Denuncia il maschilismo nella chiesa cattolica e viene licenziata dal Vescovo
“O ritratti o sei fuori”. Ci sono voluti 10 minuti a mons. Robert Morlino, vescovo di Madison, nel Wisconsin (Stati Uniti), per licenziare Ruth Kolpack, assistente alla pastorale impegnata nella parrocchia di St. Thomas, a Beloit, dal 1971, prima come catechista volontaria poi a pieno titolo.
Causa di questa rottura, come la stessa Kolpack ha spiegato ai fedeli della parrocchia in una lettera del 13 marzo scorso, quanto da lei affermato anni fa nel suo lavoro finale per il conseguimento del Master of Divinity Degree, circa le conseguenze di un linguaggio poco inclusivo.
Un linguaggio esclusivamente maschile nel parlare di Dio, continuava, distorce la sua immagine perché non è inclusivo e “Dio non può escludere”: “Dio non può essere meno del tutto e nominare Dio con un linguaggio che elimina le esperienze delle donne limita Dio stesso”.
Tanto è bastato al vescovo per chiedere alla Kolpack la ritrattazione di queste tesi e, al suo rifiuto, licenziarla. “Quando ho incontrato mons. Morlino – scrive la Kolpack indirizzandosi ai fedeli – egli ha concluso, basandosi su quanto affermato nella mia tesi, pur ammettendo di non aver letto l’intero documento, ma solo ‘qualche brano qua e là’, che i miei insegnamenti su Gesù sono senza fondamento”.
Solidarietà all’ex assistente pastorale è stata espressa da molti fedeli che il 14 marzo scorso hanno protestato davanti alla parrocchia di Janesville dove il vescovo si era recato per un incontro.
Alla guida della diocesi di Madison dal 2003 – prima era vescovo della diocesi di Helena, nello Stato del Montana – non è la prima volta che mons. Morlino è al centro di polemiche.
Secondo quando riferito dal National Catholic Reporter (18/3/09), prima delle elezioni del 2006 impose a tutte le parrocchie della diocesi di ascoltare un suo messaggio personale registrato in cui condannava i matrimoni gay e la ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Decine di fedeli uscirono dalle chiese o ascoltarono il messaggio con le spalle all’altare in segno di protesta.
Intervistato nel novembre 2007 dal Wisconsin State Journal (4/11) in qualità di presidente del Board of Visitors (un organismo di controllo interno sul rispetto dei diritti umani) del Western Hemisphere Institute for Security Cooperation, la ex Scuola delle Americhe (Soa), negò qualsiasi collegamento dell’istituto con i crimini commessi in America Latina dagli ufficiali militari addestrati alla Soa: “So per certo che non ci sono prove che possano collegare gli insegnamenti della scuola con alcun tipo di atrocità”.