Dialogando con Franco Grillini su chiesa cattolica e cristiani LGBT+
Dialogo di Massimo Battaglio con Franco Grillini
Del documento dei vescovi fiamminghi in cui si riconosce il valore delle coppie omosessuali e si istituisce la loro benedizione, si parla non solo in ambiente cattolico. Anzi, bisogna dire che, nei giri di Chiesa, se ne parla fin troppo poco (guarda un po’ il caso). L’argomento incuriosisce piuttosto chi sta fuori, perché sorprende, spariglia le carte. Ne abbiamo parlato con Franco Grillini, anziano leader del movimento lgbt+ italiano, primo segretario di Arcigay.
Ciao Franco! Allora, che ne dici di questa cosa dei vescovi del Belgio? E’ la volta che cambia qualcosa?
Penso che sia una cosa positiva. Sancisce un cambiamento e i cambiamenti sono sempre da salutare positivamente. E non è un cambiamento da poco perché riguarda molte persone. Il fenomeno delle persone lgbt+ credenti è piuttosto diffuso.
Io ho sempre sostenuto i loro gruppi, per due ragioni. La prima è che le persone lgbt+ devono testimoniare ovunque la propria visibilità: sul lavoro, in politica, nello sport, nell’arte, e quindi anche nella Chiesa. E’ solo così che può partire la liberazione. E la seconda è il principio di “lotta dall’interno”. Un lavoratore, uno sportivo, un artista che si trovano in un ambiente omofobo, non abbandonano il lavoro, lo sport o l’arte. Lottano dal di dentro perché il loro ambiente cambi. La stessa cosa deve accadere, da parte dei credenti, nella Chiesa.
Con questo documento, sembra appunto che le cose stiano cambiando grazie alla testimonianza e al lavoro fatto dall’interno.
Credi che sia tutto merito del movimento dei cristiani lgbt+?
Beh no. E’ merito della cultura nordeuropea rispetto alle tematiche lgbt+. In quei Paesi, le leggi a favore delle persone con orientamento non eterosessuale e identità non cisgender sono molto avanzate. In Belgio, ci sono ben sette leggi di questo genere. Quindi, anche la Chiesa non può più stare indietro perché la mentalità comune non glielo permette. Non può ignorare il cambiamento perché rischierebbe di amputarsi del sostegno dei cristiani.
Dovrà riformulare la dottrina? Non lo so, non me ne intendo. Laicamente però, credo che si debba aggiornare. Tra l’altro: questo documento non contraddice apertamente la dottrina. E’ uno strappo ma non una rottura. Sarà rottura quando si accetterà che tutte le famiglie sono uguali, a prescindere dalla loro composizione. Ma qui si agisce sul filo della dottrina, sul confine. E si scopre che c’è tanto spazio imprevisto.
Credi che questo documento avrà un riflesso anche in Italia?
Nella politica, non credo. E’ vero che la politica italiana è sempre molto influenzata da quello che succede a livello globale. Pensiamo alla guerra in Russia. Ma non credo che ci saranno cambiamenti immediati. In fondo, si vota per i propri interessi – le tasse, le bollette – e, solo se c’è spazio, si pensa ad altre questioni. Ma come diceva quel là? “Il battito d’ali di una farfalla a Berlino può generare un uragano a Tokio”.
Di sicuro cambia molto per le persone lgbt+ credenti, perché è un precedente forte, destinato a far parlare. E a dare coraggio. E sarà difficile che qualcuno intervenga dall’alto a gettare acqua sul fuoco, proprio perché la questione interessa molti e i tempi sono maturi.
Può darsi piuttosto che la cosa faccia discutere all’interno del movimento. Sai: la posizione delle associazioni lgbt+ rispetto alla fede non è univoca. Il tuo amico Franco Grillini sostiene la linea della presenza, del dialogo, della lotta dall’interno, ma c’è anche chi considera la Chiesa come l’avversario per antonomasia. Questo documento spariglia le carte.
E dell’incontro di oggi degli esponenti de La Tenda di Gionata col Papa? Che ne dici?
Cosa? Cos’è successo? I gay dal Papa? Dimmi che è vero! Non ne so ancora niente.
Sì: mercoledì 21 settembre 2022, 110 persone de La Tenda di Gionata hanno partecipato all’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro. Poi, una loro delegazione è stata ricevuta in privato.
Ma dici sul serio? E’ una roba enorme! Aspetta che mi documento.
Franco fa una breve ricerca in rete e trova alcune agenzie che riportano la notizia dell’udienza.
Ma guarda un po’. Non è una roba secondaria. Peccato che tutta l’informazione in questi giorni sia concentrata sulle elezioni, perchè questo è un fatto grossissimo. Centodieci? Ma è una massa!
Mettere insieme centodieci persone omosessuali, per giunta cattoliche, e portarle davanti al Papa, in altri tempi sarebbe stato impensabile. Sarebbe già stato difficile trovare qualcuno che ci mettesse la faccia. I tempi stanno proprio cambiando.
Mi stai facendo pensare che, nel 1986, Ratzinger emanò quella famosa lettera sulla “pastorale” per le persone omosessuali (noi la chiamavamo “lettera pecorale”). Si diceva – tra l’altro con toni meschini perché si associava anche l’omosessualità a una malattia infettiva, ed eravamo in piena epidemia di AIDS – che i parroci non possono dialogare con nessun gruppo lgbt+. Si vietava addirittura di riceverli nelle loro strutture. E adesso li riceve il Papa.
Sarebbe interessante sapere cosa si sono detti. Magari si saprà nei prossimi giorni. Ma non è nemmeno la cosa che conta di più. Cosa conta è che non è mai capitato un fatto così nella storia. Non è mai successo che un Papa ricevesse un gruppo di persone lgbt+ organizzate e dialogasse con loro. Magari, ultimamente, è stata data udienza a qualche individuo singolo, due o tre. Ma un’associazione, e un’associazione nazionale, è una cosa diversa.
Vedi che il mondo cambia? E allora cambierà anche la Chiesa. Continuate a lavorare. Grazie di tutto.
Grazie a te Franco, per la disponibilità e per esserci sempre.