Se Dio ci chiama, noi persone LGBT siamo pronte a rispondere “Eccomi!”?
Riflessioni di Matthew Myers pubblicate sul blog Bondings 2.0* (Stati Uniti) il 1 marzo 2015, liberamente tradotte da Marius
Ben poche esperienze possono essere paragonate alla sorpresa e al terrore che mi prendeva quando, alle elementari, mentre sognavo felicemente ad occhi aperti durante la lezione, l’insegnante mi chiamava per interrogarmi. I pensieri si scatenavano e aumentava il panico. Ricordo che mi chiedevo quale potesse essere la domanda e se fossi nei guai. Non sapendo come rispondere al mio insegnante, volevo solo sprofondare nella sedia e poi scomparire. Non posso fare a meno di pensare che Abramo doveva essersi sentito proprio così, quando Dio all’improvviso gridò: “Abramo!”, come si legge nel racconto della Genesi, che è la prima lettura liturgica di oggi. Immagino che chiunque si sentirebbe terribilmente imbarazzato e sotto esame, se il suo Creatore lo chiamasse per nome. Invece di cedere all’istinto di fuggire a nascondersi, Abramo esclamò: “Eccomi!”. Non c’era timidezza nella sua voce. Abramo rispose alla chiamata di Dio con coraggio e senza esitazione.
Penso che l’esclamazione di Abramo “Eccomi!” sia la chiave per comprendere l’evento della Trasfigurazione, descritta nel Vangelo di oggi. Per Abramo, quelle tre parole indicavano che era presente e attento a Dio; ma per Gesù, “Eccomi!” è stata un’esperienza di estrema autorivelazione ai suoi discepoli. Gesù ha rivelato loro, più profondamente, chi era, in una maniera misteriosa, eppure intensamente intima. Con i suoi discepoli Gesù si è reso vulnerabile, in modo da poter condividere più pienamente le meraviglie della sua stessa vita. Non mi viene in mente nessun modo più potente per esprimere la frase “Eccomi!”, rispetto alla rivelazione della Trasfigurazione.
Ora che cosa significa “Eccomi!” per i cattolici LGBT e per i loro amici? In primo luogo, come Abramo, dobbiamo rispondere con coraggio alla chiamata di Dio nella nostra vita. Questo processo di conversione, permanente e quotidiana per aderire al Vangelo, è la base della vita cristiana. Come Gesù, non dobbiamo temere l’opportunità di condividere la nostra vita con gli altri, soprattutto per quanto riguarda il nostro impegno, quali persone di fede, per l’uguaglianza LGBT. Secondo il Public Religion Research Institute la maggioranza dei cattolici sostiene l’uguaglianza del matrimonio per lesbiche e gay; tuttavia, il 73% dei cattolici pensa che i propri fratelli cattolici si oppongano all’uguaglianza del matrimonio! C’è un divario di percezione/realtà che noi, cattolici e amici LGBT, siamo chiamati a superare, per dire coraggiosamente ai nostri fratelli cattolici “Eccomi!”, ed essere riconosciuti!
Questo tempo della Quaresima è una meravigliosa opportunità per esaminare come siamo presenti a Dio e agli altri. Come Abramo e Gesù, possiamo noi essere attenti alla chiamata di Dio e, se capita l’occasione, non avere alcuna esitazione a esclamare: “Eccomi!”!
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* Nelle domeniche di Quaresima, Bondings 2.0 pubblicherà le riflessioni dei membri dello staff di New Ways Ministry. Le letture liturgiche per la Seconda Domenica di Quaresima sono: Genesi 22: 1-2, 9-13, 15-18; Salmo 116: 10, 15-19; Romani 8: 31-34; Marco 9: 2-10.
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Testo originale: On Being Able to Say “Here I Am!”