Dove sei Dio nel mio quotidiano?
Testo del gesuita Karl Rahmer* pubblicato su Ionath.blogspot (Spagna) il 9 giugno 2016, liberamente tradotto da Marco Galvagno
Signore, voglio presentare davanti a te la mia vita quotidiana. Le lunghe ore e i lunghi giorni pieni di tutto, ma non di Te. Guarda la mia vita di tutti i giorni, Dio mio amabile, che sei misericordioso con l’uomo che è prigioniero della sua routine. La mia povera anima si è trasformata in un immenso magazzino dove tutto è conservato ovunque alla rinfusa, fino a che riempie e straripa nella vita quotidiana. Come devo cambiare questa mia misera routine? Come devo ritornare verso l’unico Essere necessario che sei tu? Come posso fuggire da questa ripetitiva quotidianità? Non sei stato tu a spingermi verso di lei?
Quando penso alle ore in cui sono davanti al tuo altare in chiesa a pregare il breviario, allora so che non sono le occupazioni mondane a rendere i miei giorni una routine, ma sono io stesso che trasformo gli avvenimenti sacri in ore di grigia routine. Sono io che trasformo i miei giorni in routine, non loro a me. Per questo so che se alla fine ci può essere una strada che va verso di te, passerà attraverso la mia routine. Senza questa potrei scappare verso di te, anche se in questa mia santa fuga potrei lasciare indietro me stesso.
Però se da nessuna parte mi hai dato un luogo in cui io posso incontrarti davvero. Se in tutte le cose posso perdere te che sei l’Unico, allora devo poterti incontrare in tutte le cose, perché diversamente l’uomo non potrebbe incontrarti mai in nessuna maniera, perché un uomo che senza Te non potrebbe nemmeno esistere.
Allora devo cercarti in tutte le cose, perché ogni giorno è la routine di tutti i giorni, ogni giorno è tuo, un’ora della tua grazia. Tutto è ripetizione quotidiana, ma al contempo ogni giorno è tuo. Mio Dio torno ad ascoltare ciò che sapevo da molto tempo. Né la paura, né il nulla e nemmeno la morte mi liberano dall’essere perso tra gli oggetti del mondo, come dicono i filosofi odierni, ma solamente il tuo amore, l’amore verso di te. Solo tu, oggetto e fine di ogni cosa, tu che ti soddisfi pienamente e basti a te stesso, sei la mia liberazione.
Il Tuo amore, Dio mio infinito, l’amore verso di te, tu che innalzi a te tutte le cose, che con il tuo cuore le superi e le porti verso le tue infinite latitudini, che raduni tutti gli oggetti dispersi come inno di lode della tua potenza infinita. Davanti a te la molteplicità si muta in unità, ogni divisione confluisce in te. Nel tuo amore ogni esteriorità si converte in interiorità.
Grazie al tuo Amore ogni uscita nel quotidiano diventa un’incursione verso la tua unità che è vita eterna. Muovi il mio cuore con la tua grazia. Consentimi, quando tendo la mano verso gli oggetti di questo mondo, mosso dall’allegria o dal dolore, che grazie ad essi io ti capisca e ti ami, principio ultimo di ogni cosa. Tu che sei l’amore dammi l’amore verso di te, in modo che tutti i miei giorni approdino una volta sola nell’unico giorno della tua vita eterna.
Amen
.* Karl Rahner (Friburgo in Brisgovia, 5 marzo 1904 – Innsbruck, 30 marzo 1984) è stato un gesuita e teologo tedesco, cattolico, fra i protagonisti del rinnovamento della Chiesa che portò al Concilio Vaticano II.
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Testo originale: Dios de mi rutina