Dal bar gay al Dio Queer. Salsa e teologia
Testo della teologa Marcella Althaus Reid tratto dal suo libro The Queer God, editrice Routledge, 2003, pag.1-2, liberamente tradotto da Dino
Dov’è la salsa nella teologia contestuale? Supponiamo che, come nel poema di Brunilda Vega, qualcuno ti dica che ci sono delle sudamericane che vanno in un certo bar che ti hanno raccomandato. Supponiamo che tu ti senta sola e che improvvisamente il mondo abbia cessato di essere per te un luogo di amore.
Supponiamo allora che tu decida di andare al bar dopo aver pregato la novena che stai facendo al tuo santo o alla Vergine Maria. Forse stai chiedendo a S. Antonio di darti un nuovo amore, e allo stesso tempo sai che alla porta del bar nessuno fa caso se porti un rosario o qualche immagine religiosa nella borsetta. Ed è lo stesso quando sei sulla porta della chiesa.
Nessuno ti fa domande per quella vecchia lettera d’amore che hai ancora nella borsetta e lì nessuno si immagina quali sono le mani che le tue mani accarezzano. E supponiamo adesso che nella tua mente la chiesa e il bar di sudamericane si confondano con frammenti di ricordi del credo Niceno, e di un Cristo che è morto per amore verso di te già tanto tempo fa che sembra contraddire il fatto che nessuno più sembra morire d’amore per te.
E pensi ad una religione coraggiosa, e vai al bar dove qualche donna latina potrebbe darti amicizia. Ma poi, divisa tra amore e rosari, ti chiedi quale tipo di vita avrai se arriverai ad amarla. Ricordando il poema di Vega, sai bene che alla fine dovrai chiedere perdono a Dio: Perdonami per amarla come la amo. Ma abbiamo bisogno anche di chiedere perdono di amare Dio.
E quale bontà e giustizia dovrebbe prevalere se ti dovessi innamorare di nuovo, e ti innamorassi di chi non sei autorizzata (dal punto di vista ecclesiale) ad amare? Troverai Dio nel bar delle donne latine? Cosa dirà la Chiesa? E dove saranno nel frattempo le tue sorelle latine che fanno teologia contestuale? Staranno forse amandosi la domenica sera tra una novena e l’altra? E se sì, perché non dovrebbero farlo?
Ci sono molti dissidenti sessuali la cui comunità teologica è composta da coloro che vanno nei bar gay con i rosari in tasca o che tengono riunioni religiose nelle loro case, semplicemente perché nelle loro vite c’è un grido, un grido teologico che si rifiuta di dividere la vita e la fede in varie categorie. E qui sorge la domanda: Ci sarà amore? La ricerca dell’amore e della verità è un fatto fisico. I corpi innamorati hanno molto da aggiungere teologicamente alla ricerca di Dio e della verità, ma il fare teologia da altri contesti richiede di considerare anche le esperienze e le riflessioni delle Altre.
Tanti anni fa le teologie della liberazione hanno iniziato un processo di sospetto ideologico riguardo alle definizioni classiche di cos’è la teologia o di chi è un teologo o una teologa. In quel tempo i teologi della liberazione credevano che una teologa o un teologo si potessero trovare in un’operaia di una fabbrica o in un minatore che cercavano di riconoscere la presenza di Dio in mezzo ad una comunità politica ed economicamente oppressa.
Ma non avevano pensato che era anche necessario smantellare l’ideologia sessuale della teologia, e che le teologhe e i teologi devono anche uscire dai loro armadi per fare una teologia basata sull’onestà sessuale. Se questo non avviene, Dio stesso rimane nell’armadio. A quel tempo nessuno pensava di fare teologia in bar gay, benché questi bar fossero pieni di teologhe.
Molte teologhe in America Latina hanno riflettuto sulla vita delle donne povere ed eterosessuali del continente, ma sono state poche quelle hanno fatto teologia in bar gay. Tuttavia la possibilità di fare una teologia della liberazione per trasformare la nostra società dovrebbe portarci ad un percorso di ri-scoprimento (o di di-svelamento) del vero volto di Dio, come parte di una ricerca teologia Queer.
Questa non è una ricerca che ci porta al nichilismo ma, al contrario, porterà una Teologia Queer (Rivoltata) a spingere avanti i limiti delle teologie contestuali per trovare alternative non solo politiche, ma anche sessuali al fine di trasformare le nostre società. Il Dio Queer è quindi un libro che cerca di riscoprire Dio fuori dalle ideologie sessuali che fino ad oggi hanno prevalso nella storia del Cristianesimo e della teologia.
Il corpo non mente, ma le verità che ci dice ci possono sembrare strane… (Califia e Campbell, 1997)
“Dove sono le mie sorelle latine
che ancora pregano la Vergine Maria.
Rosari, Novene, Promesse,
spoglie Ave Maria Purissima!
Perdonami di amarti come ti amo.” (Vega, 1994)
Testo originale: Haciendo Teologia en Otros Contextos: Sobre Bares Gays y un Dios Queer