Dio ci guida in regioni inesplorate (Genesi 12:1-4a)
Riflessioni bibliche di Holly Hearon, Charles W. Allen, Michael Miller e Helene Tallon Russell tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Per chi tra noi preme ai confini della “normalità”, la vocazione di Abraamo in Genesi 12:1-4a prepara alla comprensione di questi passi biblici. Charles Allen è intrigato dal fatto che, pur non avendo nessuna Bibbia che autorizzi la sua vocazione con la prova di pochi passi ben scelti, Abramo si avventura ugualmente fuori dagli unici valori famigliari che conosce. Segue una voce che, apparentemente, solo lui ha sentito.
Ma questa non è una scelta dettata da una spiritualità personale, come fa ben notare Helene Russell; la sua decisione è destinata a far scendere la benedizione sulle famiglie di tutto il mondo. Forse la sua famiglia non è andata con lui, ma non è stata dimenticata.
Holly Hearon è rimasta colpita da due aspetti di questo passo di Genesi: per prima cosa, il passo descrive l’esperienza di molte persone LGBT – ci lasciamo alle spalle la “casa” dei nostri genitori (versetto 1) per recarci in una nuova terra (da qualche parte al di sopra dell’arcobaleno?) dove Dio ci mostra la nostra identità di persone LGBT.
Siamo condotti in una nuova terra, non solo in termini di identità ma anche di comunità a cui apparteniamo e di modo di essere nel mondo; ma questo è un luogo dove l’identità di Dio si rivela a noi.
In secondo luogo (riecheggiando l’osservazione di Helene Russell) Dio dice ad Abramo che sarà benedetto perché possa essere a sua volta una benedizione. Il passo invita le persone LGBT a considerare la particolare benedizione che essi riversano sul mondo.
Queste benedizioni includono qualità come l’ospitalità, l’accoglienza dello straniero, l’importanza della comunità e la capacità di celebrare la vita con gioia e senso dell’umorismo.
Allo stesso modo, Michael Miller trova importante sottolineare che, qualunque siano le pressioni famigliari, sociali e religiose che agiscono su Abramo, per la sua crescita è fondamentale una nuova concezione di Dio e di se stesso in relazione al resto del mondo.
Armato di fiducia in questa nuova concezione, Abramo è in grado di ergersi contro lo status quo e di avventurarsi in un rischioso viaggio alla scoperta di se stesso, dell’altro e di Dio.
– In quale occasione avete dovuto cavarvela da soli, senza avere le garanzie date dalla vostra famiglia o dalla vostra comunità di fede? Quale voce avete sentito? In che modo questo potrebbe costituire una benedizione per tutti, anche per coloro che non sono venuti con voi?
La riflessione di Paolo in Romani 4:1-5, 13-17 sulla fede di Abraamo è stata utilizzata dai cristiani delle epoche successive per minimizzare l’importanza della Torah, delle Scritture e delle tradizioni giudaiche. Holly Hearon e Charles Allen però insistono nel ricordare che l’atteggiamento di Paolo verso la Torah è complesso.
Qui l’Apostolo sta cercando di mostrare perché i non Giudei fanno e hanno sempre fatto parte delle promesse di Dio. Abramo, fa notare Holly, crede in Dio ma in un certo senso è ancora un Gentile perché non ha ancora ricevuto il segno della circoncisione.
Secondo Charles, l’affermazione di Paolo che la promessa non è venuta attraverso la legge è un’altra dimostrazione che Abraamo non ha una Bibbia che conforti la sua rischiosa decisione. Questo non vuol dire che la Torah o la Bibbia non siano importanti ma che nemmeno esse possono limitare la voce di Dio.
Michael Miller è d’accordo nell’affermare che la Torah non rimanda a una soffocante ortodossia ma a un modo di essere ideale che rifletta la vita comune di Dio con noi; non vuole affatto limitare l’opera o la voce di Dio. Come molti di noi oggi, Paolo ha molti dubbi su come onorare le sue Scritture in modo da lasciare spazio a Dio perché possa parlare in un modo nuovo, che forse non ha precedenti. Dio ha parlato prima della Torah. Dio ha parlato attraverso la Torah. Dio ha parlato dopo la Torah. E Dio parla tutt’ora.
– In che modo onoriamo la voce di Dio nella Bibbia e lo ascoltiamo parlare in un modo che non ha precedenti? Quale spazio lasciamo alle altre voci? Quale spazio lasciamo alla voce di Dio?
Il vento soffia dove vuole, dice Gesù in Giovanni 3:1-17. La voce di Dio non viene limitata. Michael Miller sente Gesù dire a Nicodemo che la fede crea quel tipo di apertura alla presenza dinamica di Dio (raffigurata dal concetto di Spirito) che innesca dei cambiamenti così radicali che possono venire adeguatamente rappresentati solamente dal concetto della nuova nascita o del “nascere dall’alto” (versetto 3).
Secondo Holly Hearon la storia di Nicodemo riflette la storia di chi non è ancora uscito allo scoperto, in qualunque maniera questo concetto si possa applicare. È la storia di chiunque abbia un sentore della propria identità ma può avvicinarsi ad essa solo nell’ombra perché ha paura di venire “sgamato” o di perdere il proprio status, il proprio lavoro o i propri privilegi.
Nascere dallo spirito (dall’alto) vuol dire accettare il nostro status di figli di Dio. L’obiettivo di Dio è che possiamo avere la vita, anche se dobbiamo avvicinarci a lui nell’ombra: è pur sempre un inizio.
Il passo evangelico alternativo è Matteo 17:1-9, che racconta la Trasfigurazione. Fin troppo prevedibile che Holly Hearon e Charles Allen lo vedano come un altro racconto di Gesù che subisce l’outing di Dio. Charles ci scherza su: “Mamma mia, non è fantastico?”. Helene Russell intende il “non temete” di Gesù (versetto 7) come un’assicurazione che non dobbiamo temere la nostra trasformazione.
Il Salmo 120 (121) ci ricorda che Dio, il nostro creatore, ci accoglie, desidera per noi vita in abbondanza e rispetta la nostra integrità di suoi figli.
– Dove sta soffiando il vento dello Spirito nella vostra vita? Potete permettervi di rispondere aprendovi? Se no, quali altre risposte potete dare in questo momento? In che modo Dio può trasfigurare le circostanze della vostra vita?
La nostra preghiera
Chiamaci fuori, o Dio, dalle pastoie della famiglia.
Guidaci verso regioni inesplorate
e rendi la nostra vita una benedizione
per tutti coloro che incontreremo.
Dacci il coraggio di esplorare te e noi stessi apertamente.
Amen
Testo originale: Ash Wednesday, Lent and Easter through Pentecost Sunday Year A