Diaconato: le donne e la verità del Vangelo
Articolo di Mariapia Veladiano pubblicato sul mensile JESUS del Giugno 2016
La parola ha inghiottito la notizia perché le parole non viaggiano da sole ma abitano una propria area semantica e la parola diacono viaggia insieme a sacerdozio, che sta all’intersezione fra altre aree sensibili: potere, tradizione, ecumenismo, donna, donna nella Chiesa, una Chiesa di donne governata da uomini. Nella solennità di un incontro con 900 superiore generali di istituti religiosi femminili, dentro l’ufficialità dell’aula Nervi, ma con l’irritualità di una risposta evidentemente spontanea, quasi un parlare fra sé e sé, papa Francesco ha detto si, “le donne diacono sono una possibilità per oggi” e sulla questione “sembra utile per me avere una commissione che chiarisca bene».
Il ruolo della donna nella Chiesa è una assoluta priorità e papa Francesco ne ha parlato spesso anche se dentro una cornice culturale piuttosto prudente. In questa occasione le parole sono state più nette ed è bello immaginare che sia stato anche grazie all’impatto visivo ed emotivo dell’incontro. Qual è la forza intellettuale, teologica, di discernimento di 900 donne di cultura, evangelizzatrici, responsabili? Francesco ha detto che la Chiesa ha “bisogno ulteriormente che le donne entrino nel processo decisionale” e ha parlato di donne alla guida di uffici vaticani, ad esempio, laiche o religiose. Qualcosa che deve capitare ma che deve essere sotto il segno della normalità.
Mary Melone è dal 2014 rettore magnifico della Pontificia università Antonianum. Quanto é importante un fatto di questo tipo? Lo è solo se è un segno tranquillo. Se di volta in volta viene nominata la persona più preparata e più capace, uomo o donna, per questo o altro compito. La donna nella Chiesa non deve essere né un tema, né un problema. Mettendo insieme le due affermazioni, quella sul diaconato e quella sulla responsabilità, si capisce che papa Francesco ha chiamato per nome la cosa e ha chiesto aiuto.
Non è chiaro come ci si arriverà, ma questo è il punto. Che le donne in quanto battezzate entrino nei processi decisionali semplicemente perché ne va della verità del Vangelo.