È tempo per la chiesa cattolica di guardare i nostri figli LGBT con gli occhi di Dio
Riflessioni di Alberto Lisci e Laura Cioni, una coppia di genitori che ha partecipato con La tenda di Gionata all’udienza di Papa Francesco il 16 settembre 2020
“I nostri figli ci hanno aiutato ad alzare lo sguardo…” la frase che Mara Grassi ha rivolto al Papa nell’udienza di mercoledì scorso ha aperto un mondo.
Impossibile non commuoversi di fronte a un colloquio tra una madre, che in quel momento rappresentava tutti noi, e il Santo Padre.
Impossibile non sentirsi parte di lei, insieme a un universo di genitori che per troppo tempo hanno tenuto lo sguardo basso, muti di fronte a una Chiesa che non perdeva occasione per esprimere quanto ci fosse di sbagliato nei loro figli.
Come sempre c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto e pone mille se e mille ma a dimostrare che tutto sommato l’incontro tra Mara e il Papa non ha detto niente di nuovo.
Qui non si parla di bicchieri ma dei nostri figli e ogni passo in avanti è una piccola conquista nel riconoscimento della piena dignità di ogni uomo.
Alzare lo sguardo non è solo un gesto, nel nostro cuore di genitori cristiani è la voglia, il desiderio e la forza di guardare il mondo con gli occhi di Dio.
Per questo ci diciamo credenti perché sappiamo che in Lui tutto si compie e in Lui tutto ha un senso.
Niente si realizza se non attraverso un percorso talvolta faticoso e pieno di insidie, niente che venga dagli uomini è totalmente gratis, solo l’amore di Dio è pienamente gratuito.
Questo piccolo segno raccolto nella frase del Papa “Dio ama tutti perché siamo tutti figli di Dio” apre un cammino e ci auguriamo che anche la Chiesa tutta alzi lo sguardo e dalla vista che ne deriva possa finalmente goderne i frutti … ma stavolta tutti insieme!