Edith Stein e l’empatia (Osea 2)
Riflessioni di don Fabio
“Il percorso incessante di andata e ritorno, se pienamente consapevole, consente di sperimentare, nella differenza, la cura autentica dell’altro.” (Edith Stein – santa Teresa Benedetta della Croce)
Osea 2: «Ecco, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore […] Ti farò mia sposa per sempre, nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».
Oggi la liturgia ci fa fare festa con una delle donne più interessanti dei nostri giorni, si può dire: Edith Stein, santa Teresa Benedetta della Croce!
Penso che l’incontro tra Edith Stein e Dio possa definirsi, a tutti gli effetti, un incontro d’amore passionale, proprio come quello descritto nella prima lettura proposta per questa festa. Un incontro tra un uomo e una donna (in realtà, tra Dio e il suo popolo) che diventa metafora del l’innamoramento che c’è tra Dio e ciascuno/a di noi!
Dice Edith Stein: “Fare esperienza dell’altro, rendersi conto della sua gioia, del suo dolore, costituisce atto indispensabile per qualificare il rapporto troppo spesso impersonale con ciò che incontriamo: l’empatia costituisce l’atto mediante il quale l’essere umano si costituisce attraverso l’esperienza dell’alterità” (Laura Boella e Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L’empatia a partire da Edith Stein, Raffaello Cortina, 2000).
Quando facciamo esperienza di Dio, quando incontriamo Dio nella nostra vita, facciamo esperienza dell’Amore vero, che non è mai assimilazione dell’altro/a, ma dono! Dio sente con noi, soffre con noi, gioisce con noi, vive con noi pur rimanendo se stesso. Noi possiamo vivere dell’amore di Dio senza perdere la nostra identità. Dio rimane Dio e io rimango io… senza confusione!
Con affetto, Fabio!