Dopo la veglia a Reggio Emilia il Vescovo prende le distanze dalla manifestazione contro il Gay Pride
Il vescovo Massimo Camisasca e la Diocesi di Reggio e Guastalla prendono le distanze da quella che i promotori hanno definito una ‘processione di pubblica riparazione’ per il Remilia Pride. La contro-manifestazione è stata organizzata dal ‘Comitato Beata Giovanna Scopelli‘ per il 3 giugno, lo stesso giorno in cui Reggio ospiterà il primo gaypride dell’area mediopadana. Nei giorni scorsi sul blog ‘Chiesa e post concilio‘, sul sito ‘Radio Spada‘ e su una pagina facebook creata appositamente, un gruppo di cattolici integralisti ha diffuso la locandina dell’iniziativa, con un comunicato dai toni pesanti. Il Remilia Pride viene definito ‘il più nefasto e pubblico manifesto della sodomia’, l’unione tra Piergiorgio Paterlini e Marco Sotgiu celebrata il 1° agosto dello scorso anno in Sala del Tricolore viene bollata come ‘unione (in)civile‘. Il comitato dà quindi appuntamento ai fedeli alle 10.30 sul sagrato del Duomo per una manifestazione riparatoria.
Ora però si scopre che la manifestazione non è stata autorizzata. ‘La Diocesi era all’oscuro dell’iniziativa – spiega il portavoce di monsignor Camisasca, Edoardo Tincani – non è stata chiesta alcuna autorizzazione alla manifestazione né alla Diocesi, nè alla parrocchia del Duomo per l’utilizzo del sagrato’.
C’è allo stesso tempo un’altra parte della comunità cattolica reggiana che si è ritrovata, domenica sera, nella parrocchia di Regina Pacis, a pregare per le vittime dell’omofobia. Alla veglia hanno partecipato circa 200 fedeli. ‘E’ un bel segnale, che da eccezionale dovrebbe diventare normale’ commenta il presidente di Arcigay Alberto Nicolini.
Il comitato ‘Beata Giovanna Scopelli’ ha invece cercato di ottenere l’annullamento dell’iniziativa, con una lettera in cui se l’è presa perfino con Papa Bergoglio. Il comitato ha scritto al vescovo per impedire lo svolgimento della veglia, ma evidentemente il messaggio è stato rispedito al mittente. (…)