Donarsi per tornare a vivere
Testimonianza di Paolo, volontario del Progetto Evangelici
A un certo punto della mia vita mi sono ritrovato scottato, con delle grosse cicatrici addosso, non più libero com’ero abituato a sentirmi nel mio modo di essere, di amare, di interagire con gli altri.
Ero come ingabbiato da me stesso, dalle mie paure; ogni movimento, ogni azione non faceva altro che tirare da qualche altra parte. Il risultato? Andare sulla difensiva, diventare irascibile e sempre meno capace di donare me stesso. Non mi riconoscevo più. Mi sono fermato e mi sono chiesto cosa potessi fare per rendere queste cicatrici parte di me stesso, senza permettergli di cambiare la mia essenza.
Proprio nel momento in cui ne avevo più bisogno, mi sono imbattuto in una riflessione biblica di Piotr Zygulski sul Vangelo di Giovanni 12,24-26. Spinto dalle sue parole ho capito che la soluzione era come per il chicco di grano, “se non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”, e lì ho capito che, come diceva Piotr, bisogna avere il coraggio di “donarsi, come amore incarnato, abbandonando la propria individualità, correndo il rischio di uscirne cambiati, diversi e trasformati… senza paura di morire, non per incoscienza, ma per la consapevolezza della potenza che un chicco di grano, morendo, porta con sé… Donarsi è fiorire e rivestirsi del profumo di Dio.”
La vita ci cambia profondamente, ferisce, accumuliamo delusioni, errori, fallimenti che ci terrorizzano al solo pensiero di essere esposti al prossimo, ci aspettiamo inconsapevolmente un’altra pugnalata e non facciamo altro che chiuderci a riccio per proteggere ogni possibile colpo, con la paura che possa ucciderci dentro definitivamente.
Mi viene in mente la parabola dei talenti (Matteo 25: 14-30), e mi rendo conto che, troppo spesso, facciamo come il servitore che mise il suo talento sotto terra per paura di perderlo. E allora mi chiedo se voglio essere quel tipo di servitore, se davvero la paura, le circostanze, le delusioni, la società, una chiesa non al passo con l’Amore di Dio, possano intimorirmi e impedirmi di donare me stesso a Dio e al mio prossimo, affinché porti molto frutto, come mi ha promesso.
Il mio cuore si è rasserenato, ho gettato ai Suoi piedi tutti i chicchi di grano che conservavo come riserva, e aspetto con fede che Dio compia il miracolo, trasformando la morte in vita, la siccità in prosperità, le mie paure in gioia abbondante.