Dio dà sempre valore alla nostra vita (Lamentazioni 3:22-23)
Riflessioni bibliche* di Greg Carey e Jen Glass tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il libro delle Lamentazioni porta la devastazione e la desolazione di Gerusalemme direttamente sotto i nostri occhi. Questo libro dà voce all’anelito e al cordoglio del popolo di Dio, un popolo in esilio a Babilonia, lontano dalla sua amata Gerusalemme.
Il popolo di Dio è come una vedova che “piange amaramente nella notte [e] le sue lacrime scendono sulle guance; nessuno le reca conforto” (1:2).
Quante lesbiche, quanti gay, bisessuali e transgender si ritrovano in questo lamento e nei sentimenti di cui sono l’eco?
Qualche volta, quando sveliamo il nostro sé autentico alle persone che consideriamo come famigliari e amici, ci accorgiamo che il nostro vecchio stare al mondo, i nostri legami con gli altri e i nostri sogni per il futuro sembrano andare in frantumi.
Molti di noi vengono esiliati da casa loro. A volte la verità della nostra vita si rivela troppo dura per gli altri da sopportare. Perdiamo un sacco di cose. Durante tali periodi diventiamo soli, senza nessuno al mondo, siamo dei reietti, piangiamo amaramente, siamo traditi, siamo in difficoltà e afflitti, non abbiamo nessuno che ci dia conforto. Come trovare speranza in una simile desolazione?
– Che tipo di devastazione e desolazione le persone LGBT hanno sperimentato nella loro storia? Quando e dove abbiamo trovato speranza?
Le Lamentazioni però promettono la liberazione; non finisce l’amore tenace di Dio; la sua misericordia non è finita; la sua compassione è rinnovata ogni mattina (3:22-23). La promessa è “Buono è il Signore con chi spera in lui” (3:25). Chi tra noi trova qualche barlume di speranza nella sua vita ed è capace di attendere Dio, è capace di dimorare nella sicurezza che grande è la fedeltà di Dio.
La devastazione e la desolazione non durano per sempre, specialmente se siamo in grado di cancellare i vecchi nastri della nostra indegnità e della svalutazione della società e crediamo veramente all’amore di Dio.
Quando siamo in grado di aspettare con pazienza tra le lacrime e le difficoltà e troviamo persone e comunità che danno valore alla nostra vita e al nostro amore, allora tocchiamo con mano come Dio sia il nostro destino. Dio è buono con noi, il suo amore e la sua misericordia non finiranno mai.
Il dono di vedere oltre il presente con il suo tangibile disorientamento e le sue perdite forse non sembra una dote così meravigliosa. Eppure, di fronte al lutto autentico, tale fede dimostra il suo valore.
Il Salmo 136 (137) dà voce a un lamento a gola spiegata che si accompagna a un sintomatico desiderio di vendetta. Il salmo ritrae lo scherno dei deportatori di Israele assieme alla tangibile disperazione che tale umiliazione scatena.
Questo componimento ha una reputazione piuttosto negativa a causa della visione dei bambini sbattuti contro la pietra. Eppure il salmo ci offre uno dei rari passi delle Scritture in cui compare una genuina frustrazione e cordoglio. Il salmista si attacca fieramente ai ricordi di Sion e, forse, alla speranza della sua restaurazione. Forse, date le circostanze in cui scrive il salmista, basta questo ricordo onesto.
2 Timoteo 1:1-14 in modo simile ci incoraggia a stare in attesa di Dio, ad essere pazienti attraverso i dolori e i periodi difficili. Non abbiamo davvero alcuna ragione di disperare, anche quando la vita si fa dura, perché Dio ci ha dato la forza, l’amore e una mente salda. Dio ci chiama alla santità secondo i suoi scopi e la sua grazia. È possibile considerare il nostro orientamento sessuale come parte del piano di Dio e una grazia per la nostra vita?
Non dobbiamo vergognarci, specialmente noi persone LGBT, perché non dobbiamo fare altro che conoscere e amare colui che ci dona la forza e l’amore e porre la nostra fiducia nel Santo. Questa è la Buona Novella che dovremmo condividere con il mondo, come Paolo si sentiva obbligato a fare.
– In che modo Dio vi ha condotti, nel tempo, alla comprensione della vostra sessualità? In che modo “stare in attesa di Dio” potrebbe connettersi alla comprensione della sessualità quale parte del piano di Dio e grazia della vostra vita?
Luca 17:5-10 combina due detti che sono abbastanza strani già per conto loro, e sono sconcertanti se presi assieme. Per prima cosa Gesù assicura ai discepoli che anche una piccolissima quantità di fede è sufficiente a fare grandi cose.
Poi dice loro che, come accade agli schiavi, non dovrebbero aspettarsi delle lodi quando compiono degli ordinari atti di fedeltà. Cosa vogliono dire questi detti presi assieme? Forse semplicemente che le normali dimostrazioni di fedeltà sono sufficienti agli occhi di Dio?
– Come descrivereste la vostra fede: una fede grande o una fede piccola? Come descrivereste la fede della vostra congregazione? Per quali vie, grandi e piccole, siete chiamati ad esprimere la vostra fede?
La nostra preghiera
Dio di Maestà, fa’ che possiamo conoscerti come colui che ci ama,
come colui che è buono con noi,
come colui la cui misericordia non ha mai fine,
e come colui che ci offre la speranza.
Anche oggi, in mezzo alla devastazione e alla desolazione,
tu ci chiami alla santità, alla grazia e alla fiducia.
Nell’angoscia e nell’afflizione
riempi la nostra vita di virtù e forza
la virtù e la forza che solo tu puoi donare.
Fa’ che non ci vergogniamo di implorarti
e dacci il potere di condividere la Buona Novella
con chiunque incontriamo
di come tu dai valore alla nostra vita
e di quanto grande sia il tuo amore per noi.
Amen
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: Ordinary Time through Reign of Christ Sunday Year C