Davvero costui era figlio di Dio…
Riflessioni di Federica Mandato del gruppo Ressa di Trento
Siamo in attesa della Pasqua, del passaggio dal deserto alla terra promessa, dall’oscurità mortifera alla luce di una vita nuova.
E quante pasque e quaresime ha una vita! Molti teologi moderni e biblisti contemporanei hanno azzardato a togliere l’alone magico e divino al Cristo crocifisso.
Cristo non è che un uomo, l’idea della salvezza attraverso la croce non è che una trasposizione nel cristianesimo dell’idea già greca, pagana, della salvezza attraverso il sacrificio fisico di un eletto.
Così come l’idea di un figlio di una divinità che si inserisce nella vita degli uomini mortali e ne modifica la trama storica.
Ma qualunque cosa vogliamo credere, pensiamo al senso che oggi può avere un uomo che va avanti per la sua strada, non rinnega se stesso, né le motivazioni profonde delle sue azioni e per questo viene perseguitato e ucciso.
Non è forse un esempio che vediamo anche nelle cronache moderne?
Pensiamo ai delitti di mafia, ai cittadini comuni che si ribellano a questa demoniaca minaccia e segnano un cammino diverso.
Pensiamo alle famiglie che accompagnano i loro malati, i figli, gli anziani e non abbandonano nel sepolcro nessuno dei propri componenti.
Pensiamo a quei figli e genitori che continuano nella loro testimonianza di autenticità in una società spesso violenta, che nega nei fatti spazi e diritti a chi sceglie dinamiche affettive ‘non conformi’.
Pensiamo a quei politici, uomini e donne pubblici che mostrano se stessi, la propria convivenza omo-affettiva, la propria storia di trasformazione di genere e per questo vivono un’esperienza di ‘crocifissi’ nei gruppi militari, sul posto di lavoro, nelle relazioni parentali.
Ognuno di noi probabilmente ha un piccolo ‘Cristo’ da riconoscere nella propria esistenza.
Chi imputa al divino la forza suprema per superare ogni avversità, fino addirittura alla croce, non sempre vede che potrebbe avere accanto un uomo o una donna mortali, che per molto meno della resurrezione della carne operano ogni giorno miracoli d’amore e misericordia.
Nell’individualismo incomprensibile in cui oggi ci releghiamo sempre più, abbiamo bisogno di riconoscere queste figure di comunità, di relazione, di ‘salvezza’.
Il cuore umano ha un numero limitato di volte per battere. All’interno di quel ritmo è racchiusa la nostra speranza, in quel cardiogramma sta la narrazione di ogni storia e la possibilità tutt’altro che ‘sovrumana’ di cambiare il mondo, di uscire dai deserti e scostare le pietre sepolcrali.
Dice don Pino Puglisi: ”L’amore per Dio purifica e libera. Ciò non vuol dire che veniamo spersonalizzati ma, anzi, la nostra personalità viene esaltata e potenziata, cioè viene data una nuova potenzialità alle nostre facoltà naturali, alla nostra intelligenza. Viene data una luce nuova alla nostra volontà”.
Sei chiamato ad essere pienamente te stesso, Cristo, Stefano, Simone, Maria, Anna o chiunque tu sia… Il peccato che chiude ognuno di noi nel sepolcro è proprio abdicare alla tua voce profonda che è unica vera sindone e vera luce di resurrezione.
Per questo sei stato creato, nell’amore plasmato e di fuoco sacro vibra il tuo spirito, perché tu sia contagio di novità e bene. Lasciati stupire ogni giorno dai piccoli gesti che ti testimoniano questo, lasciati muovere da questa inspiegabile utopia.
La croce è già vuota, il Cristo cammina nuovamente per le strade a condividere le vite di ognuno, le resurrezioni come le croci.
Buona Pasqua!