Don Gallo, Bella Ciao per salutarlo. Fischi a Bagnasco
Articolo del 25 maggio 2013 pubblicato su repubblica.it
Durante il rito religioso, fischi e proteste contro l’arcivescovo Bagnasco quando ricorda il cardinale Siri: interrotta l’omelia. Applausi a Vladimir Luxuria che ringrazia Don Gallo per l’accoglienza verso i transgender e riceve la comunione proprio dalle mani del presidente della Cei.
Migliaia di persone in corteo cantando “Bella Ciao” lungo tutto il percorso, sotto la pioggia. Don Ciotti: “Don Andrea era innamorato dei poveri e saldava la terra con il cielo”. Il saluto del sindaco Doria e di Moni Ovadia. Nel pomeriggio la sepoltura a Campoligure.
Fischi e proteste contro l’arcivescovo di Genova e presidente della CEI Angelo Bagnasco durante il rito religioso per don Andrea Gallo nella chiesa del Carmine. Durante l’omelia il cardinale ha ricordato la figura del cardinale Siri, scatenando fischi e grida di “vergogna”. Era stato infatti il cardinale Siri a decidere nel 1970 l’allontanamento di Don Gallo dalla chiesa del Carmine dove aveva iniziato la sua attività pastorale e dove ora simbolicamente è tornato.
Bagnasco si è interrotto mentre all’esterno della chiesa si continuava a cantare Bella Ciao, come durante tutto il corteo che ha accompagnato Don Gallo dalla chiesa di San Benedetto fino al Carmine. E’ stata Lilly, la storica collaboratrice del sacerdote scomparso, a zittire la protesta richiamando al rispetto e al dialogo. Bagnasco ha concluso velocemente, lasciando la parola a Vladimir Luxuria che riporta applausi e commozione quando ringrazia Don Gallo “per averci fatto sentire, noi creature transgender, figlie di Dio e volute da Dio”. E al momento della comunione, è proprio il cardinale a offrire l’ostia benedetta sia a Luxuria che alla trans Princesa che le è stata accanto per tutta la cerimonia.
Tocca poi a don Luigi Ciotti, tra gli applausi, ricordare la figura del sacerdote scomparso “innamorato dei poveri” e a richiamare alla Chiesa dell’accoglienza che riporta tutti al suo interno.
Poi ricorda le tante battaglie comuni con lo scomparso, uomo della società civile ma soprattutto sacerdote “capace di unire la terra con il cielo”. Quando esce la bara, lacrime e saluti a pugno chiuso, e ancora applausi a scandire di nuovo le parole di Bella Ciao. Infine, il saluto del sindaco di Genova Marco Doria e del regista e autore Moni Ovadia. Nel pomeriggio la sepoltura a Campoligure in Valle Stura, accanto ai genitori.
IL CORTEO. Sotto una pioggia battente il corteo era partito alle 10 dalla chiesa di San Benedetto al Porto dove si era tenuta la camera ardente per Don Gallo, scomparso martedì, aperto da un gruppo di religiosi in tonaca bianca e con lo scapolare con i colori della bandiera della pace. Tra loro don Luigi Ciotti e don Vitaliano Della Sala, una via dolorosa sotto la pioggia. Dietro, il furgone grigio con la bara, su cui si intravedevano il cappello nero, la bandiera rossa e quella del Genoa, seguito dai familiari e dai componenti e collaboratori della Comunità di San Benedetto. Un battito ritmato di mani ha segnato il passaggio del corteo. In piazza della Nunziata, calmata la pioggia, un gruppo di ortuali ha preso a spalle la bara sino alla chiesa.
Dalle finestre lenzuola e drappi con il saluto dei genovesi “Ciao Don”, “Grazie Don”. Moltissime le bandiere, dai gruppi No Tav e i No dal Molin a quelle rosse delle varie sigle della sinistra e del Genoa, la quadra del cuore dello scomparso, tra cui lo striscione della Fossa dei Grifoni. Presenti anche l’allenatore del Genoa Davide Ballardin, che nei giorni scorsi era stato uno degli ultimi ad incontrare il “Don”, e l’ex tecnico rossoblu Giampiero Gasperini. Moni Ovadia, tra i primi a giungere a San Benedetto, ha commentato: “Sono ebreo e agnostico, ma secondo me risorge”.
Presenti Maurizio Landini, segretario della Fiom, Marco Revelli, Dori Ghezzi, Nando dalla Chiesa, il segretario del PRC Paolo Ferrero tra gli altri. C’è anche l’imam di Genova Salah Hussein, insieme allo scrittore Marco Revelli e al padre di Carlo Giuliani, Giuliano. Tantissimi i cittadini genovesi, di tutte le età. “Ci voleva Don Gallo a unire tutte queste sinistre”, è un commento ricorrente. Un grande striscione del centro sociale Terra di Nessuno riporta la scritta “Hasta siempre comandante Gallo. In direzione ostinata e contraria”.
Quando entra in chiesa la bara, Don Luigi Ciotti abbraccia una delle “princese”, le trans del Ghetto, che è in attesa accanto a Vladimir Luxuria. Un fortissimo applauso riempie la chiesa mentre la bara del “Don” viene posata davanti all’altare, tra le lacrime dei sacerdoti.
I COMMENTI. Dori Ghezzi ha fatto sapere di aver perso un “punto cardinale” e che ora dovrà “tornare a navigare a vista”. Landini ha ricordato la grande vicinanza di Don Gallo alla Fiom. “lo avevamo invitato anche all’ultima manifestazione” ha commentato.Vladimir Luxuria raggiunge la chiesa del Carmine, già colma di gente comune in attesa: “Mi ricordo le sue mani così ossute eppure così calde che mi accarezzavano”. E piange. Accanto, c’è Alba Parietti: “Mi ha mandato da lui l’anima di mio padre. Mi aveva detto ‘vai da lui se hai bisogno di qualcosa”.
FISCHI A BAGNASCO. Dopo gli applausi, un grande silenzio accompagna l’inizio del rito. All’esterno, la folla invade tutta via Brignole De Ferrari. All’inizio dell’omelia, l’arcivescovo Bagnasco ricorda l’impegno di Don Gallo per “i suoi ragazzi per i quali ha dedicato la vita” e ricordando che Don Gallo “svolse il suo
ministero sacerdotale con lo sguardo ed il cuore attratti da coloro che portavano più evidenti le ferite del corpo e della vita, quelle dell’anima. Come il samaritano del Vangelo e come missione di ogni sacerdote ha cercato di lenire i dolori di chi incontrava con l’olio della consolazione ed il vino della fiducia ridonando speranza per guardare al domani”.
Ma quando ricorda il cardinale Siri “che Don Andrea ha sempre considerato un padre e un benefattore”, si alzano fischi e proteste dall’esterno della chiesa. Dove, a sovrastare le parole del cardinale, viene di nuovo intonata Bella Ciao e scattano altri applausi che sovrastano le parole dell’arcivescovo.
Poi sono le grida “Andrea Andrea”, anche in chiesa, a interrompere il discorso di Angelo Bagnasco, mentre si chiede a gran voce l’intervento di Don Ciotti. Solo l’intervento di Lilly, da sempre collaboratrice di Don Gallo, interrompe la protesta. “Ragazzi, non abbiamo rispetto di Andrea che aveva un grosso rispetto per il proprio vescovo. Se vogliamo bene a Gallo impariamo ad ascoltare tutte le voci”.
LE PAROLE DI DON CIOTTI. “Se trovate qualcuno che ha capito tutto dalla vita, salutatelo da parte mia e di don Gallo, e cambiate strada. È la strada che ci ha insegnato che ogni persona è vita e storia, e che la diversità mai deve diventare avversità”. Gli applausi, in chiesa e fuori, punteggiano l’intervento di Don Luigi Ciotti, subito dopo la comunione. Ricorda il no ai “cristiani da salotto” richiamato da papa Francesco, e segnala un Don Gallo “innamorato di Dio, saldava la Terra con il Cielo”, così come dei poveri; l’importanza dei simboli “in cui don Gallo credeva maggiormente: la Bibbia e la Costituzione”.
Il fondatore di Libera ha ricordato che lo scomparso aveva pianto per Carlo Giuliani. “Così come si è indignato davanti alla base americana di Vicenza: ma cosa ce ne facciamo di quelle cose lì quando non abbiamo i soldi per i servizi sociali?”. E a concludere, ha auspicato tra gli applausi “che la tua comunità continui la tua opera”.
IL SINDACO E OVADIA. Il ringraziamento di Genova a Don Gallo è stato portato dal sinaco Marco Doria. L’ultimo intervento, sul sagrato della Chiesa del Carmine, è stato riservato al regista e autore Moni Ovadia. “Don Gallo – ha detto il primo cittadino – non amava le etichette, ma si definiva in due modi: partigiano e antifascista”. Moni Ovadia ha invece scherzato spiegando che “il Gallo” lo aveva nominato suo direttore spirituale: “Diceva sempre che lui ce l’aveva un direttore spirituale, che era ebreo e che era Moni Ovadia”. Il regista ha poi detto: “Per la mia religione, il mondo si sostiene grazie a 36 giusti. Per ora gli altri 35 non li ho incontrati”. L’ultimo ringraziamento è quello di Vladimir Luxuria: “Non ci ha mai giudicati, ci ha solo e semplicemente amati”.
RITORNO AL PAESE. Nel pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Campoligure, il paese della Valle Stura di cui Gallo era originario, si sono svolti i funerali privati. Nella chiesa gremita il parroco don Oliveri ha detto: “Non tocca a noi fare un esame critico della sua vita. Le sue posizioni audaci che hanno fatto discutere verranno giudicate davanti a Dio, che è l’unico sguardo di verità.
È stato un prete che ha camminato sul ciglio della strada per poter incontrare chi ha vissuto ai margini della società. Dentro la bara non c’è solo la storia di don Andrea ma tutte le storie di sofferenza che hanno incrociato il suo cammino ” . Poi, la sepoltura accanto alla nonna.