Io madre con un figlio gay. Dalla Sicilia in Vaticano per incontrare papa Francesco
Testimonianza di Anna Battaglia, mamma e volontaria de La Tenda di Gionata, sull’udienza col santo padre in Vaticano (Piazza San Pietro, 21 settembre 2022)
Sono stata contenta? Se contentezza ho provato, l’ho provata nell’incontrare e nell’abbracciare mamme, papà, figlie e figli, sacerdoti che avevo visto solo nei collegamenti online, dal 2020 ad oggi, e se ho provato commozione è stata soprattutto per questi sacerdoti che hanno deciso di camminare con le persone LGBTI+ incarnando concretamente il messaggio d’amore del Vangelo.
Papa Francesco l’ho percepito come il “sovrano” di uno Stato, nel rituale dell’udienza del mercoledì, che oggi riguardava soprattutto le relazioni e l’operare di varie associazioni cattoliche europee in Kazakistan. E insieme ad esse gruppi di credenti cattolici provenienti da più parti tra cui La Tenda di Gionata, tutti nominati dal cerimoniere.
L’udienza si è svolta in Piazza San Pietro e non nella sala Nervi e il Papa lo abbiamo visto da lontano passare sull’auto bianca, nei corridoi tra i settori occupati da tutti noi. Un uomo avanti negli anni, sorridente e benedicente che porta su di sé un carico enorme.
E quando seduto sotto la pensilina attorniato dagli uomini del cerimoniale , ha dato inizio all’udienza con i versetti del discorso di Pietro nella casa di Cornelio At 10, 34- 36 : “..sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia a qualunque nazione appartenga”, ho voluto vedere in quelle parole un suo riconoscimento delle nostre istanze, quasi per giustificare il perché dell’essere lì oggi.
Delusa? No, ma consapevole che un uomo, con tutta la sua santità, assurto ad essere papa, possa da solo avere il potere di cancellare il peccato della Chiesa Magistero nei confronti delle persone LGBTI+, è solo un’ingenua speranza. Non possiamo lasciarlo da solo.
Il compito di sanare l’ingiustizia e dare vita dignitosa a tutte le persone LGBTI+ spetta a ciascun /a battezzato/a perché è la fede di ognuno che permette la costruzione di quel Regno di cui parlava l’ebreo Gesù.