Di chi è la colpa quando in una famiglia cristiana un figlio è omosessuale
Testo tratto dal libro di Susan Cottrell, “Mom, I’m Gay”. Loving Your LGBTQ Child without Sacrificing Your Faith (“Mamma sono gay”. Come potete amare vostro figlio lgbtq senza sacrificare la vostra fede), paragrafo 2, editore Westminster John Knox, edizione riveduta, Maggio 2016, libera traduzione di Diana
“Dissi cose orribili. Gli chiesi come poteva farci questo, come poteva deluderci in questo modo. Era tutto sulle nostre spalle. Mi vergogno perfino a pensarlo. Ma alla fine ho capito (con la preghiera) che ero stata molto egoista. Era lui che doveva sopportare tutto questo non io. Ora considero un onore sostenere mio figlio gay” – Colleen –
Molto spesso, quando i nostri figli fanno il coming out, pensiamo che la colpa sia nostra: dove ho sbagliato? Come può essere successo? Cosa posso fare per sistemare il tutto? Non importa come consideriate l’omosessualità in generale – anche se abbracciate con tutto il vostro cuore il vostro fratello gay o la vostra vicina lesbica – sentire dire a vostro figlio/a che è omosessuale può disorientarvi.
Quando diventate genitori sapete che dovete aspettarvi di tutto. Ma niente può prepararvi a sentire che il vostro amato figlio è omosessuale; il figlio che avete cullato, che avete nutrito con la banana schiacciata, che avete immaginato in un meraviglioso futuro. Come può essere? Cosa dirà la gente? Come sarà il futuro? Non ci potete nemmeno pensare.
La novità sull’orientamento sessuale di vostro figlio scoperchia un vaso di Pandora di emozioni. Rabbia, timore, ferite, colpa, negazione. Vorreste mettere tutto in una scatola e chiuderne il coperchio. Potreste accusare vostro figlio o cercare di dargli buoni consigli, lusingarlo o minacciarlo. Ma nulla di questo fa del bene , ma ferisce soltanto. Ma quali altre opzioni avete? Parlare di opzioni implica il fatto che in un qualche modo la direzione che prenderà nostro figlio dipende da noi – che noi possiamo fare qualcosa per guidarlo nella giusta direzione.
Invece noi dobbiamo capire alcuni concetti base.
Questo non è qualcosa che vostro figlio vi ha fatto. I figli non scelgono l’omosessualità per ribellarsi contro di voi, per farvi un dispetto o rendervi infelici. In effetti non ha niente a che fare con voi. Voi non ne siete la causa, non è una mancanza da parte vostra. Pensatela così: vostro figlio sceglierebbe di rischiare di essere allontanata dalla propria famiglia cristiana, bullizzato ed emarginato dalla propria comunità?
Ora ripensate a quando avete scelto di essere eterosessuali. Capite cosa voglio dire? Non avete scelto; eravate così. Per assimilare questa notizia su vostro figlio richiede che facciate una selezione tra quello che dipende da voi e quello che non dipende da voi. Spero di aiutarvi ad accogliere con tutto il cuore i vostri problemi e a lasciare a vostro figlio i suoi.
Come trattate i vostri sentimenti e quindi accettate vostro figlio? Come lo amate incondizionatamente, nonostante la forte pressione a “responsabilizzarlo” (qualsiasi cosa ciò significhi)? Potreste pensare che avere un figlio/a LGBTQ sia la fine del mondo. Ma non lo è. Lui è lo stesso figlio che amavate incondizionatamente 5 minuti prima che facesse il suo coming out.
Se le vostre aspettative sono state distrutte, ricordatevi che sono solo le “vostre” aspettative. Lasciate invece che Dio sostituisca la vostra visione di vostro figlio con la Sua.
Quand’ero una giovane cristiana, mi hanno insegnato che l’omosessualità è un peccato. Pensavo che un trauma, a volte rimosso, nel passato della persona ne fosse la causa.
Sorprendentemente, Dio ha cambiato completamente la mia visione. Dio mi ha rivelato che molte persone, che hanno avuto un’infanzia felice, sono gay e mi ha ricordato che molte persone, con un’infanzia traumatica, sono etero. Gli studi non mostrano nessuna correlazione tra i traumi dell’infanzia e l’omosessualità. Prendetevi del tempo per parlare di questi problemi con Dio ed ascoltate la Sua risposta. Potreste esserne sorpresi.
Nuove ed insolite circostanze ci possono condurre a nuove ed insolite risposte. Lasciate che il coming out del vostro caro scateni in voi una risposta d’amore ben al di là di quanto potevate immaginare. Molti genitori provano un’improvvisa paura quando il loro figlio fa coming out, timore per il futuro, non solo per il proprio figlio, ma anche per loro stessi.
Piuttosto che cercare di parlare a vostro figlio, sulla base di quello che vi suggeriscono gli altri, potete decidere di essere voi il suo più grande sostenitore. Invece di avere paura, lasciate che questa scoperta metta in luce la mamma protettiva che voi non sapevate che era in voi. (Questa mamma protettiva c’è sia nella madre che nel padre). I tanti genitori del nostro gruppo FreedHearts hanno dovuto tutti impararlo – ma anche noi ora lo abbiamo imparato.
Possiamo aver paura per noi stessi chiedendoci, “cosa diranno i vicini?” oppure “cosa dirà la nostra Chiesa?”. Queste domande sono comprensibili, però cerchiamo di metterle da parte. Vostro figlio ha compiuto un passo importante parlandovene. Lui spera che lo ascoltiate e che gli diate delle risposte sulla sua vita. Non si è scoraggiato pur di piacere ai suoi amici, a tutta la sua famiglia, al pastore e a tutti i ficcanaso che conoscete. Non lasciate che questo gravoso fardello ricada solo su vostro figlio.
IL LAVORO DI FREEDHEARTS
Ricordate la vostra prima risposta al coming out di vostro figlio. Quali sono stati i vostri primi pensieri? Parlate delle vostre paure, della rabbia, dello shock e delle altre emozioni.
Ripensandoci, quanto di tutto ciò dipendeva da voi e quanto da vostro figlio? Questo può essere doloroso da considerare, lo so. Non vergognatevi se scoprite che parte delle vostre risposte vi fanno sentire in colpa.