Don Ciotti ai cristiani LGBT del Guado: “Grazie per il contributo che avete dato e continuerete a dare alla Chiesa”
Dalla Prefazione di don Luigi Ciotti* all’ebook “Il tempo dell’attesa si è compiuto. Piccola storia del Guado e dei gruppi di omosessuali cristiani in Italia in otto tappe e in sedici testi”, a cura di Gianni Geraci, dicembre 2020, pagina 3
Quando, nel 1977, conobbi Ferruccio Castellano, il Guado sembrava impossibile. C’erano le persone omosessuali di fede cattolica, da una parte. E la Chiesa dall’altra: non soltanto la Chiesa istituzione ma la comunità ecclesiale nella sua quasi totale interezza. In mezzo, un fiume impetuoso di incomprensioni, pregiudizi e paure che pareva appunto segnare un confine invalicabile fra gli uni e gli altri.
È stato grazie al lavoro paziente e determinato di persone come Ferruccio se negli anni seguenti è stato possibile gettare dei massi dentro al fiume, affinché, un passo alla volta – passi incerti, scivolosi, a volte anche passi falsi – quei due mondi potessero incontrarsi. Non tutti hanno capito che quelle pietre erano gettate a fini di ascolto e di incontro, non di scontro.
Non tutti hanno avuto la forza di rialzarsi dopo le inevitabili cadute nelle acque gelide dell’indifferenza o della condanna. Purtroppo, Ferruccio stesso a un certo punto ci ha lasciati, travolto non solo, ma anche, dalle fatiche e dalle delusioni di un percorso tanto avventuroso quanto, a tratti, amaro.
Il vostro gruppo è stato fra quelli che per primi e con maggiore sensibilità e lungimiranza hanno voluto credere nel possibile approdo sull’altra sponda. Nella possibile accoglienza da parte di una Chiesa finalmente pronta a interpretare il Vangelo come parola radicalmente inclusiva. E io vi sono grato per l’impegno che in questi 40 anni avete messo nel coinvolgere sempre più persone, nel bussare a tante nuove porte – quante quelle chiuse malamente in faccia! – nel gettare semi di fiducia là dove si respiravano solo scetticismo e reciproca diffidenza.
«Per noi – si legge in questa bella raccolta di scritti – l’altra sponda significa soprattutto un approdo di liberazione, una terra dove poter vivere un amore purificato dall’egoismo e da tutte le ambiguità. (…) C’è per tutti un’altra sponda verso la quale andare, insieme possibilmente, perché così la fatica si fa più leggera e, se uno inciampa, può trovare subito aiuto.»
Mi colpisce il valore universale di questo messaggio. Mi colpisce intuire, nelle parole scelte per rielaborare la vostra esperienza, un’indicazione valida per chiunque si interroghi sul valore del dialogo, delle relazioni autentiche, del trasformare il cammino accidentato dell’io in un entusiasmante viaggio del noi.
Grazie della vostra delicatezza, della vostra perseveranza, della vostra generosità nell’accogliere a accompagnare le fatiche, i dubbi e le speranze di tanta gente. Grazie per il contributo che avete dato e continuerete a dare alla Chiesa.
* Presbitero della diocesi di Torino. Ha fondato il Gruppo Abele e Libera di cui è presidente.
Leggi l’Ebook> “Il tempo dell’attesa si è compiuto. Piccola storia del Guado e dei gruppi di omosessuali cristiani in Italia in otto tappe e in sedici testi”, a cura di Gianni Geraci, dicembre 2020, 32 pagine (file PDF)