Dio viene… nelle persone sole e rifiutate
Riflessioni di Roberto Bitto pubblicate sul blog della comunità MCC-Il Cerchio il 19 dicembre 2018
La sera del 5 dicembre scorso alcuni membri del Cerchio si sono riuniti, alcuni di persona, altri con collegamento in HangOuts, per l’incontro settimanale del periodo di Avvento. È stato dato a me il compito di condurre questa serata.
Non sono particolarmente bravo a scrivere, non ne ho neanche il tempo, così ho deciso di parlare della mia esperienza di volontario con i disabili, condivisa con l’amica Piera.
Come fare? Cosa di meglio, se si vuole parlare di inclusione, se non presentare la figura di Jean Vanier, teologo e filantropo canadese, fondatore dell’Arche e di Foi et Lumière, comunità per persone con handicap? La prima è comunità di vita, dove convivono persone ferite nell’intelligenza con altre senza problemi; la seconda è di incontro per persone ferite nell’intelligenza, le loro famiglie ed amici. Io ho fatto parte di Foi et lumière per sette anni.
Dopo la lettura della breve biografia di Jean Vanier, passo al capitolo tratto da un libro, scritto da lui Il corpo spezzato dal titolo Gesù si sente a proprio agio con le persone rifiutate e sole. Gesù, infatti, predilige gli ultimi, i reietti, le persone che la società emargina, piuttosto che i ricchi ed i potenti.
Non sono molti i commenti che scaturiscono dopo la lettura dello stralcio. Si tratta di un grande uomo, di un precursore. Jean Vanier non si è limitato allo studio della teologia e della filosofia e a scrivere libri: è un uomo che ha costruito nel concreto ambienti di autentica inclusione, dando a tutti la possibilità di dare e di ricevere, ambienti dove al centro c’è l’essere umano e non il ruolo, la posizione sociale. Non ci resta altro che imitarlo nella vita di tutti i giorni, instaurando autentici legami umani basati non sul calcolo o su valori effimeri, ma sull’amore vicendevole, essenza della vita.