Nel nome di Dio niente “mandrie” di pecore obbedienti (Mc 6,30-34)
Riflessioni di don Fabio
Il programma che Gesù aveva pensato per i suoi discepoli era tutt’altro: “venite, stiamo insieme, in disparte, da soli, così riposate…”
Ma, la “grandezza” di questo Gesù consiste proprio nel saper mettere in discussione i suoi programmi, nella capacità di accorgersi che c’è qualcun altrə che ha ancora bisogno di Lui. E cambia programma “pastorale”!
L’obiettivo non è concludere il piano, progetto, programma, chiamalo come vuoi, pastorale che abbiamo in mente, costi quel che costi!
La società è in continua evoluzione, e noi, come Chiesa, come pastori, dovremmo essere in grado di leggere i segni dei tempi e di riformulare i nostri programmi pastorali.
Come Gesù, dovremmo essere in grado di mettere in discussione norme, regole, dottrine, sacrosante forse per un tempo, ma che ormai non dicono più nulla.
Il rischio è quello di portare avanti le nostre idee che non incidono nel vissuto della gente, che lasciano feriti per strada e che non permettono alla persone di fare esperienza della compassione del Padre!
Non siamo stati inviati a formare “mandrie” di pecore che obbediscono a testa bassa. Siamo stati inviati ad essere testimoni di un amore ricevuto e donato!