“Dignitas Infinita” ma non per tutti
Riflessioni di Andrea Rubera, portavoce di Cammini di Speranza
“Come cristiani LGBT+ abbiamo letto con attenzione la dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita circa la dignità umana”. Il rimando a concetti legati alla giustizia sociale sono estremamente attuali ed interessanti: il no alle guerre, allo sfruttamento dei poveri e dei lavoratori, la compassione dell’odissea dei migranti lo confermano come anche, venendo alle tematiche di nostro interesse, il no alla criminalizzazione dell’orientamento sessuale ancora presente in molti paesi del mondo.
Altri temi, tuttavia, sembrano inseriti da un lato senza essere approfonditi, dall’altro per accontentare alcune frange conservatrici e fondamentaliste del cristianesimo da cui la Chiesa di papa Francesco sembra aver preso le distanze negli ultimi anni.
Facciamo riferimento ai paragrafi sul “gender” in cui si avvalora l’esistenza di una “fantomatica teoria del gender” che starebbe lavorando per “una società senza differenze di sesso”. E’ palese che la “teoria del gender” non esiste e che il nome stesso sia un’invenzione di alcuni movimenti fondamentalisti che utilizzano questo spauracchio per, di fatto, impedire ogni argomento a favore dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità.
Gli stessi paragrafi, inoltre, liquidano le vite delle persone “transgender” come non degne di realizzazione se non in presenza di “anomalie genitali” (termine peraltro piuttosto singolare).
Infine il paragrafo sulla “gestazione per altri” non distingue tra visioni etiche e sfruttamento, non sembra curarsi degli effetti sulle tante famiglie arcobaleno presenti in Italia e nel mondo e sui figli di queste famiglie che sarebbero, secondo la Dichiarazione stessa, considerati “oggetti” dai genitori che li hanno desiderati.
Ci chiediamo che soluzioni si siano ipotizzate per far fronte allo stigma che incontreranno questi bambini e queste bambine nel sentirselo rinfacciare dalle loro comunità cristiane di riferimento.
Il documento sembra essere stato scritto, per quanto riguarda la componente LGBT+, senza aver ascoltato alcuna persona LGBT+ e senza aver acquisito elementi conoscitivi basilari sulle condizioni esistenziali delle persone LGBT+ stesse.