Da Firenze parte un’iniziativa ecumenica per una nuova etica del lavoro contro la crisi economica e nel ricordo delle vittime sul lavoro

Sabato 31 ottobre, nel Tempio valdese di via Micheli la Chiesa valdese di Firenze dedicherà la festa della Riforma protestante (cominciata nel 1517 con l’affissione delle 95 tesi contro le indulgenze da parte di Martin Lutero) al tema dell’etica del lavoro e della giustizia sociale con un iniziativa non confessionale.
Ricordando, in un anno particolarmente duro per l’economia mondiale, le vittime sul lavoro e quanti hanno perso (o vedono fortemente a rischio) il loro lavoro.
Come è nata e in cosa consiste questa iniziativa?
Proprio partendo dal concetto biblico di patto (centrale nel rapporto tra Dio e l’umanità) e dall’idea di un impegno da proporre agli altri non prima di averlo assunto come proprio, la Chiesa valdese di Firenze ha deciso di dare un taglio particolare alla giornata del 31 ottobre.
Una “festa della Riforma” che punta i riflettori sul tema dell’etica del lavoro e della giustizia sociale e che apre un percorso di iniziative destinato a proseguire fino al 17 febbraio, altra data storica per gli evangelici riformati italiani.
Iniziative che si terranno a Firenze e in seguito nell’area metropolitana (a partire dalla realtà di Prato, particolarmente al centro degli effetti devastanti della crisi economica) ma che possono essere condivise anche a distanza.
Come mai la chiesa Valdese di Firenze ha sentito la necessità di farsi promotrice di questa iniziativa nella città di Firenze?
C’è una singolare coincidenza (forse non proprio casuale, chissà…): il cinquecentesimo anniversario della nascita di Giovanni Calvino cade in un anno particolarmente duro per l’economia mondiale, ma soprattutto drammatico per tante persone che hanno perso (o vedono fortemente a rischio) il lavoro, i risparmi, la serenità quotidiana.
Possiamo immaginare lo sguardo accigliato e le parole di fuoco che il grande riformatore avrebbe oggi di fronte a una situazione in cui concetti come il valore sociale del lavoro e della ricchezza, l’idea della ricchezza come dono da usare per la crescita comune sembrano le novelle da raccontare ai bambini o agli ingenui.
Anzi, ormai, non si raccontano più. Tuttavia, proprio gli effetti devastanti di questa crisi dimostrano che queste “favolette”, questi valori considerati buoni a malapena da sbandierare in un convegno o sui giornali, siano non solo eticamente (ed evangelicamente) la scelta giusta, ma in definitiva anche la vera chiave di uno sviluppo reale e non effimero, capace di coinvolgere tutti e non di “premiare” solo la spregiudicatezza di alcuni.
Così, la coincidenza tra l’anniversario calviniano e questo periodo di cupa crisi forse appare opportuna per evidenziare in modo ancor più chiaro, con esempi concreti, come l’eredità di Calvino sia ancora molto attuale e, ahinoi, inascoltata.
In questa occasione sarà proposta, a tutti gli attori del sistema economico e del lavoro (lavoratori, imprenditori, professionisti, amministratori pubblici) la firma di un patto per un’etica del lavoro che scaturisce dalle raccomandazioni bibliche sul lavoro. Come è nato questo documento?
Tornando al “Manifesto per un’etica del lavoro” (che potete trovare sul sito internet: www.firenzevaldese.chiesavaldese.org, è importante ribadire che il punto di partenza è quello del testo biblico.
I vari aspetti presi in considerazione (la parità uomo-donna, il giusto salario, la sicurezza sul lavoro e via dicendo) sono accompagnati da versetti biblici che si adattano (a volte in modo più diretto, altre volte in senso più estensivo con brani presi da contesti diversi) alle problematiche individuate, senza nessun intento catechetico o prescrittivo e tantomeno di applicazione letteralistica.
Un incontro di preghiera e testimonianza non confessionale. La firma di una carta dei principi sui quali impegnarsi. Un digiuno di rinuncia a favore dei figli delle vittime sul lavoro. Sono questi i tre momenti salienti che scandiranno la giornata del 31 ottobre a cui hanno aderito gruppi tra i più diversi, si va dalla Federazione Giovanile Evangelica Italiana di Firenze ai cristiani omosessuali fiorentini gruppo Kairos. Come mai la scelta di realizzare un iniziativa non confessionale e aperta a 360 gradi a tutte le forse sociali, politiche e associative?
Crediamo che il dovere dei credenti cristiani sia proprio di creare ponti tra varie realtà della società civile. Si può parlare di una nuova visione del sacerdozio universale dei credenti (pontifex vuol dire costruttore dei ponti).
Come credenti non possiamo tacere davanti a tante violazioni della dignità umana. La centralità dell’essere umano è il principale elemento di collegamento con tutte le forze laiche che difendono la libertà e la dignità dell’essere umano.
Quanti volessero aderire all’iniziativa come associazione, gruppo, impreditore, lavoratore o come semplice persona di “buona volontà” cosa deve e può fare?
Sabato prossimo chi aderira’ all’iniziativa (a Firenze, come nel resto d’Italia) sara’ invitato a digiunare devolvendo l’importo del pranzo all’associazione ‘Primo maggio’ che raccoglie fondi per borse di studio destinate ai figli dei lavoratori vittime delle cosiddette ‘morti bianche’.
Per chi non potra’ essere presente e’ possibile contribuire anche a distanza con un bonifico bancario sul conto corrente Ugf banca n. 152009 – Iban IT87 X031 2703 206C C230 0152 009 – intestato a Isi onlus, oppure facendo una donazione sul conto corrente postale n. 95999694 intestato a Isi onlus, via di Santa Teresa, 23 – 00198 Roma.
Si potrà invece aderire al patto consultando la pagina web: www.firenzevaldese.chiesavaldese.org e comunicando i propri dati all’indirizzo: concistoro.fivaldese@chiesavaldese.org
Per approfondire:
31 ottobre 2009, a Firenze ‘facciamo un patto? Per un’etica del lavoro’
Lavoro, etica e solidarietà: un patto per un’etica del lavoro