Dio invita tutti noi a fare domande (Gn 18:20-32)
Riflessioni bibliche* di Helene Tallon Russell, Charles W. Allen e Marti J. Steussy tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2007, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
La Bibbia, le nostre chiese e la nostra stessa vita possono presentarci delle immagini di un Dio che sembra arcigno, vendicativo, violento o semplicemente distante.
Qualcuno ci ha detto di accettare queste immagini senza fare domande. Considerati insieme, tuttavia, i passi di questa settimana ci invitano a mettere in discussione quelle immagini, a giudicare i messaggeri di Dio e Dio stesso secondo lo standard di fedeltà con cui Dio giudica noi.
Helene Russell suggerisce che la buona novella per i cristiani e le cristiane gay, lesbiche, bisessuali e transgender consiste nel fatto che la Bibbia è un complesso tesoro di tradizioni che ci chiede di iniziare delle conversazioni critiche e piene di domande con essa, tra di noi e con Dio.
In Luca 11:1-13 Gesù ci insegna di perseverare nella preghiera fino a ottenere da Dio ciò di cui abbiamo bisogno. In risposta alla richiesta da parte dei discepoli di insegnare come si prega, Gesù suggerisce di pregare per il mondo (“venga il tuo regno”, versetto 2) e per le nostre esigenze (il pane quotidiano, il perdono, la salvezza dalla tentazione).
Anche se il testo asserisce che “chi chiede ottiene” (versetto 10), Marti Steussy fa notare che la storia dell’amico che bussa a mezzanotte riconosce, come fa il Salmo 84 (85), che talvolta, quando bussiamo, la porta sembra lenta ad aprirsi. Ma non dobbiamo lasciare che l’apparente distanza di Dio ci trattenga dal richiedere le cose che ci stanno più a cuore.
– Quando pregate, pregate per ciò che dà vita e solleva lo spirito? Insistete nel richiederlo?
Charles Allen afferma che Colossesi 2:6-15 mostra come la nostra comune vita nel Corpo di Cristo ci dà il diritto di mettere in discussione qualsiasi governante o autorità che ci condanni o ci abbassi: “Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana” (versetto 8). L’autore della lettera ci dice di rimanere fedeli a ciò che ci è stato insegnato ma, come indica Marti Steussy, assicura che il vero insegnamento libera, non imprigiona.
Di fronte ad ogni insegnamento dovremmo chiederci: questo ci fa vivere la pienezza della vita, ci fa sentire radicati e solidi? La vera fede non è taccagna ma generosa!
Helene Russell nota un’apparente opposizione tra la ragione umana e la saggezza divina nel passo di Colossesi. Ma, leggendo meglio, vediamo che l’autore si oppone a una particolare filosofia i cui insegnamenti non sono compatibili con la grazia esuberante e l’incarnazione che sono centrali per la fede cristiana.
– Come distinguete la semplice saggezza umana e la Saggezza radicata nella fede, in Cristo? C’è una differenza? Se una differenza c’è, come la esprimereste?
Genesi 18:20-32 ci mostra un Dio che invita il precursore della nostra fede, Abramo, a insistere sulla sua fedeltà. Eppure, per le sorelle e i fratelli LGBT, come rimarca Charles Allen, questo passo è il preludio a uno dei testi più terrificanti. Qualunque sia il peccato di Sodoma (lo stupro di gruppo? il trascurare i poveri? Genesi non lo dice mai esplicitamente) ci si chiede perché Dio dovrebbe trovare una persona “giusta” nella città – figuriamoci dieci – per trattenersi dal distruggerla. Ma forse il passo ha la funzione di stimolare proprio questa domanda.
Come osserva Marti Steussy, Dio sembra in effetti invitare a porre domande (“Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare?”, versetto 17). Abramo chiede “Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?” (versetto 25). E ogni volta Dio accetta la proposta di Abramo di modificare i suoi piani, ammettendo implicitamente che il piano precedente mancava di vera giustizia. Helene Russell si chiede se Dio ci sta incoraggiando a ripensare criticamente le norme di giustizia e di giudizio senza dare per scontate le decisioni e le norme della cosiddetta autorità divina.
– Avete mai litigato con Dio? Considerate tali discussioni come una preghiera?
Osea 1:2-10 è un passo scioccante sotto ogni punto di vita. Dio dice ad Osea di vivere una situazione che viola ogni valore famigliare tradizionale! Ancora peggio, il comportamento di Dio stesso viola i codici di Israele: la metafora attribuisce a Dio due mogli (Israele, ovvero il regno del nord in cui profetizza Osea, e Giuda) che sono sorelle (in violazione di Levitico 18:18). Oltre a questo vediamo Dio che rappresenta la parte del marito violento che disereda rabbiosamente la famiglia e che poi, di punto in bianco, annuncia che tutto andrà bene.
Marti Steussy: Dovremmo rimanere scioccati da questa lettura. Noi di solito ascoltiamo leggere le Scritture in un tono santamente monotono, mentre gli antichi profeti erano predicatori di strada che usavano tutti i trucchi che conoscevano per attirare l’attenzione della gente. Queste parole di Dio sono state probabilmente predicate con una voce rabbiosa e aspra che sottolineava l’orrore che stava avendo luogo. L’intenzione era scuotere l’uditorio per fargli sentire il dolore di Dio: “Non vedete, gente? Dio si sente un compagno tradito! Dio è così frustrato che sta pensando di diseredare i suoi figli!” Ma è un linguaggio pericoloso, che ritrae Dio come un uomo troppo ferito per accettare gli altri così come sono.
Più avanti, l’amore di Dio radicato nel patto (hesed) sembra avere il sopravvento (Osea 11:8-9), ma Charles Allen insiste che non dobbiamo utilizzare quest’ultimo passo per “soccorrere” il primo. Infatti non è bene usare violenza verso la propria o il proprio partner, per quanto ci possiamo sentire traditi. Forse una riscrittura moderna, un midrash, fa al caso nostro: immaginate Abramo che risponde a Dio “So che il tuo dolore è profondo come quello di un amante tradito, ma forse che il tuo amore e il tuo potere di guarigione non sono ancora più profondi?”
Il Salmo 137 (138) celebra la fedeltà di Dio, ma anche questo salmo festivo termina ammonendo Dio a restare fedele.
– Abbiamo sempre bisogno di “soccorrere” un passo della Bibbia? Come reagiamo, in maniera sincera, a chi ritrae un Dio che non sembra all’altezza del Dio di Israele, il Dio dell’amore e del patto?
La nostra preghiera
Tu Santo
ci hai riempiti con il tuo amore e la tua passione per la giustizia
e ci inviti a non accontentarci di niente di meno.
Dacci il coraggio di invitare anche te
a essere quello che hai dimostrato di essere nella tua vita comune con noi
nel nome della tua Saggezza incarnata e dello Spirito che dà la vita.
Amen
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
Testo originale: Ordinary Time through Reign of Christ Sunday Year C