Dal Sinodo sui giovani una buona notizia per le persone LGBT
Riflessioni di Simone del gruppo Kairos di Firenze
Vorrei condividere con voi la gioia per il tempo che stiamo vivendo, un tempo che ciascuno di noi, nel suo piccolo, con la sua presenza e con la sua testimonianza, ha contribuito a realizzare. Come sapete si è concluso il Sinodo dei Vescovi sui giovani, ed è stato pubblicato il documento finale.
Già sapevamo delle molte testimonianze che sono state portate al Sinodo, da parte di numerosi vescovi. Già avevamo letto di quanto queste testimonianze fossero belle, sentite, accorate nel chiedere maggiore apertura, accompagnamento, discernimento verso i giovani (e non solo) lgbt credenti. E queste istanze, frutto anche della nostra costanza e perseveranza, sono state accolte nel documento finale. in una forma a mio avviso molto bella e senza ombre.
Seguiranno sicuramente migliori e più accurati approfondimenti, ma vorrei commentare i punti dove si parla di noi. Si tratta di due paragrafi, il 39 e il 150 (il più controverso, a quanto si legge, approvato con 178 si e 65 no). Il paragrafo 39 è introduttivo, conclude le premesse e le richieste dei giovani arrivate al Sinodo. Vi si riconosce che i giovani chiedono maggior confronto sulle questioni relative alla morale sessuale (e viene citata anche la questione dell’omosessualità), indice di un dialogo e una riflessione che si aprono.
Il paragrafo 150, poi, inizia così: “Esistono questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale. Tra queste emergono in particolare quelle relative alla differenza e armonia tra identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali.”
Già questa è un’apertura sorprendente, a mio avviso: vi leggo l’esortazione alla Chiesa tutta a riflettere su queste tematiche, un’apertura al dialogo e all’approfondimento senza precedenti. Il paragrafo poi continua sottolieando l’amore di Dio e della Chiesa per ogni persona, senza distinzioni, e la condanna per discriminazioni e violenze su base sessuale (“il Sinodo ribadisce che Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rinnovando il suo impegno contro ogni discriminazione e violenza su base sessuale“). Si ribadisce poi la differenza tra uomo e donna in questa forma: “Ugualmente (il Sinodo) riafferma la determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente dal loro «orientamento sessuale»”.
Ma, notare due cose: 1) sono sparite le parole di condanna (dov’è finito il disordine oggettivo? dove sono finite le condanne per le forme di relazione omosessuale?); e poi, 2) notare che questo richiamo alla dottrina viene solo al terzo posto, dopo il riconoscimento della necessità di riflessione sul tema e dopo la condanna a discriminazioni, come a ribadire che prima viene la persona e poi la legge (vi ricorda Qualcuno?).
Ma ecco poi la cosa più bella, la seconda parte del par.150: “Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi. In questi cammini le persone sono aiutate a leggere la propria storia; ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; a discernere le migliori forme per realizzarlo. In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé.”
E qui, veramente, non ci sono dubbi, non ci sono ombre: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi, per aiutare le persone a leggere la propria storia, a sentirsi parte attiva nella propria comunità, ad integrare la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé. Si parla di discernimento e di realizzazione piena di sé! Che certo non vuol dire che tutto è lecito, buono e giusto, è ovvio. Ma finalmente si guarda al cammino personale, alle singole storie, senza indicare una via unica permessa, una ricetta per la “categoria”.
Insomma, mi sembra che siamo testimoni di un momento eccezionale, credo che dobbiamo esserne tutti felici, fieri ed orgogliosi. E trarre da questo un motivo in più per continuare insieme il nostro cammino! Lo Spirito soffia, e piano piano entra anche nei palazzi più chiusi, nei cuori più impermeabili. Gioiamo di questa Buona Notizia!