Dobbiamo accogliere gay e lesbiche cosi come ‘sono stati create da Dio’
Articolo di Frank Mckown pubblicato sul sito del settimanale cattolico National Catholic Reporter (USA) il 15 agosto 2017, libera traduzione di Silvia Lanzi
“Siate quello che dovete essere, incendierete il mondo” (Santa Caterina da Siena). Un po’ di tempo fa un prete mio amico postò questa citazione sulla sua pagina Facebook. Era una frase che mi suonava nuova, ma mi colpì come una meravigliosa ispirazione per chi si sente oppresso dagli altri a causa di quello che sono. Abbastanza istintivamente, applicai il suggerimento di Santa Caterina al mio essere un gay cattolico.
Dal momento che credo che Dio mi ha creato uomo e gay, vedo che ha anche creato molte tipologie di persone e non tutte sono etero. Mentre qualcuno crede che l’omosessualità sia una scelta o una decisione a cui hanno portato le circostanze, la Chiesa ha riconosciuto che per molti gay e lesbiche, l’attrazione per il proprio sesso è un orientamento profondamente radicato e innato.
Seguendo le scoperte e i suggerimenti di medici e psicologici, nel capire l’omosessualità, nel 1997 la Chiesa ha pubblicato un documento chiave, “Always Our Children” (Sempre nostri figli) che dà ai genitori un messaggio di accettazione dell’orientamento dei propri figli. Il documento è stato il primo approccio pastorale ad un tema così sensibile e dà, sia ai genitori che ai sacerdoti, una guida per amare e rispettare i loro figli, a prescindere dal loro orientamento sessuale, ed è un invito ai giovani omosessuali a continuare la loro relazione con Dio e con la Chiesa.
Ho visto “Always Our Children“(Sempre nostri figli), pubblicato dai vescovi statunitensi, come un primo e vitale passo della Chiesa che ammette che l’omosessualità esiste nelle nostre famiglie e non riguarda solo emarginati con un’inclinazione disordinata. Comunque, questo maggiore riconoscimento non cambia l’insegnamento della Chiesa che l’attività sessuale al di fuori del matrimonio sia moralmente sbagliata. Il comportamento omosessuale è proibito, vale a dire che i vostri figli etero e non sposati sono inclini ad atti sessuali moralmente deplorevoli come i vostri figli gay. Quindi siamo tutti chiamati alla castità.
Negli ultimi vent’anni, da quando è uscita la lettera dei vescovi statunitensi, abbiamo visto grandi cambiamenti nella società americana. Oggi gay e lesbiche possono servire tranquillamente ed in modo del tutto trasparente nelle forze armate. Molte corporazioni ed aziende hanno politiche di protezione dei loro impiegati che includono l’orientamento sessuale. E le coppie omosessuali si possono sposare civilmente in tutti i cinquanta stati. Mentre una generazione fa era possibile non conoscere una persona gay, è plausibile che oggi abbiate un parente o un amico che fa parte della comunità LGBT. E se non è vero per voi, lo è certamente per i vostri figli.
Ma in che modo la Chiesa affronta questi cambiamenti così drastici? Per essere sinceri c’è da dire che non ha cambiato i propri insegnamenti sugli atti omosessuali. Mentre da una parte difende la dignità personale dei gay e proibisce ogni ingiusta discriminazione, dall’altra rifiuta assolutamente il matrimonio omosessuale, ed è arrivata al punto di licenziare gli impiegati laici (o i loro sostenitori), che hanno “uno stile di vita gay” contrario ai suoi insegnamenti.
Mentre alcuni possono essere o non essere d’accordo con questi, visto che molti cattolici gay scelgono si vivere apertamente in famigli a in parrocchia, non dovremmo accoglierli come santa Caterina ci ricorda?
Un anno fa ho parlato in una parrocchia di Los Angeles. Il parroco e i diaconi volevano essere il più accoglienti possibile per il loro gregge, comprese alcune famiglie gay e lesbiche che avevano iniziato ad andare a messa di recente. C’è stata qualche discussione accesa, inclusa la presenza di due persone che non facevano parte della parrocchia e che erano venute appositamente per contestare il mio messaggio. Con l’aiuto del parroco ho presentato l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e il messaggio centale di Cristo: quello di accogliere tutti alla medesima tavola. Adesso la dichiarazione della missione della parrocchia ha un nuovo modello d’inclusione: “Siamo una comunità cattolica accogliente, chiamata da Dio a vivere in profondità il messaggio di Cristo di amare e servire ogni persona“.
Comunque la pensiamo sugli insegnamenti della Chiesa, dobbiamo ricordarci che Gesù non ha giudicato gli altri perché erano in un certo modo. E neanche noi dovremmo farlo. Con questa certezza, potremo incendiare il mondo.
* Frank Mckown è ex co-presidente del Catholic Ministry with Gay and Lesbian Persons dell’arcidiocesi cattolica di Los Angeles (USA)
Testo originale: We must welcome gays, lesbians as they ‘were created to be’