Dal buio alla luce. Dio mi ha parlato attraverso gli occhi degli altri
Testimonianza di Marco del gruppo Zaccheo Puglia sul ritiro online del Progetto Giovani Cristiani LGBT “Dal Buio alla Luce: Servire è Regnare” (4-6 Febbraio 2021)
Mi chiamo Marco, e sono un ragazzo pugliese di un paese ai piedi del Gargano. Sono entrato nel gruppo Zaccheo in punta di piedi, in un momento non facile della mia vita, una vita pregna di paure, sconfitte e blocchi emotivi, dovuti ad una situazione famigliare non facile, dove mi era stato inculcata una visione distorta della vita.
Per i miei se non realizzavi subito qualcosa, eri un perdente, una persona inabile alla vita, questo era diventato il mio mantra, già dall’età adolescenziale: “Non riesco a portare avanti una cosa? Quindi sei un perdente, Marco!”
Un pensiero che scalpitava nella mia mente per troppo tempo, fino a quando 6 anni fa ebbi una terribile notizia, mia mamma si ammalò di una terribile forma di cancro al Pancreas, MIA MAMMA, proprio colei che riusciva, in ogni modo, a creare un dialogo tra me, mio padre ed i miei fratelli.
Improvvisamente, senza preavviso, arrivò questo male, e da un giorno all’altro, dovetti assisterla, perché in quel momento ero l’unico non impegnato, lavorativamente, nella mia famiglia.
Proprio io, pieno di paure dovevo avere contatti con la sofferenza? Mi chiedevo tra me, cosi dopo un periodo di pratica buddista, mi ritrovai ad improvviso, nella cappella della “Casa sollievo della sofferenza”, ospedale dov’era ricoverata mia mamma, a porre questa domanda a Dio, un Dio che per me era ancora del tutto estraneo, ma in quel momento di sofferenza, lo cercavo, cercavo di capire se era presente, e perché mi avesse messo in quella situazione!
Col passare dei giorni avevo a che fare sempre più con la malattia mamma, ma stranamente, non mi bloccai nelle paure, come in passato, perché piano piano, percepivo la gratitudine di mamma, quando l’aiutavo nelle azioni quotidiane…
Per la prima volta non mi sentii più inabile alla vita, ma di SERVIZIO a qualcuno.
Finalmente tutto mi era più chiaro, quel Dio, con cui ero in collera, mi aveva DONATO, la sofferenza di mia madre, per farmi rinascere, per liberarmi dalle catene ed i blocchi che mi affossavano, così presi ancor più coraggio e decisi di fare coming out con lei, dichiarai per la prima volta a mia mamma, la mia omosessualità!
La reazione di mamma mi lasciò spiazzato, dicendomi: “Figlio mio, l’ho sempre saputo, io ti ho messo al mondo! Stai tranquillo!”.
Cosi presi ancora più coraggio e ne parlai con mia zia e dopo con i miei fratelli ed infine con papà, tranne mia zia, gli altri non la presero bene, legati a concetti retrò sulla questione, questo fu di nuovo fonte di sofferenza per me, fino a quando, un amico di vecchia data mi parlò del progetto Zaccheo, dove fede cristiana ed omosessualità, riescono perfettamente a camminare assieme.
Ho iniziato questo percorso in punta di piedi, da giugno 2020, fino a ritrovarmi a partecipare al ritiro “Dal buio alla luce”, li ancor più ho sentito l’amore dei fratelli attraverso le loro parole, dai religiosi, come il grande Don Fausto, ai laici, come una coppia di meravigliosi genitori, Corrado e Michela!
So che Dio mi ha parlato attraverso loro, mi ha guardato negli occhi dicendomi che faccio parte delle Sue creature plasmandomi con queste caratteristiche, e che non dovevo sentirmi inadatto, ma gioire di essere Suo Figlio!
> Le testimonianze del ritiro online “Dal Buio alla Luce: Servire è Regnare” (4-6 Febbraio 2021)