Articolo del 12 febbraio 2013 pubblicato dalla redazione di genova24.it
Genova. Era il 1949 quando un vecchio salesiano, allievo di don Bosco, disse al giovane chierico, Andrea Gallo: “non diventerai Papa, ti dovrebbero chiamare ‘papagallo’”. A oltre 60 anni di distanza, alla vigilia di un nuovo papato, dopo le dimissioni storiche di Benedetto XVI, Don Gallo non diventerà pontefice, anche se la rete ha lanciato il suo sogno: Sua Santità, il prete degli ultimi.
Il giorno dopo, Don Gallo, alla Feltrinelli di Genova per presentare il suo ultimo libro “Osare la speranza”, commenta il gesto epocale, per alcuni rivoluzionario, del conservatore Ratzinger. “E’ un evento straordinario, proprio come il fulmine sulla cupola di Pietro, erano secoli che non avveniva”. Inevitabile, da parte del prete di strada, il riferimento al “gran rifuto di Celestino V”.
“A mio avviso la Chiesa da tanti anni è in crisi, esistenziale dottrinale, pastorale – ha detto il fondatore della Comunità di San Benedetto – viviamo ormai una cristianità che è cenere, dopo 50 anni il Concilio vaticano non è stato applicato, questo è il punto”.
Poi gli scandali che hanno attraversato fino a oggi la Chiesa, dalla periferia all’interno, con il libro di Nuzzi e i documenti del Corvo, e dove non mancano neppure gli scontri di potere. “La Chiesa è sempre gloriosa, ha spinto delle istanze di rinnovamento – ha sottolineato Don Gallo – è la mia casa e io ci sto bene, ma deve essere ‘semper reformanda’”.
Papa Ratzinger invece “rispose ancora picche a oltre 100 teologi, proprio l’anno scorso”. Con le dimissioni cioè “si è assunto le sue responsabilità. E’ stato un atto di coraggio, nel riconoscore che pur avendo tempo e potestà non ha voluto fare il concilio”.
Secondo il prete di strada adesso è il momento di “un mini concilio con pochi punti”: primo la collegialità “dei vescovi e con i fedeli”, un’assemblea “che parla e non ha ingerenza”. Secondo, affrontare i temi della bioetica. “La chiesa deve ascoltare”, ha sottolineato. Terzo, l’ordinanza femminile e il celibato del clero.
E se la Chiesa è una, santa, cattolica e universale, il Papa non deve essere “italiano, genovese, polacco, tedesco”, semplicemente “è il Papa”, meglio ancora se sarà di colore, visto che la maggior parte di cattolici è in Africa”.
“Ratzinger pensa al bene della Chiesa e si ritira”, è l’istantanea di Don Gallo sulle dimissioni del Papa, nella giornata epocale che ieri ha sconvolto il mondo. Certo poi “la storia si pronuncerà, tutti noi abbiamo luci e ombre, ma non siamo qui a dar giudizi”.