E’ tempo di sfatare il mito che Dio è contro i gay
Riflessioni di Michaelson Jay pubblicato su USA Today Magazine (Stati Uniti), 1 Novembre 2011, liberamente tradotte da Mery
Immagina di mentire a tutti quelli che conosci, sempre, e di credere che il tuo animo sia perverso, malvagio, distrutto… e che, per qualcosa che non puoi cambiare, Dio ti odi. Tu che cosa faresti?
Se mi somigli, faresti tutto il possibile per nascondere questa orrenda parte di te, creando maschere sempre più elaborate sotto cui far sparire (almeno questo è quello che speri) la verità oscura che ti porti dentro.
E, quando tutto il resto non sia servito, forse penseresti al suicidio. Ci sono studi che mostrano che il 40% degli adolescenti omosessuali ha pensato di uccidersi: il quadruplo degli adolescenti eterosessuali. Strano, vero, che alcune persone sostengano che la sessualità sia una scelta o uno stile di vita.
Se fosse vero, perché dei ragazzi dovrebbero pensare al suicidio, se potessero semplicemente scegliere di cambiare strada? Io stesso ero un numero di queste statistiche. Ora sono sposato, felice e realizzato, fisicamente, emotivamente e spiritualmente. Prima di fare coming out, invece, ero disperato e pensavo di uccidermi.
Nelle comunità religiose, ci sono persone che vogliono farci credere che questo odio di se stessi e queste contraddizioni sono volute da un Dio amorevole, un Dio che si preoccupa per gli uomini e se ne prende cura. Questi credono che Dio desideri che il 5% dell’umanità reprima proprio quelle parti di sé che potrebbero condurla all’amore, all’affetto e alla santità; che Lui desideri che mentiamo su chi siamo; che sia meglio essere soli che avere un compagno in una relazione d’amore omosessuale.
In realtà, Dio ha detto un’altra cosa: nel racconto della Genesi, “Non è bene che l’uomo sia solo” è la prima lacuna che Dio trova nella creazione . “Non abiterà nella mia casa, chi agisce con inganno”, canta il salmista nel Salmo 101. Il profeta Michea ci dice che quello che Dio si aspetta dalle presone religiose è che “pratichino la giustizia, amino la misericordia e camminino umilmente con Dio”.
Nonostante queste e altre centinaia di esortazioni simili, ci sono persone convinte che cinque versetti, due in Levitico e uno rispettivamente in Romani, Corinzi e Timoteo rappresentino tutto ciò che la Bibbia ha da dire sull’omosessualità. Cinque versetti su 31.102.
E’ questo il punto centrale: quei pochi versetti sono ambigui, marginali e soggetti ad interpretazione. Gesù non ha mai parlato di omosessualità, anche se viveva in una cultura in cui era molto diffusa. Nemmeno i Dieci Comandamenti ne fanno cenno. Quindi, il problema è: come interpretiamo questi passi? Sappiamo tutti che anche il Diavolo cita la Bibbia per i propri propositi.
Si può usare il Levitico per precludere alle persone omosessuali una qualunque possibilità di essere rispettati oppure lo si può leggere come la condanna di un singolo atto in un preciso contesto, che nulla ha a che vedere con noi oggi. Questa è la parte facile. Il difficile è decidere su cosa vogliamo basarci per la nostra interpretazione ed è qui che entrano in gioco gli altri 31.097 versetti della Bibbia, insieme alla nostra coscienza, la riflessione personale, la scienza ed una autentica fratellanza con gli altri esseri umani. Sono queste le risorse che ci aiutano a leggere e a vivere la vita.
In genere, è così che ci muoviamo. Per esempio, il sesto comandamento afferma con estrema chiarezza “non uccidere”. Eppure ci sono altri passi in cui si guarda con favore alle guerre di religione e sono in molti a ritenere che sia accettabile uccidere per legittima difesa.
Perciò, se perfino il più chiaro dei comandamenti è soggetto ad interpretazione, quanto più lo saranno questi oscuri versetti sul comportamento sessuale? I testi sacri e le tradizioni non esistono fuori da un contesto. Dobbiamo leggere gli insegnamenti della tradizione attraverso i nostri valori fondamentali, le verità del cuore. Ad esempio, l’affermazione di Dio che “Non è bene che l’uomo sia solo” è essenziale. Fino a quel momento, tutto è “buono”: le stelle, i mari, gli animali. L’uomo è “molto buono”. Poi, d’improvviso, in Genesi 2, 18, qualcosa “non è bene”: la solitudine. Da qui appare chiaro che dovrebbe essere la realtà della solitudine, e del suo contrario, l’amore, a guidarci nella comprensione degli insegnamenti biblici difficili da coprendere.
Per molti, la soluzione al problema è Adamo ed Eva, non Adamo ed Ivo…ma non per tutti. Per alcuni di noi, la lacuna fondamentale della creazione si può colmare solo in una relazione omosessuale.
L’amore è sacro e l’amore per gli uomini può aprire le porte anche a quello per Dio. Perciò, è l’amore che mi insegna come leggere, così come il valore dell’onestà. Prima di fare coming out, ero convinto che dicendo la verità avrei decretato la fine della mia vita di credente. Cresciuto in una famiglia di ebrei ortodossi, avevo assimilato l’idea che essere gay fosse la cosa forse più grave al mondo. Credevo significasse che non avrei mai avuto una famiglia e non sarei mai potuto essere insieme gay ed ebreo.
Ironia della sorte, l’accettazione e celebrazione della mia sessualità hanno segnato per me l’inizio di una vita di fede. Solo grazie all’onestà con me stesso sono riuscito ad essere onesto con gli altri e con colui che qualcuno chiama “Dio”. Col senno di poi, sembra un’ovvietà, ma all’epoca somigliavo a quei fantasmi del film “Il sesto senso”: non mi rendevo conto di quanto fossi morto dentro… e alienato, e represso.
Quello che ho imparato nei 10 anni in cui mi sono nascosto è che un Dio amorevole non avrebbe mai desiderato che qualcuno si sentisse così. Anzi, quello che comunemente si chiama coming out è una potentissima esperienza spirituale, l’ingresso alla santità dell’amore. Ero riuscito a smettere di mentire, a me stesso e a Dio.
Invece di essere consumato furtivamente e con vergogna, il sesso divenne parte integrante della mia vita affettiva. Il coming out è un gesto sacro che si intona con gli altri valori fondamentali della tradizione religiosa. Ricercare la giustizia, accogliere lo straniero, non girare lo sguardo di fronte alla verità sono tutti valori che influenzano il nostro modo di interpretare le tradizioni religiose.
E quindi, i versetti “incriminati”? Come ho già detto, questa è la parte facile. Il Levitico si riferisce solo ad un certo tipo di atti sessuali, compiuti da uomini, in un contesto di idolatria. Romani, invece, tratta del ruolo naturale dei generi, ad esempio del fatto che l’uomo debba dominare sulla donna (fortunatamente oggi questo non è considerato qualcosa di positivo dalla maggior parte della gente).
Corinzi e Timoteo non sono divieti: sono avvertimenti ai cristiani di stare lontano “dai pagani” perché un tempo erano come loro. Il racconto di Sodoma si riferisce allo stupro, non all’omosessualità. Leggere questo episodio come un testo sull’omosessualità è come leggere la storia di un serial killer che uccide con un’ascia come una storia sull’ascia.
Certo, non è che queste siano le sole interpretazioni possibili, ma sono le uniche compatibili con i valori condivisi di amore, giustizia, empatia, compassione ed onestà e con la vita dei nostri familiari ed amici, che, lo sappiamo bene, non sono i mostri che spesso vengono dipinti.
Accettare la diversità sessuale e di genere non è una minaccia alla civiltà come la conosciamo, alla famiglia e alla tradizione religiosa. E’ vero, alcuni omosessuali sono eccentrici e fuori controllo, mentre altri sono noiosi e monotoni… proprio come gli eterosessuali. Qualunque sia il tuo approccio alla sessualità, che tu sia un padre di famiglia o un dongiovanni, troverai sempre un omosessuale che condivide il tuo stile di vita. La linea di separazione etero-gay non ha nulla a che fare con la morale sessuale… o con la possibilità di crescere bambini sani.
Integrare nella società le differenze sessuali e di genere fa bene a tutti, perché la diveristà può fa bene in generale. Ti immagini quanto risulterebbe impoverita, e ingiusta, una società senza il contributo delle donne, dei neri o di tutte le voci che una volta venivano soffocate? La stessa cosa vale per gay, lesbiche, bisessuali e transgender.
Le chiese, i tribunali, i cinema ed i teatri si arricchiscono grazie al dono della differenza sessuale, e si arricchiranno sempre di più. Guardati intorno. Se il mondo, con la sua stupefacente varietà di vita, cultura e bellezza naturale, è stato creato da Dio, allora è sicuro che Dio ama la varietà.
Il conflitto doloroso e divisivo che io chiamo di “Dio contro i Gay” è un mito. E’ falso, non è supportato dalla scrittura ed è smentito tutti i giorni dalla vita delle persone omosessuali. Ho lavorato con gruppi di omosessuali credenti per più di un decennio e ho incontrato migliaia di persone ferite da quello che viene visto come un conflitto tra religione e omosessualità. Ho offerto consulenze a famiglie distrutte, a persone che hanno genitori che li incontrano al supermercato ma fanno finta che non esistano.
E prima di imparare a conciliare sessualità e spiritualità, io stesso vivevo questo conflitto e mi domandavo perché Dio mi avesse maledetto.
Dalla posizione che ho raggiunto ora, mi sembra tutto un tragico equivoco. I credenti dovrebbero promuovere l’eguaglianza, l’inclusione e la dignità delle minoranze sessuali a partire dalle tradizioni religiose, e non a dispetto di esse. Non c’è alcuna contraddizione.
Nelle comunità di fedeli, dare testimonianza è un atto religioso. Si testimonia la verità degli insegnamenti e si racconta quello che la grazia divina ha operato nella nostra vita. Allora lascia che ti offra una testimonianza sulla realtà degli orientamenti sessuali, non come risultato di una scelta (forse qualcuno può dire di aver scelto, ma non io) e nemmeno come devianza patologica, ma come parte integrante dell’anima.
La mia storia coincide con quella di tutti, ma la verità della mia esperienza, e di quella di milioni di persone, è che l’omosessualità è una caratteristica individuale e che può costituire, come l’eterosessualità, una via per la santificazione… o per il suo contrario.
Una simile testimonianza ha suscitato dubbi e riflessioni in molti credenti autentici di diverse fedi, perché sembra contraddire quello che alcune tradizioni religiose affermano sulla sessualità. Dobbiamo riconsiderare quello che crediamo di sapere con certezza e riflettere sulle convinzioni che ci appaiono incrollabili. Non è questo, ancora una volta, un grande gesto religioso?
Testo originale: Dispelling the myth of God versus Gay