Il dramma di scoprirsi gay in una famiglia di cristiani fondamentalisti
Testimonianza di Tim (Vancouver, Canada) pubblicata sul blog Born this way* (USA) il 5 agosto 2015, libera traduzione di Marta Pettinelli
In questa foto sono con mia nonna alla festa di diploma dell’asilo (era il 1995 e avevo 5 anni). Lei è stata una dei miei più grandi fan per i miei traguardi musicali.
Sapevo fin da piccolo di essere diverso, ma non ero in grado di comprenderne il significato. Sono cresciuto come uno studioso di letteratura e come fondamentalista cristiano in una famiglia che non ha mai accettato uno “stile di vita alternativo” fuori dalla realtà cristiana. Quindi potete solo immaginare com’è stato crescere in una famiglia che si riferiva agli omosessuali con parole come “froci” o “finocchi”.
Ho sempre voluto stare vicino ad un ragazzo, desiderare un legame speciale con un altro. Suppongo che potrete anche dire che non sono la raffigurazione sociale dello stereotipo mascolino. Non mi piacciono i film con grandi esplosioni, con gli alieni e con le armi. Mi piacciono i musical, i film da donne, le commedie romantiche e i film che hanno una trama vera.
Ascolto Elton John, Barbra Streisand e Whitney Houston quasi ogni giorno. Mi ricordo che ho passato una enorme fase “Celine Dion” alle medie e che cantavo “the power of love” a pieni polmoni quando ero a casa. Alla mia famiglia non piaceva che io cantassi “… E tu sei il mio uomo!” con così tanta convinzione.
A 19 anni feci coming out con i miei amici e i miei colleghi che mi furono molto di sostegno. Ma quando la mia famiglia scoprì il mio stile di vita “peccaminoso”, nel 2013, ciò portò all’espulsione dal catechismo e alla terapia riparativa. Mi fu chiesta il pentimento, sono stato mandato ad Exodus International[1], mi fu detto di essere più virile e che se avessi pensato da eterosessuale lo sarei stato.
Ovviamente, non funzionò niente. I miei genitori mi imposero di lasciare il mio ragazzo così che potessi fare più terapia riparativa e quindi di conversione. Dopo un mese di rifiuti, fui cacciato di casa. Fui incolpato di “far entrare i demoni in casa” e la mia famiglia disse che non mi sarebbero mai venuti a trovare nella mia nuova casa perché “non potevano camminare in un terreno sconsacrato”. Questo fu due anni fa. Non vedo la mia famiglia da quel giorno.
La buona notizia è che sono ancora fidanzato col mio ragazzo e stiamo insieme da tre anni. Non potremmo essere più felici e presto partiremo per l’Europa. Un giorno lo sposerò e avremo una famiglia.
Non vedo la mia famiglia dal giorno in cui mi cacciarono e non penso che li vedrò per molto. Le persone mi dicono di non perdere la speranza, ma devo affrontare la realtà di un futuro senza di loro. I miei amici sono diventati la mia famiglia e non mi sono mai sentito così amato ed accettato in tutta la mia vita.
Anche se la mia situazione non è delle più belle, non la cambierei con nessun’altra.
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[1] Exodus International era un’associazione fondata nel 1976 da Alan Chambers che per anni ha promosso la cosiddetta terapia riparativa, vale a dire un aiuto a coloro che vivevano la loro condizione come un disagio. Ora è stata sciolta perchè lesue pratiche sono state ritenute inutili e dannose per le persone omosessuali.
* Born This Way è un Blog che raccoglie foto d’infanzia di persone LGBT di quando avevano tra i 2 e i 12 anni, accompagnate dalle loro storie personali. Testimonianze che vanno dagli anni ’40 ad oggi, ricordi che parlano delle difficoltà vissute dalle persone LGBT prima del riconoscimento dell’amore gay. Come ama ripetere Dan Savage il suo blog: “Born This Way vuol aiutare i giovani di tutto il mondo a trovare il coraggio di dire: “Sì, sono gay. E sono nato così. Lo sò da quando ero piccolo e questa è la mia storia”.
Testo originale: Tim