere liberamente nella comunità dei credenti.
Ad esempio, spiega Coletti, “oggi il gruppo più colpito è quello dei migranti, che vanno aiutati, sostenuti e accolti nella nostra società”. Inoltre, questa Giornata, celebrata in 20 città italiane, è l’occasione giusta per ribadire che “solo le tre principali confessioni protestanti storiche d’Italia si sono esposte nel condannare ogni atto di omofobia. E le altre Chiese? Dove sono? E la Chiesa cattolica cosa fa?”.
Chi impone “idee legalistiche di Chiesa”, ha poi denunciato Coletti, “esclude dalla vita ecclesiale gli/le omosessuali e i/le transessuali. Per il cattolicesimo romano – ha aggiunto – quello che vale non è il messaggio inclusivo di Gesù, ma una fantomatica legge naturale”.
Le veglie per la quinta Giornata mondiale contro l’omofobia si affiancano alle recenti risoluzioni del Parlamento europeo (v. Adista n. 52/09) nel chiedere alle istituzioni politiche e religiose l’abbattimento di ogni discriminazione.
Lo ha chiesto anche Coletti: “La Chiesa cristiana eterosessuale deve cominciare un cammino di piena accoglienza delle persone omosessuali e transessuali, come risposta alla vocazione di Dio di amare il prossimo come se stessi”, perché, ha concluso citando la Lettera di San Paolo ai Galat (3,26-28) i, “siete tutti figli di Dio, per la fede in Cristo Gesù. Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.
Non c’è qui né giudeo né greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”.
La preghiera presso la Chiesa metodista romana di via XX Settembre, ha raccontato ad Adista la presidente di Nuova Proposta Alessandra Russo, “è stata organizzata dai gruppi di omosessuali cristiani Refo, La Sorgente, Nuova Proposta, Liberamente Noi, oltre al contributo e all’accoglienza della comunità metodista che ha ospitato l’iniziativa all’interno del proprio culto domenicale”.
La preghiera si è articolata in momenti di meditazione, letture bibliche e testimonianze, ha poi aggiunto la Russo. Infine, “tutti sono stati invitati a scrivere su una piccola pietra il nome del peso da cui si sentono oppressi, liberandosene poi gettandola in un bacile colmo d’acqua, mentre man mano, proiettata su un telo, è andata svelandosi l’immagine di una croce”.
Il culto antiomofobia giunge in un momento di forti tensioni nella capitale, dove si registra un aumento degli episodi di intolleranza, spesso concentrati in via San Giovanni in Laterano, ormai nota come la gay street capitolina.
Il 18 maggio, a 24 ore dalla veglia, sono apparse scritte intimidatorie sulle pareti del locale-simbolo degli omosessuali romani, il Coming Out. Enzo Foschi – consigliere del Pd della Regione Lazio – ha denunciato: “Si tratta dell’ennesima infamia verso la comunità gay e lesbica perpetrata da chi evidentemente si è sentito oltraggiato dalla giornata contro l’omofobia. È proprio il caso allora di continuare a organizzare questo tipo di iniziative per sensibilizzare ancora di più l’opinione pubblica”.
Non solo Roma
Veglie e liturgie domenicali per la V Giornata mondiale contro l’omofobia si sono tenute, il 17 maggio, in una ventina di città italiane, sempre sul tema tratto dalla Prima Lettera di Giovanni: “Chi ha paura non è perfetto nell’amore”.
Così, il 13 maggio scorso, si leggeva in un editoriale del settimanale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi Riforma: “I segni di vita nuova che i Vangeli ci presentano stupiscono e aprono il cuore perché chiedono una fuoriuscita dal mondo del sacro e dai suoi recinti di separazione tra puro e impuro”.
E dunque, “la testimonianza di Chiese e di gruppi ecclesiali che accolgono le persone omosessuali al loro interno, e lo fanno con gioia, è davvero un forte momento di evangelizzazione, che rafforza la nostra fede”.
Guidati dalla predicazione della pastora Anne Zell, il Gruppo Varco e la Rete Refo di Milano hanno animato un culto evangelico nel Tempio Valdese di via Francesco Sforza .
Anche a Pinerolo (To), presso il salone del tempio valdese, il gruppo La scala di Giacobbe, insieme alla comunità valdese e alla Comunità cristiana di Base “Viottoli”, ha organizzato una giornata di preghiera e riflessione in ricordo delle vittime dell’omofobia.
Un culto valdese, un pranzo comunitario e un momento di confronto per il Gruppo Narciso e Boccadoro e per l’Agedo (Associazione genitori di omosessuali), presso la chiesa evangelica valdese di viale Trento a Rimini. Durante il culto, cinque testimoni della comunità glbt (gay, lesbica trans e bisex) hanno raccontato le loro drammatiche esperienze di omofobia.
A Napoli, presso la chiesa evangelica valdese di via Duomo, una veglia di preghiera è stata animata dal gruppo di credenti omosessuali Ponti Sospesi. Allo stesso modo, anche la Chiesa Cristiana Libera di Avellino ha dedicato il tradizionale culto domenicale alle vittime di omofobia.
Ma celebrazioni per la Giornata contro l’omofobia sono state ospitate anche da alcune chiese cattoliche. A Catania, presso la parrocchia SS. Crocifisso della Buona Morte di piazza Falcone, il gruppo “I Fratelli dell’Elpìs” ha promosso una “preghiera ecumenica, per chiedere allo Spirito che abita nei nostri cuori di insegnare agli uomini del nostro tempo atteggiamenti di accoglienza e di rispetto delle diversità”.
L’incontro ecumenico di preghiera presso la Chiesa San Francesco Saverio a Palermo ha ricordato, inoltre, “lo sterminio dimenticato degli omosessuali” deportati nei campi di concentramento nazisti insieme agli ebrei e ai nomadi.