Da Bart a Barth. I Simpson e le nostre chiese
Recensione di Roberto Davide Papini tratta da Diaspora evangelica n.6 del giugno 2008
Che c’entrano i “Simpson” con la religione? C’entrano molto, come dimostra l’ottimo libro «Da Bart a Barth. Per una teologia all’altezza dei Simpson» che regala una lettura “teologica” della serie creata da Matt Groening che spesso mette a nudo difetti e distorsioni delle chiese cristiane (e non solo) senza astio distruttivo, ma offrendo ai fedeli delle varie confessioni spunti di riflessione sulle dinamiche interne delle (varie) chiese.
Perchè se è vero che «ridere ci avvicina alla grazia di Dio», di certo una serie televisiva come quella dei “Simpson” fa un ottimo lavoro in questo senso.
«Tutto è cristianità e le piccole differenze non sono che analogie». No, tranquilli, non è il resoconto di uno di quei soporiferi incontri ecumenici all’insegna del buonismo («Oh, ma quanto ci vogliamo bene, oh quante cose ci uniscono…»), ma queste parole arrivano da un monellaccio politicamente scorretto come Bart Simpson, al termine di un episodio della popolare serie tv di cartoni animati simpaticamente ironico sui conflitti tra le varie confessioni cristiane.
Che c’entrano i “Simpson” con la religione? C’entrano molto, come dimostra Brunetto Salvarani con l’ottimo libro «Da Bart a Barth. Per una teologia all’altezza dei Simpson», edito dalla casa editrice Claudiana (160 pagine, euro 12,50) che regala una lettura “teologica” della serie creata da Matt Groening.
La citazione dei tanti riferimenti a tematiche religiose e il loro inquadramento all’interno della realtà americana (in proposito, davvero notevole la postfazione di Paolo Naso) offrono al lettore un punto di vista particolare attraverso il quale giudicare i “Simpson”, utile soprattutto per chi li considera (sbagliando) un prodotto di scarso contenuto.
D’altronde, se è vero che «ridere ci avvicina alla grazia di Dio», come diceva il grande teologo e pastore protestante Karl Barth, di certo una serie televisiva come quella dei “Simpson” fa un ottimo lavoro in questo senso.
Il riferimento a Barth, però, non è solo questo o nell’ardimentoso gioco di parole del titolo. E, nel quarantennale della sua morte, non è certo casuale. Dissacranti e ironici, i cartoni animati dei “Simpson” offrono una panoramica religiosa davvero da non sottovalutare.
Groening infarcisce la serie di riferimenti religiosi, mettendo a nudo difetti e distorsioni delle chiese cristiane (e non solo) senza astio distruttivo, ma offrendo ai fedeli delle varie confessioni spunti di riflessione sulle dinamiche interne delle (varie) chiese.
E spesso in questa impietosa panoramica (per altro assai interreligiosa) sembra di rivedere proprio il Karl Barth che pone l’accento sul valore della Fede rispetto all’idolatria delle religioni.
Un testo divertente, sul quale meditare cercando di non sentirsi tagliati fuori dall’ironia di Groening: vizi e manie delle chiese, seppur raccontati in modo caricaturale, riguardano anche noi.
Brunetto Salvarani, Da Bart a Barth. Per una teologia all’altezza dei Simpson, Editrice Claudiana, Torino 2008
Per approfondire
Dall’Introduzione al libro di Gioele Dix (PDF) – Indice del volume (PDF)
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