Dal Napoli Pride una riflessione a più voci su “omosessualità e fede”
Riflessioni di Tiziano del Guado di Milano
Si svolgerà il 28 giugno 2024 a Napoli, nell’ambito delle iniziative del pride park, un interessante incontro dal titolo “Omosessualità e Fede”. L’evento organizzato dallo storico attivista Claudio Finelli, poliedrico animatore culturale della comunità LGBT+ partenopea, segue l’attuale momento di riflessione generale sul dialogo tra Cristianesimo e Omosessualità che sta vedendo un interesse sempre più forte da parte del movimento LGBT+ e da parte di vari ambienti che vanno da parrocchie a movimenti ecclesiali.
A Napoli a rendere possibile tutto ciò è la sensibilità anche del Napoli Pride dove il locale circolo Arcigay Antinoo è uno dei principali promotori dell’Onda Pride che attraverso Antonello Sannino e le diverse e i diversi volontari è divenuto un centro di attivismo a 360° gradi, in cui ogni esperienza è accolta e valorizzata con un’attenzione al territorio e alla storia di ogni persona davvero grande.
Ultimamente anche il Cinema e le serie TV hanno dato un discreto risalto al tema fede e omosessualità, andando oltre la denuncia dell’omofobia, dello stigma o condanna e degli abusi delle teorie riparative ma portando piccoli cammei di personaggi LGBT+ con una fede adulta che si relazionano in modo sereno con i loro pastori e le loro comunità. Esempio italiano e locale è la meravigliosa attrice Vittoria Schisano con la serie televisiva di Netflix che ha avuto molto successo “la vita che volevi“. Oppure in “Prisma” di Prime video, serie idolo nella comunità giovanile, dove si vede un prete e insegnante di Religione accogliere positivamente la protesta a Scuola sulla carriera alias e la riflessione sull’identità di genere del nipote.
Sicuramente con il pontificato di Francesco non sono più tabù termini come gay, persone transessuali e LGBT+ e molto probabilmente non lo sarà neanche più la parola Queer con tutti i suoi risvolti culturali e il prezioso patrimonio della subcultura Queer che si scontra e si incontra con la comunità LGBT+ tradizionale.
Certo è che la comunità omosessuale è sempre stata caratterizzata dal dualismo laici e credenti davvero convinti, anche nella forma più popolare che trova oggetto negli studi antropologici della devozione dei femminielli napoletani, con una liturgia tutta propria che è quella delle tammorre e con sacerdoti propri come il compianto e indimenticabile Marcello Colasurdo. Le sette sorelle narrate anche da Roberto De Simone amate anche dai giovani trovano nel pellegrinaggio della candelora a Montevergine il 2 febbraio uno straordinario esempio di fede e devozione ma anche di attenzione delle associazioni LGBT+ locali e nazionali che promuovono importanti eventi culturali in occasione di esso.
A moderare l’incontro sarà il giornalista e scrittore beneventano Francesco Lepore, da tutti conosciuto per il suo percorso personale e professionale che lo vede dapprima prete in servizio in Vaticano con incarichi importanti e poi, dopo aver per coerenza lasciato la tonaca, si riscopre parte di una comunità arcobaleno a cui sta dando molto in termini di diritti, di ricerca, narrazione e inchiesta giornalistica, poi di riflessione, studio e anche di dialogo con le Religioni.
Il suo libro “Il delitto di Giarre” è stato un lavoro che ha emozionato, provocato e risvegliato la coscienza collettiva della comunità omosessuale italiana. Esso ha dato origine a un bel documentario su History Channel dove la testimonianza del parroco cappuccino è davvero coraggiosa e accogliente.
Francesco con la sua onestà intellettuale e la sua intelligenza, cioè la capacità di leggere dentro le persone e le situazioni sta dando molto anche alla riflessione su fede e Omosessualità senza essere di parte ma con una notevole esperienza e un approccio squisitamente laico.
Le persone LGBT+ credenti sono sempre esistite, il Guado, che un po’ raccoglie anche l’eredità di Ferruccio Castellano a Torino, è a Milano una testimonianza davvero bella della loro storia. Mentre online troviamo lo storico progetto Gionata guidato da Innocenzo Pontillo e che oggi vede grazie al testamento di don Davide la sua presenza attiva nell’associazione “la tenda di Gionata” e nella rete “Tre volte genitori”. Esistono inoltre i Forum europeo e nazionale dei Cristiani LGBT molto attivi e non dimentichiamo le attività di “Cammini di Speranza”.
La rete di gruppi omosessuali credenti è presente in tutta Italia e varie volte sono stati ricevuti dal Papa. Inoltre esiste un coordinamento del progetto giovani e adulti cristiani LGBT+ i quali vivono momenti di ritiro importanti e un pellegrinaggio a piedi che quest’anno sarà in Abruzzo sui luoghi di Celestino V. Merita attenzione anche il gruppo che cresce sempre di più di sacerdoti e operatori pastorali vicini alla comunità LGBT+ che stanno dando un importante contributo alla riflessione su tale tema. Anche la stampa cattolica attraverso Avvenire, Jesus e altre testate più o meno importanti non considera più un tabù questo tema.
È Francesco Lepore a rilasciare una dichiarazione su questo importante evento Napoletano che segue quello con la teologa benedettina Suor Teresa Forcades e il Dj Cristiano Valdese, nonché scrittore Diego Passoni il 21 giugno a Milano organizzato dal Guado e dai giovani del Guado.
Francesco ci ha detto: “Ritengo di grandissima importanza questo talk su fede e omosessualità a Napoli alla vigilia della grande marcia dell’orgoglio, sono felicissimo di averlo ideato e averlo promosso trovando un’accoglienza entusiasta in Antonello Sannino e in Claudio Finelli, il titolo molto semplice ma molto importante si rifà al primo campo che organizzarono i gruppi di cristiani omosessuali a Monteforte Irpino nell’Avellinese, tra gli organizzatori c’era anche il gruppo campano “i tralci” nato nel 1986 e che vede tra i cui fondatori Tommaso Wenner, gruppo che continuò la sua attività fin quasi agli inizi degli anni 90 confluendo in gruppo ecumenico che si ritrovava nella Chiesa Metodista di Napoli, nel 98 si sciolsero e poi nacque il gruppo “Ponti sospesi” nel 2001 che vorrei ricordare è stato tra i primi gruppi ad aderire alla realizzazione delle veglie contro l’omobilesbotransfobia iniziate dal gruppo fiorentino “Kairos” nel 2007 dopo il suicidio del giovane Matteo. Dopo una serie di difficoltà e di riflessioni sulla propria attività il gruppo si sciolse ma oggi ne raccoglie il testimone il gruppo “Ponti da costruire” che prende il nome dal libro del gesuita americano James Martin.
Il Gruppo ha aderito all’organizzazione di questo evento del 28 e lo ha fatto nel solco di quella storia iniziata nel 1986 ma ritengo importantissima anche la presenza di don Ciro Cozzolino che si occupa della pastorale LGBT+ e che è un sacerdote della Diocesi di Napoli, nonché Parroco molto attivo sui temi di frontiera e poi anche la presenza della pastora di Napoli, l’insigne Teologa Letizia Tommasone la cui presenza denota la squisita amicizia e l’importante impegno della Chiesa Valdese di Napoli per i credenti LGBT+”
Ricordiamo che durante l’incontro sarà proiettato il corto “A mia immagine” del regista Giuseppe Bucci, anche lui tra i presenti all’evento. Vi sarà poi una lettura tratta da “Liberami dal male. La vera storia di Marco Marchese” di Mario Gelardi attraverso la voce di Emanuele Cangiano.
Ci auguriamo che la comunità ecclesiale napoletana, che vede in Mimmo Battaglia un vescovo aperto al dialogo, possa iniziare un percorso di dialogo sempre maggiore insieme alle altre chiese non solo con i credenti omosessuali ma anche con le associazioni LGBT+ che rendono Napoli non solo il paese del Sole ma anche quello dell’arcobaleno sotto cui tutt* possiamo liberamente stare e amare.