Differenza tra natura umana e costumi
Riflessioni su Contro natura inviateci da Raffaele Crispo, parte prima
Dalla scorsa settimana ho iniziato, con voi lettori, a riflettere circa i contenuti del libro “Contro natura: Una lettera al Papa” (Laterza, 288 pagine) scritto dal noto antropologo Francesco Remotti. In nome della natura umana la Chiesa da anni discrimina gli omosessuali ed in particolar modo le loro unioni civili bollandole come qualcosa di contrario alle regole che la natura ha scritto per l’umanità.
Noi, grazie alla “libertà“, di cui gode ogni uomo abbiamo la possibilità di svincolarci dal giogo dei costumi, dalle rigide norme della cosiddetta naturalezza delle cose e vivere liberamente nel rispetto della propria natura. La Chiesa ha sempre combattuto questo pensiero relativistico e si è sempre opposta ad ogni forma di soggettivismo, e non ha dato spazio alla libertà umana.
Solo grazie alla libertà riusciamo a sgretolare quel modello universale di vivere nel quale la maggioranza crede e del quale la Chiesa si serve per sostenere le proprie teorie. Purtroppo c’è anche il triste fenomeno delle “generalizzazioni” di usi e costumi errore nel quale cade gran parte dell’umanità e strumento di cui si serve la Chiesa per “giustificare” tante prevaricazioni. Tutte le culture (religiose e non), i pensieri e le mentalità ben radicate e fondate devono anche poter offrire degli spiragli di libertà che permettano ai singoli individui di poter riflettere anche fuori ed oltre le errate generalizzazioni.
La Chiesa, come altre istituzioni tenta forzatamente di radicare i nostri costumi a delle regole con la giustificazione di voler stabilizzare le nostre vite, ma come è possibile tutto ciò se in natura non ci sono leggi salde e tetragone?Noi non possiamo far dipendere i nostri modi di pensare da fattori esterni all’essere umano e quindi legarli solo alla volontà di un Dio, o alla cosiddetta natura delle cose o ad una storia universale.
La società umana deve essere libera o va liberata dai condizionamenti dei costumi esterni. Anche noi omosessuali cadiamo nell’errore di voler omologare le nostre vite e le nostre famiglie a quelle delle persone eterosessuali e nel tentativo di dar maggior stabilità alle nostre unioni le ispiriamo al modello delle famiglie tradizionali.
La prossima settimana analizzerò e rifletterò sulla necessità di svincolarci dall’imitazione delle famiglie dalle quali tutti noi abbiamo origine per confrontarci sullo stesso terreno con il pensiero della Chiesa.