Dalla veglia ecumenica contro l’omobitransfobia di Milano, perché una chiesa inclusiva è possibile e già c’è
Riflessioni di Emanuele Crociani del gruppo Varco di Milano
Quest’anno (a Milano) la consueta veglia ecumenica contro l’omobitransfobia si è concelebrata il 31 Maggio (2024) nella chiesa evangelica battista di via Pinamonte, tra molti imprevisti e difficoltà, incastonata al centro di una già ricca serie di iniziative simili tra inizio Maggio e metà Giugno: il culto dell’Euroforum cristiano LGBT, una messa cattolica contro l’omobitransfobia, i culti domenicali contro l’omobitransfobia della chiesa evangelica battista e della chiesa valdese, e infine il culto domenicale arcobaleno della chiesa protestante luterana-riformata.
Tutte queste occasioni di preghiera nascono da una necessità: fermare l’odio e la discriminazione omobitransfobica della società. Ma ciò che mobilita è anche qualcosa di più, è il desiderio di una vera inclusione nelle chiese di tutte le minoranze LGBTQ, accompagnato da una nuova elaborazione teologica sul genere e sulla sessualità.
Tutte queste iniziative di preghiera sono possibili perché i cristiani LGBTQ si mettono all’opera per costruire una chiesa inclusiva e perché sempre più pastori, genitori, fedeli e laici raccolgono questa sfida di cambiamento. Gli organizzatori della veglia sono state realtà cristiane LGBT+ milanesi (il gruppo Il Guado, i Giovani del Guado, il gruppo Varco, Il granello di Senape), le chiese protestanti valdese e battista, la corale LGBT Diversa Vox.
Alla veglia sono intervenuti inoltre la pastora della chiesa protestante metodista, il pastore luterano e un sacerdote cattolico. Soprattutto nella veglia ecumenica di quest’anno ho compreso quanto questo desiderio di cambiamento sia forte e genuino. Organizzare la veglia ecumenica, contemporaneamente alle altre iniziative, è stato complicato, e alcune stoppature e rifiuti da parte della gerarchia cattolica hanno complicato le cose.
Inoltre uno sciopero con alta adesione dell’azienda di trasporti ATM (azienda dei Trasporti Milanesi) ha reso quasi impossibile viaggiare con i mezzi pubblici nella città di Milano proprio la sera della veglia. Eppure, pur nelle difficoltà e nello sconforto, ha prevalso la nostra tenacia e la fede in Dio. Sapevamo che tutto ciò era per una causa importante.
Ci aspettavamo poca gente, eppure, nonostante tutto, una ottantina di persone sono riuscite a venire in chiesa: evidentemente la tenacia e la fede in Dio erano presenti anche in loro. Ho così compreso che per queste persone la veglia contro l’omobitransfobia era davvero importante.
Alcuni tra loro era la prima volta che partecipavano ad un evento di preghiera simile (compreso il coro Diversa Vox), altri erano invece “veterani delle veglie”, ma si percepiva da parte di tutti il desiderio di costruire insieme qualcosa di nuovo. E’ stata necessaria la tenacia. E’ stata una sfida giusta quella lanciata alle gerarchie delle chiese.
Abbiamo confidato in Dio, e Lui non ci ha deluso, anzi! Abbiamo perciò iniziato la celebrazione rincuorati vedendo la chiesa piena. Mentre ascoltavo la pastora battista predicare ho capito che il versetto scelto per la veglia non poteva essere più adatto: “Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore tuo Dio cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà” da Deuteronomio 31:6.
Abbiamo quindi testimoniato con una fiaccolata l’amore che Dio ha per noi e per ogni persona diversa. Il piccolo corteo ha percorso le affollate vie dell’aperitivo milanese, elencando gli episodi di omobitransfobia con uno striscione arcobalenato con su scritto: “Veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia e della transfobia”. Ci siamo fermati in una piazzetta, dove un pastore battista ci ha addirittura raccontato della profonda trasformazione che, anni fa, da omofobo lo aveva portato a diventare paladino delle diversità, spiegandoci che una chiesa senza discriminazioni è possibile ed è già realtà.
Tornati in chiesa battista, abbiamo pregato che terminino sofferenze e discriminazioni, per tutta l’umanità e per la comunità LGBTQ+; la pastora della chiesa metodista, ispirata dalla recente cronaca vaticana, ha pregato che non vi siano più da parte delle gerarchie religiose discriminazioni nell’accesso alle vocazioni e il sacerdote cattolico presente ha raccolto appieno in modo costruttivo quella preghiera, ringraziandola.
Sono poi piovuti dei nastri colorati dall’alto a simboleggiare la bellezza della diversità. Sotto la variopinta tenda protettiva di Dio, insieme, abbiamo condiviso gli ultimi momenti della nostra preghiera ecumenica, conclusa con una meravigliosa armonia di voci del coro Diversa Vox. Sì, una chiesa inclusiva è possibile, anzi c’è già.
_
Il Guado è uno storico gruppo milanese di omosessuali credenti, di fatto prevalentemente cattolico, così come la sua emanazione giovanile nata recentemente, I Giovani del Guado.
Il Varco è un gruppo milanese LGBT+ cristiano protestante, legato alle chiese battista, valdese, luterana.
Il Granello di Senape è un gruppo lombardo di genitori cattolici con figli LGBT+.
A Milano la chiesa protestante luterana si è fusa con la chiesa protestante riformata.