E fu trasfigurato davanti a loro (Matteo 17:1-9)
Riflessioni bibliche* di Giacomo Tessaro**
La Trasfigurazione è un passo che sicuramente piace molto a quei cristiani che amano gli “effetti speciali”, le visioni, le apparizioni di Gesù, di Maria o addirittura di Dio, spesso accompagnate da messaggi e rivelazioni che il o la veggente deve rivelare al mondo. Naturalmente questo è un passo biblico che ha molto da dire a tutti, come cercherò di dimostrare, ma sappiamo come le apparizioni, le rivelazioni e altri fenomeni straordinari siano molto amati da una buona fetta di popolo cristiano, non solo cattolico ma anche in certe Chiese pentecostali e in altri ambiti ai margini del cristianesimo: sappiamo come abbiano il potere di attirare le folle, a differenza di un normale culto o messa, e quanti soldi facciano girare. Questo passo, però, tratta la questione “apparizioni” in maniera diversa.
Gesù si mostra trasfigurato ad alcuni discepoli, non a tutti: sceglie i tre a lui in qualche modo più vicini, ai quali, alla fine, dirà di non dire niente a nessuno: questa “visione” non è fatta per attirare le folle; come in molte altre occasioni Gesù si apparta con i discepoli più intimi, perché non è venuto per essere un eroe venerato dalla massa, che pure Gesù ama in parole ma soprattutto in opere, come sappiamo. Avrebbe potuto facilmente esibirsi di fronte al popolo, e soprattutto davanti ai sacerdoti e ai farisei, persino di fronte all’occupante romano; ma non è venuto il momento di rivelarsi pienamente. Solo dopo la tomba vuota chi avrà la fede, chi avrà accettato Gesù nel cuore e nella vita potrà assistere alla sua comparsa, e anche allora Gesù non si mostrerà sfolgorante di gloria (anche se entrerà in stanze chiuse a chiave) bensì con i segni dei chiodi, non converserà con Mosè ed Elia ma con i discepoli, mentre non disdegnerà di mangiare assieme a loro.
Il Dio di Gesù va cercato nel cuore: i tre discepoli ricevono l’ordine di non dire niente a nessuno perché questa visione deve essere custodita nel cuore e sarà di viatico in futuro, prima quando si tratterà di reagire alla morte di Gesù, poi quando sarà ora di fare la sua memoria e quando verrà il tempo di registrare le sue parole e azioni: il divieto di rivelare quanto visto serve a evitare che Gesù venga fatto re messianico, perché il popolo non lo consideri quello che non è, ma dopo la resurrezione, quando si tratterà di raggiungere non solo il popolo d’Israele ma i quattro angoli del mondo, allora si dovrà raccontare e mostrare che Gesù è il Messia, non politico ma spirituale.
Questa visione è talmente straordinaria che riempie di panico Pietro, Giacomo e Giovanni. Forse, mentre sono con la faccia a terra, stanno pensando che è arrivata la fine del mondo, oppure il momento in cui Dio, attraverso Gesù, Mosè ed Elia capovolgerà le sorti di Israele e caccerà i Romani dalla terra dei padri. Ma la voce dal cielo non sta dicendo questo, né nulla di simile: è un invito ad ascoltare l’insegnamento di Gesù, ovvero la Parola. Nessuna rivelazione oltremondana, nessun effetto speciale. Infatti, subito dopo tutto torna alla normalità: la nuvola luminosa scompare, Mosè ed Elia non si vedono più, la voce tace. Non rimane niente di tutto ciò se non Gesù tutto solo, che si affretta a rassicurare gli amici spaventati. Dopo le visioni e le voci dal cielo si torna alla quotidianità del rapporto con l’amico e maestro. Non c’è nulla da temere, non c’è bisogno di stare con la faccia a terra. Ma la visione non è passata invano: rimane un’esortazione che possiamo forse definire comandamento: ascoltare Gesù. Certo, i discepoli lo facevano già prima, ma avere assistito alla visione e la nuova consapevolezza che il Maestro è il Figlio prediletto aggiungono ulteriore valore alle parole e alle azioni di Gesù. Forse capiranno perché il Maestro li ha voluti con sé in quel luogo isolato, lontano dalla folla, perché sia così spesso solito appartarsi per parlare con il Padre e attingere nuove energie per la sua missione. Nella quotidianità del loro peregrinare per la Palestina avranno nel cuore un nuovo messaggio: sta a loro farne tesoro e non temere, non spaventarsi solo perché hanno sentito una voce dal cielo o perché il Maestro è stato crocifisso.
Come abbiamo detto all’inizio, questo genere di visioni sono molto ricercate da un certo tipo di cristiani, che prestano grande attenzione alle rivelazioni che le accompagnano e circondano di venerazione chi le riceve. Molti affermano di avere trovato o ritrovato la fede grazie a tali visioni, il che è sicuramente una cosa positiva: la religiosità si esprime in forme estremamente diversificate e non possiamo ridurre la fede cristiana alle nostre abitudini valdesi e riformate, in buona parte frutto di stratificazioni secolari non direttamente legate alla Parola evangelica, proprio come avviene nelle altre tradizioni. Ottima cosa trovare la fede nel Cristo vivente, ma vorrei parafrasare un altro episodio evangelico, un’altra apparizione, quella che vede protagonista Tommaso: c’è chi crede perché ha conosciuto qualcuno che ha visto e sentito: beati coloro che crederanno senza vedere né sentire, se non il Cristo che, attraverso la Scrittura, parla nel cuore e nel cuore si lascia trovare.
Amen
Dal Vangelo di Matteo 17:1-9
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato davanti a loro; la sua faccia risplendette come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce. E apparvero loro Mosè ed Elia che stavano conversando con lui. E Pietro prese a dire a Gesù: «Signore, è bene che stiamo qui; se vuoi, farò qui tre tende; una per te, una per Mosè e una per Elia». Mentre egli parlava ancora, una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra, ed ecco una voce dalla nuvola che diceva: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo». I discepoli, udito ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da gran timore. Ma Gesù, avvicinatosi, li toccò e disse: «Alzatevi, non temete». Ed essi, alzati gli occhi, non videro nessuno, se non Gesù tutto solo. Poi, mentre scendevano dal monte, Gesù diede loro quest’ordine: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo sia risuscitato dai morti».
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia Nuova Riveduta
** Giacomo Tessaro, nato nel 1980, ha cominciato a frequentare la Chiesa Valdese e Metodista nel 2008, dopo molti anni di adesione all’ateismo materialista e dopo una conversione alla fede in Dio maturata nelle sue letture di carattere religioso e filosofico. Sin dagli inizi della sua frequentazione protestante è stato incaricato della predicazione nella sua piccola comunità metodista di Vintebbio, in provincia di Vercelli, per la quale svolge anche compiti di cura pastorale. Ha la passione della scrittura e della traduzione e svolge l’attività di traduttore per il mensile Évangile et Liberté dal 2010, oltre che per il Progetto Gionata – Fede e omosessualità.