Dopo cento giorni lo Spirito offre una nuova possibilità alle gerarchie della Chiesa
Comunicato stampa congiunto del movimento internazionale We Are Church, 20 giugmo 2013
Il punto di vista dell’international Movement We Are Church a 100 giorni dalla elezione di papa Francesco (21 giugno 2013). A 100 giorni dalla elezione di Francesco, l’International Movement We Are Church (IMWAC) continua a sperare in una svolta nella guida della Chiesa. “Noi diamo il benvenuto ad ogni passo che vada nella direzione di una più grande fedeltà al Vangelo”, questa è l’opinione di Noi Siamo Chiesa.
“Noi Siamo Chiesa” invita tutte le comunità cattoliche ad avere una nuova linea nella direzione del rinnovamento, altrettanto efficiente di quella fondata sul sistema di privilegi medievali che c’è ancora.
La profonda crisi della Chiesa cattolica continua ma ora c’è una nuova occasione per la nostra Chiesa, (una comunità nel mondo di un miliardo e duecento milioni di credenti), quella di un vero e appassionato percorso per diffondere in modo credibile il Vangelo di Gesù.
Francesco, vescovo di Roma, fa una proposta non di tipo dottrinale ma pastorale soprattutto per chi cerca, da molto tempo e con passione, una parola di fede. Noi speriamo che i gesti, semplici ma significativi del suo ministero benevolente e misericordioso, cambieranno le posizioni di molti preti e di quanti sono legati alle forme obsolete della vita religiosa.
Il cambiamento nello stile di guida della Chiesa deve essere seguito da riforme sostanziali secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II (1962-1965) abbandonando la ripresa di posizioni precedenti il Concilio, che è avvenuta negli ultimi 50 anni. Se ciò non avvenisse, sarebbe enorme la frustrazione e ci sarebbe un’ulteriore perdita di credibilità sia all’interno che all’esterno della Chiesa cattolica. Nuove forme di dialogo, di decentralizzazione e di gestione collegiale nella linea del Vaticano II e un nuovo modo di considerare il ruolo delle donne nella nostra Chiesa sono le questioni fondamentali su cui confrontarsi in questo momento storico.
“Noi Siamo Chiesa” appoggia ogni passo nella direzione del superamento dell’eurocentrismo del pontificato precedente. Noi vogliamo che la nostra Chiesa diventi più in linea col Vangelo: una Chiesa delle periferie, una Chiesa povera e una Chiesa dei poveri. La nostra Chiesa deve battersi per la pace nel mondo e per la tutela dell’ambiente, fondando questo impegno sulla giustizia nella distribuzione e nell’uso delle risorse e sulla tutela dei diritti dell’uomo e della donna; per essere credibile la Chiesa deve rispettare e promuovere questi diritti anche al proprio interno.
Noi sappiamo che ci vorrà un lungo processo di trasformazione. Noi appoggiamo questo processo e vogliamo continuare a contribuirvi con i nostri punti di vista fondati su solide ricerche teologiche. Speriamo che i nostri contributi siano ascoltati più di prima. Noi ricordiamo gli importanti profetici contributi dei tanti teologi ed operatori pastorali che sono stati zittiti durante gli ultimi decenni. Essi devono ora essere completamente riabilitati.
In definitiva, non vogliamo né sopravalutare i segnali positivi lanciati da Francesco né sottovalutare la forte resistenza degli ambienti curiali e degli interessi di tipo culturale ed economico che sono stati così potenti nella Chiesa per tanto tempo. Siamo anche consapevoli delle forti pressioni che saranno fatte su Francesco dall’esterno della Chiesa.
Chiediamo a papa Francesco di essere forte e coraggioso e vogliamo appoggiarlo quanto necessario. Speriamo che in questo pontificato si avvierà un processo di trasformazione che coinvolga la Chiesa cattolica e tutta la cristianità nella direzione di loro nuovo e più positivo ruolo per un cambiamento rapido e globale delle condizioni generali dell’umanità.
Noi Siamo Chiesa è pronta ad appoggiare questo nuovo corso verso una Chiesa del Popolo di Dio fondata sull’amore.