Dopo l’incontro tra Parolin e gli attivisti LGBT in Vaticano, ora serve andare avanti
Commento di Francis DeBernardo* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 5 aprile 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
L’incontro tenutosi in Vaticano il 5 aprile 2019 [tra il cardinale Pietro Parolin] e alcuni avvocati e attivisti per i diritti LGBT provenienti da tutto il mondo è un grosso passo avanti nei rapporti tra il mondo LGBT e la Chiesa Cattolica, ma ora bisogna urgentemente andare avanti.
L’incontro nel Palazzo Apostolico del Vaticano con il Segretario di Stato può essere l’alba di una nuova era di dialogo tra la Chiesa Cattolica e la comunità LGBT, per uno sforzo comune teso a porre fine alle discriminazioni, alla violenza e alle sanzioni legali contro le persone LGBT nel mondo. Un passo avanti per la vita e il benessere di quelle persone LGBT che soffrono per via di leggi a loro ostili.
Speravamo in parole più forti da parte del cardinale Parolin in risposta ai dati forniti dagli attivisti LGBT sulle violazioni dei diritti umani [in molti Paesi]. Parolin ha ribadito l’insegnamento della Chiesa sulla dignità umana e l’opposizione a qualunque forma di violenza, ha promesso di informare il Pontefice dell’incontro e di rimanere in contatto con gli attivisti, ma il Vaticano, e in particolare papa Francesco, dovrebbe levare più decisamente la sua voce contro le leggi che criminalizzano l’omosessualità e i comportamenti culturali che sostengono e promuovono la violenza. Le generalizzazioni vaghe non servono e non sono efficaci.
Da molto tempo i cattolici sono consapevoli di questa piaga; da decenni i fedeli invitano con forza la gerarchia a opporsi alle leggi, alle azioni e ai comportamenti ostili alle persone LGBT. La concezione cattolica della giustizia sociale, che afferma la dignità di tutti gli esseri umani, l’uguaglianza di fronte alla legge e la non-discriminazione per le persone LGBT, è stabilita fermamente nel Magistero della Chiesa, incluso il Catechismo. Il forte invito da parte del popolo [cattolico] e il mandato inequivoco stabilito dal Magistero indicano che il cardinale Parolin avrebbe dovuto condannare con più decisione le leggi e la violenza ostili alle persone LGBT.
Purtroppo in molti Paesi i vescovi cattolici sono rimasti vergognosamente silenti, o peggio conniventi di misure legislative contro le persone LGBT, che spesso contemplano punizioni inumane.
Il prossimo passo dovrebbe prevedere che il Pontefice e il Vaticano tutto denuncino con forza e chiarezza tali leggi. Ci vogliono azioni decisive per reagire a questa terribile piaga che distrugge vite ed erode la dignità umana.
* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
Testo originale: Vatican Meeting with LGBT Advocates Is a “Great Step Forward,” But More Action Needed