Dalla veglia di Firenze. La mia omosessualità, un dono di Dio
Testimonianza di Claudio letta durante la veglia per le vittime dell’omofobia di Firenze del 4 aprile 2008
Un dono di Dio l’omosessualità? Si, in quanto il fatto di essere gay mi ha portato a frequentare varie realtà religiose, ad arricchire la mia visuale e ad incontrare fratelli che credono in Dio, pur se ciascuno nella propria specificità . Ciò mi ha sempre più convinto che l’unico vero modo per essere cristiani sia quello di essere sempre aperti all’amore.
In questa prospettiva permettetemi di rivolgermi all’Eterno con parole ispirate ed un brano del romanzo “Fabrizio Lupo” di Carlo Coccioli (Milano, 1978).
“Padre, non sono venuto a chiederti perdono: non posso chiedere perdono se non per colpe commesse; ora, in quanto a quelle che, altri dicono essere, le mie “scelte”, sai che non sono io il responsabile.
Sono venuto, Padre, a testimoniare che ho udito la Tua voce e che ho colto il Tuo cenno. Sono venuto a dirti che nel guardare il mio amato io riscopro Te vivo, concreto, agente, consolatore. Sono venuto a chiederti di non farmi indegno di lui.
Fonte di Amore. Amore. Aiutami perciò Tu, Amore, ad amare. Aiutami a consumarmi nell’amore, a non temerne il fuoco, a non vacillare davanti al rischio ed alla paura del ridicolo, a non trafficare, a non avvilire, a non degradare, a non corrompere.
Aiutami a distinguere dall’amore falso il vero Amore. Aiutami a non cadere nelle imboscate dei nemici dell’amore. Aiutami a sopportare gli attacchi dei preti, che dell’amore, spesso, sanno solo il nome; dei giudici, che sentenziano sull’amore con leggi adultere; dei moralisti, che imprigionano in dogmi l’amore. Aiutami Tu, Amore, ora che il Tuo tempo è arrivato”.